ECCO LA
SERVA DEL SIGNORE
Programma
Pastorale 2019 – 2020
Carissimi,
il programma pastorale per il nuovo anno, 2019 – 2020,
sar caratterizzato dalla figura di Maria, le parole dellEvangelista Luca, che
riporta nel suo Vangelo, raccontandoci dellAnnuncio da parte dellangelo a
diventare Madre del Signore e la risposta che la fanciulla Maria dar, ci
faranno da guida per il nostro cammino: Ecco
la serva del Signore, avvena per me secondo la tua parola (Lc. 1,38). Un anno pastorale, quindi, incentrato
sulla figura di Maria, compagna di viaggio, verso lincontro
con Ges. Un anno caratterizzato, per tutta lAeronautica, da un anniversario:
cento anni dalla proclamazione della Beata Vergine Maria di Loreto, quale
Patrona degli aviatori (24 marzo 1920). Per questa
occasione il Santo Padre, Papa Francesco, ha concesso un Anno Giubilare
Lauretano, che inizier il prossimo 8 dicembre 2019 a Loreto con lapertura
della Porta Santa.
Questa
particolare data, pertanto, ci suggerisce questo cammino e il nostro rinnovarci
come uomini e donne, come militari e cristiani. Maria, innanzitutto, la donna attraverso
la quale Dio assume la natura umana: tutti gli uomini sono figli e hanno una
mamma e anche la storia di Ges parte da questa prima e fondamentale esperienza. La scelta di Dio quindi una scelta
completa e attenta ad ogni singolo aspetto della vita
umana. Maria ci ricorda come, nella
proposta di salvezza, il ruolo dellumanit, il nostro ruolo,
non sia secondario. Dio prepara la salvezza della sua creatura al 99,99%
lasciando ad ognuno la libert di aderirvi. La parte
che manca per arrivare a 100 non secondaria ma fondamentale per completare
questo disegno. Ci viene facile pensare come questo stile di collaborazione e
coinvolgimento sia proprio anche del matrimonio: tu puoi mettere in gioco
tutte le tue forze, tutte le tue capacit e tutta la tua volont ma, senza quel
poco che io sono e che condivido con te, non potremo
mai costruire una relazione di vera comunione. Il s che io dico alla tua
proposta damore partecipa molto del s che un giorno Maria ha pronunciato
dinanzi al Signore. Ed proprio questo s reciproco il luogo in cui agisce la grazia dello Spirito Santo! (Cfr. Paolo e Roberta
in Chiesa di Padova, Ufficio per la Famiglia)
Questo,
lo possiamo dire, ovviamente, di ogni vocazione dove
limpegno personale la carta vincente di ogni realizzazione della vita. Ora,
dopo avervi motivato il senso di questo cammino pastorale, vi lascio una
riflessione, come occasione personale di meditazione e per prepararci, insieme,
spiritualmente a vivere questo tempo di grazia.
In
chiusura, una nota con le varie attivit e proposte. Buon Cammino
Vostro
Don Marco
Cesena,
8 settembre 2019
Nativit
della Beata Vergine Maria
PER MEDITARE:
La serva del Signore
Essendo difficoltoso
meditare sull'intero brano dell'Annunciazione, propongo di prendere in considerazione
semplicemente la parola finale: allora Maria disse: "Eccomi,
sono la serva del Signore avvenga di me quello che hai detto"
(Lc 1, 38). Queste parole esprimono senza dubbio una coscienza di relazione.
Chi si definisce come servo definisce la relazione a un altro. In un primo
momento questo fa problema, in quanto sembra proprio riportarci ad un rapporto
servile: la parola esatta, infatti, : schiava,
in greco: dle.
Se per riflettiamo sul contesto spirituale e biblico da cui emerge, comprendiamo
che indica qualcosa di molto pi tenero e insieme profondo. Le parole di Maria
sono la risposta all'espressione che leggiamo in Isaia: Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio
(Is 42, 1). La Madonna era certamente nutrita dalla
lettura del profeta Isaia e quel versetto risuona in ogni fibra delle sue
parole. C' l'assonanza alla prima: Eccomi, sono
la serva; e c' l'assonanza alla seconda,
nella parola pronunciata dall'angelo: Hai trovato
grazia presso Dio (Lc 1,30). Maria si definisce in
relazione a Dio perch lui ha deciso di mettersi con lei in una relazione di
scelta, di compiacenza, di sostegno. Un'altra bellissima assonanza: Ho posto il mio spirito su di lui (Is
42,1b); e l'angelo a Maria: Lo Spirito di santit verr su di
te (Lc 1,35). Maria si coglie, dunque, nella sua risposta: Eccomi, sono la serva del Signore, nel quadro delle
predilezioni di grazia e di missione in cui si collocava la figura del Servo di
Jahw. La sua coscienza quella del misterioso
servitore amato da Dio, prescelto da lui per riempirlo del suo spirito.
