Per i TUOI 18 ANNI

Lettera del Cappellano ai 18enni

Carissimi,

ragazzi del 2001 che questanno celebrate il vostro 18 compleanno, vi voglio raggiungere con alcuni passaggi della lettera che lArcivescovo di Milano, Mario Delpini, scrisse per i giovani 18enni della sua Diocesi, credo che le sue parole possano animare bene questo momento che state celebrando e da semplice festa offrire unoccasione di riflessione. Essere giovani, belli, indipendenti e pieni di opportunit, non deve farci dimenticare chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare come uomini e donne, ma anche come cristiani o comunque persone che hanno una sensibilit religiosa o alle cose sacre. Cos, con la speranza che abbiate pazienza 5 minuti per leggere, vi Auguro che sia una meravigliosa festa: la festa di essere vivi, la festa di essere giovani, la festa della responsabilit.

 

La festa per i 18 anni quindi anzitutto occasione di gratitudine. La festa forse meno pensata e apprezzata quella della responsabilit: della responsabilit, infatti, si tende a mettere in evidenza il peso, il rischio, i fastidi. Per questo si preferisce scaricare le responsabilit: pretendere libert, aspettarsi i servizi che gli altri sono chiamati a rendere, ma evitare di assumersi le responsabilit e di esercitarle.

Per festeggiare cos i 18 anni come restare bambini: certo si diventati grandi, ma in realt si rimasti nella condizione di essere accuditi, assistiti, accontentati. Allora la festa non pi davvero tale, ma un divertimento che assorda, intontisce, stanca. 

Diventare adulti e cominciare ad esercitare le responsabilit invece motivo di festa perch d la fierezza di essere utili, di contribuire al bene degli altri, di mettere mano allimpresa di rendere migliore il mondo.

A 18 anni si pu prendere la patente e incominciare a guidare: la libert si allarga alla possibilit di viaggiare, di visitare persone e Paesi, di dare un passaggio agli amici e ai nonni. una grande responsabilit che richiede attenzione, vigilanza, sobriet, prudenza. Quanto bene pu fare chi guida bene! Ma anche quanto male a s e agli altri, se lo fa con imprudenza e incompetenza!

A 18 anni si diventa pienamente responsabili dei propri atti a livello civile e penale: la libert si confronta con la legge come garanzia del bene comune, del rispetto dei diritti di tutti. il segno che lappartenenza alla comunit non solo il diritto di ricevere prestazioni, ma anche il dovere di rispettare le regole e di partecipare con le proprie risorse e con il proprio comportamento alla convivenza dei cittadini. 

Vorrei per mettere laccento su tre aspetti della maggiore et che meritano di essere particolarmente raccomandati ai 18enni e a tutti i maggiorenni.

A 18 anni si sperimenta, io credo, una specie di contraddizione tra il fatto di avere tutti i diritti e doveri di un adulto, e limpressione di non poter fare niente. Un 18enne nel nostro Paese considerato troppo giovane, e le possibilit effettive di avere un vita propria, unabitazione propria, unattivit propria, unautonomia reale sono molto ridotte: per lo pi il giovane dipende ancora in tutto dalla sua famiglia.

Mi sembra opportuno reagire a questa percezione di impotenza e mi piacerebbe seminare nei 18enni la persuasione di essere presenza attiva, significativa, preziosa per la societ e la Chiesa di oggi. Per questo necessario scuotersi dalla comoda condizione del dipendere che induce ad aspettarsi tutto dagli altri: occorre piuttosto introdursi nella fierezza e nella bellezza del partecipare. Sei parte della societ e la tua partecipazione ne decide la qualit; sei parte della comunit cristiana e la tua partecipazione ne determina il valore. Se tu manchi viene a mancare un patrimonio, e se tu non partecipi ti riduci ad essere un peso solitario.

Per esprimere questa partecipazione attiva e costruttiva mi permetto di ribadire un criterio che sembra quantitativo ma che in realt spirituale: si tratta della legge delle decime. una legge che non impone una tassa, ma suggerisce di vivere lappartenenza alla societ e alla comunit con un contributo significativo. La legge delle decime consiglia di considerare quello di cui ciascuno dispone realmente come se avesse una destinazione comune: cio il tempo che ho non solo per me, ma per la condivisione: Perci, tanto per fare un esempio: ogni dieci ore dedicate allo studio, unora potrebbe essere dedicata a chi fa fatica a studiare; ogni dieci ore dedicate allo sport, unora potrebbe essere dedicata a chi non pu fare sport. Lo stesso  vale per i soldi, i libri, la musica eccetera.

A 18 anni si acquisisce il diritto-dovere di votare per esprimere le proprie scelte in campo politico e amministrativo. Scegliere le persone e le forze politiche che devono governare la nazione ed esercitare responsabilit amministrative in regione o in citt unespressione di quella responsabilit per il bene comune che rende cittadini a pieno titolo. Nel nostro tempo la politica spesso circondata da una valutazione cos negativa e da pregiudizi cos radicati che si pu essere scoraggiati dallintraprendere ogni impegno e ogni iniziativa in questo campo.