Coscienza missionaria
Questa coscienza non
soltanto individuale ma di popolo. Maria parla a nome
del suo popolo di cui lei esprime il meglio e questo lo troviamo riflesso ancora
nelle meditazioni isaiane: Ma tu Israele mio servo (qui servo un popolo), tu Giacobbe che io ho scelto, discendente di Abramo amico mio... ti ho
chiamato dalle regioni pi lontane e io ti ho detto: 'Mio servo tu sei, ti ho
scelto... Non temere, perch io sono con te"
(Is 41,8-10). Il Signore
con te - dice l'angelo a Maria - non temere Maria (Lc 1,28.30). Maria vive la sua
coscienza in unit con quella del popolo che si sente amato, che si sa scelto,
che esperimenta su di se il sostegno di Dio. C' un'altra parola, di questa
coscienza di popolo, in Isaia: Poich io sono il Signore tuo
Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore... Non
temere, perch ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome... Tu sei prezioso ai
miei occhi (Is
43,3.1.4). Nell'animo di Maria c' una dedizione a Dio che sua e che di
tutto il popolo d'Israele: Maria l'anima, la voce, l'espressione della
vocazione del suo popolo. Per questo risponde al Signore come singola persona e
come vergine d'Israele, figlia di Sion. Dietro alla coscienza di popolo c ,
infine, quella di umanit, di popolo per un'umanit: Io il Signore ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano.
Ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle Nazioni, perch
tu apra .. .. gli occhi ai ciechi e taccia uscire dal
carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre
(Is 42,6-7). Il giusto mio
servo giustificher molti... Perch ti dar in premio le moltitudini
(Is 53,11-12). Maria vive sull'onda della rivelazione
biblica che viene attualizzata in lei dalle parole dell'angelo. Vive la
triplice coscienza della sua relazione personale di dedizione a Dio,
dell'espressione corale di un popolo e della responsabilit verso tutto quanto
umano. Potremmo, a questo punto, fermarci e chiederci: - come concepisco la mia vita? Ho in me la coscienza di
questa relazione di dipendenza, che quella che diversifica in definitiva la
scelta umana? La scelta umana, infatti, o di retta dipendenza da Dio, oppure
scelta di non dipendenza, di non servizio, di non sottomissione. In questo
caso la vita viene distorta e contraffatta da imitazioni maligne del bene che
pervertono il cuore, lo spirito, la societ. - ho la coscienza di popolo? Prima di tutto del
popolo di Maria e di Ges? perch non possiamo staccare la nostra identit da
quella del popolo ebraico. Nella radice abramitica di ogni cristiano (nella
Messa diciamo: Il patriarca nostro Abramo) c' il collegamento con il popolo
eletto, con il popolo della salvezza che il popolo di Maria e di Ges. La
Chiesa sempre ricomprende se stessa ripensando i propri legami con questo
popolo, certamente attraversati da storie dolorose, da crisi ma che proprio per
questo devono essere oggetto della nostra attenzione, vigilanza, affetto. -
Infine, qual la mia coscienza per i popoli? La
parola giusta : coscienza missionaria.
Anche se non ho usato nelle nostre meditazioni il termine missionariet,
chiaro che quello che abbiamo detto ha sapore missionario. La donna nel suo popolo vuoi dire apertura a tutto il resto
dell'umanit, visto nella luce di Cristo. Noi ben sappiamo che tutta l'azione
della Chiesa ha valenza missionaria, pur se trova la sua espressione storica e
geografica puntualizzata e sottolineata nella missione estera. Non c' tuttavia
pi distinzione - come c'era negli anni trenta - tra una Chiesa residente e una
missionaria. la Chiesa intera che proclama la salvezza alle genti e l'azione
missionaria risulta maggiormente inserita nella natura, nella cultura, nella
dinamica stessa della vita della Chiesa. Questo richiede attenzione sia da
parte dell'azione missionaria sia da parte di tutta l'azione pastorale perch
trovino la loro unit.
Il sacrificio cristiano
Riflettiamo ora sulla
parola di augurio che pi di un s, una gioiosa e affettuosa accettazione:
Avvenga di me quello che hai detto
Il verbo ottativo, desiderativo, esprime cio un s con tutto il cuore. Va
ricordata l'esposizione di S. Paolo circa lo spirito di fede nei primi undici
capitoli della lettera ai Romani. Con parole diverse dice ci che noi abbiamo
descritto come spirito di fede evangelica del peccatore riabilitato e
giustificato dall'amore di Dio. Paolo conclude la sua lunga esposizione
parlando, nei capitoli da 12 a 15, dello spirito di sacrificio cristiano
generato dallo spirito di fede evangelica penitente: Vi esorto dunque per la misericordia di Dio ad offrire i vostri corpi
come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio: questo il vostro culto spirituale
Rm 12,1). Come nello spirito di fede l'Apostolo ha
riassunto la vita interiore del cristiano, il suo esercizio di preghiera, di
penitenza, di supplica cos ora, nello spirito di sacrificio riassume tutta la
morale cristiana. E, infatti, continua: Non
conformatevi alla mentalit di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la
vostra mente, per poter discernere la volont di Dio ci che buono, a lui
gradito e perfetto (v. 2). Questi due versetti sono
l'introduzione all'esercizio di discernimento del sacrificio cristiano. Per
questo ritengo utile, dopo aver parlato dello spirito di fede evangelica,
riflettere sullo spirito di sacrificio che risalta stupendamente nel si di Maria. S. Agostino, discepolo e
scrutatore profondo di S. Paolo, definisce il sacrificio cristiano una
qualunque operazione eseguita per entrare in filiale comunicazione d'amore con
Dio. il sacrificio quindi una pasqua, l'ingresso
nella terra divina. Ci che conta, nella concezione agostiniana - propria a
tutta la patristica - non l'azione ma il fine dell'azione. Anche il
sacrificio , allora, grazia dello Spirito Santo che suscita, nell'uomo redento
e a partire dallo spirito di fede, lo spirito di sacrificio. In altre parole,
possiamo dire che il sacrificio inteso in senso oggettivo l'uomo stesso che,
mosso dall'amore, passa dall'attenzione alle molte cose alla dedicazione unica
della propria esistenza a Dio, dando al proprio vivere il significato di un
atto di amore: ecco il sacrificio per eccellenza. Ancora: per chiamarlo
cristiano occorre giungere al termine della riflessione, cio al sacrificio
fondamentale, principale, quello del Calvario in cui Cristo si offre per
portare tutta la Chiesa, sua sposa, alla gloria del Padre nella risurrezione.