 

Ma ora necessario che le cose cambino, perch la politica lesercizio della responsabilit per il bene comune e per il futuro del Paese; e chi pu avviare un cambiamento se non uomini e donne che si fanno avanti e hanno dentro la voglia di mettere mano allimpresa di aggiustare il mondo?

Mi torna in mente il discorso di Pericle agli ateniesi in un momento drammatico della guerra del Peloponneso: Amiamo il bello, ma con semplicit, e ci dedichiamo al sapere, ma senza debolezza; adoperiamo la ricchezza pi per la possibilit di agire che essa offre, che per sciocco vanto di discorsi, e la povert non vergognosa ad ammettersi per nessuno, mentre lo assai pi il non darsi da fare per liberarsene. Riuniamo in noi la cura degli affari pubblici insieme a quella degli affari privati, e se anche ci dedichiamo ad altre attivit, pure non manca in noi la conoscenza degli interessi pubblici. Siamo i soli, infatti, a considerare non gi ozioso, ma inutile chi non se ne interessa. (Cfr. Tucidide, La guerra del Peloponneso, Rizzoli, Milano 1985, vol. I, libro II, pp. 325-333)

Per questo rivolgo un appello ai 18enni e a tutti i giovani: io credo che voi potete informarvi, potete pensare, potete discutere, potete farvi unidea di quale direzione prendere e di cosa fare del vostro voto, il vostro primo voto! Un segnale di unepoca nuova. Non cambier tutto in una tornata elettorale; ma certo con lastensionismo non si cambia niente!

Voi potete pretendere che vi siano chiariti i programmi, le intenzioni dei candidati che si presentano, le procedure di verifica di cui i cittadini dispongono; voi potete mettervi insieme per far valere le priorit che vi stanno a cuore e per individuare le persone e le forze politiche che se ne fanno carico. Forse qualcuno di voi pu anche farsi avanti per rappresentare gli altri nelle liste per le elezioni amministrative e diventare voce che tiene vive le istanze dei giovani l dove si affrontano le questioni rilevanti per la citt.

Io ho fiducia che questa vostra generazione pu reagire allinerzia, allo scoraggiamento e allindividualismo, e dare un segnale a tutti gli adulti e alla classe politica e amministrativa di un rinascere del desiderio di partecipare, di contribuire al bene comune, di cercare vie per dare forma al buon vicinato che rende desiderabile vivere gli uni accanto agli altri e appartenere alla comunit.

I 18 anni sono il tempo opportuno per guardare al futuro personale. Lavvicinarsi della conclusione di un ciclo scolastico pone la questione sul dopo: che cosa far finite le superiori? La domanda sul futuro rischia di essere affrontata come la scelta di un prodotto al supermercato: tra le tante offerte, quale sar la pi conveniente?

Invito invece a riconoscere che nessuno deve sentirsi solo quando si trova di fronte alle decisioni fondamentali. Riconoscere che la vita dono di Dio e che Dio desidera la nostra gioia induce a sentirlo alleato e a dialogare con lui perch la vita si riveli nella sua verit, come vocazione alla gioia e come responsabilit di far fruttare i talenti ricevuti.

Compiere 18 anni deve quindi essere loccasione per liberarsi da unimmagine infantile di Dio, della preghiera, della vita, per leggere nel Vangelo la rivelazione della verit di Dio e della sua volont, e per prendere la Parola di Dio come lampada per i passi da compiere.

In questo cammino nessuno deve sentirsi solo, n pensare che si tanto pi liberi quanto pi si soli: perci il gruppo degli amici, linserimento in un contesto comunitario, la testimonianza degli adulti, il riferimento personale a una guida saggia (un prete, una suora, un uomo o una donna di Dio) sono laccompagnamento necessario per guardare al futuro con fiducia, per imparare ad avere stima di s e per scrivere la propria vita adulta e la preparazione alle scelte definitive con fantasia e realismo, con libert e responsabilit.

 

Vorrei che per tutti il compimento dei 18 anni fosse una festa: nessuno si lasci convincere da quelli che dicono che non cՏ niente da festeggiare!

La festa che propongo, la festa alla quale invito quella che celebra la bellezza della vita e che si assume la responsabilit di rendere bella questa stessa vita, per s e per gli altri.

La politica e la vocazione sono le sfide pi audaci e le occasioni pi preziose: buon compleanno, 18enni!. (Cfr. S.E.Rev.ma Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano)

 

Carissimi, con questa gioia, ricca di elementi di riflessione, che spero avete avuto la pazienza di leggere, vi sono vicino nel vostro cammino, come amico, fratello maggiore e prete

Vi abbraccio e vi benedico nel nome del Signore e della Vergine Maria di Loreto augurandovi BUON COMPLEANNO !!!

 

vostro don Marco

Cesena 2019