Nell'Eucaristia, il sacrificio dell'altare relativo a quello del Calvario e
inserisce chiunque vi partecipa con amore nella Pasqua di Ges. Tutta la nostra
vita, come sacrificio cristiano, dunque in relazione all'Eucaristia che, a
sua volta, in relazione alla Croce, sacrificio perfetto, dedicazione totale
di Cristo-uomo alla volont e all'amore del Padre, e capace di attrarre a se
l'umanit intera.
L'opzione fondamentale
Come entra nella nostra
vita quotidiana il sacrificio? Mediante la giusta direzione del cuore, che un tempo si
chiamava la retta intenzione: in essa si riassume l'ascetica cristiana. L'uomo
che ha raccolto tutta la sua esistenza nel proposito di voler piacere a Dio
solo, entra nel sacrificio di Cristo, e quindi nel Regno del Padre; partecipa
della pienezza di Dio e ne fa partecipare le realt che egli santifica con la
giusta direzione del cuore. Dopo il sacrificio di Cristo, il s di Maria evidentemente l'immagine,
l'inizio, il seguito, il culmine di tutta la perfezione umana e cristiana. Il si di Maria comprende l'orientamento
della sua vita intera secondo Dio e ratifica in anticipo tutte le scelte di
Cristo, da Betlemme fino alla Croce. Per questo dicevo, all'inizio della
meditazione, che la scena della Croce gi contenuta nell'Annunciazione. La giusta
direzione del cuore, nel suo grado essenziale, ha un altro nome: opzione fondamentale. Una opzione che va per intesa in
senso dinamico: non basta compierla una volta sola. Piuttosto, una tensione
viva di amore verso il gusto di Dio Padre, verso ci che a lui piace, ed una
disposizione che informa tutta la vita. L'opzione, che si rinnova nella
preghiera e principalmente nella S. Messa, come una fiamma viva che d vigore
e forma a tutte le scelte morali facendole diventare scelte cristiane. importante
vivere la morale come dinamismo, tensione verso il bene, verso il meglio,
dedizione totale al disegno divino in cui l'uomo trova la sua pienezza di
figlio, la sua realizzazione vera. L'assenza o la dimenticanza della concezione
dinamica della morale porta inevitabilmente all'appiattimento e allo scrupolo,
conduce a tutte quelle forme di moralismo che si riducono a chiedersi se sia
pi o meno lecito e fino a che punto fare una cosa. Tutto questo ha certamente
una sua valenza logica e per risulta deprimente e poco autentico per la vita
umana, che di per se tensione, dono, slancio, gratuit. Pu portare al
grigiore, alla tristezza, alla pigrizia, alla discussione: nelle comunit o nei
gruppi diventa litigio per privilegi, scanso di fatica, legalismo puro e
semplice. Senza la dinamica dell'opzione fondamentale, si perde il colpo
d'occhio, il significato vero dell'esistenza umana che acqua viva profusa
continuamente dall'alto, non acqua stagnante. Credo che molti allontanamenti
dai confessionali, ad esempio, sia da parte dei fedeli sia da parte dei
pastori, si possano spiegare con l'appiattimento del dinamismo morale. Il
Sacramento della penitenza, infatti, ha senso e valore nella misura in cui fa
camminare l'uomo dal male al bene, dal bene al meglio. Sono tutte riflessioni
che ci sono suggerite dal s
di Maria. Chi teso in questo s, cerca sempre ci che a Dio piace, in ogni
cosa, pratica - in altre parole il discernimento. Nella lettera ai Romani, il
discernimento viene subito dopo il sacrificio: offrite i vostri corpi... per poter discernere la volont di Dio, ci
che buono, a lui gradito e perfetto (Rm
12,1). Il discernimento ben altro della puntigliosit meticolosa di chi vive
nell'appiattimento legalistico o con la pretesa di perfezionismo. uno slancio
d'amore che pone la distinzione tra buono e migliore, tra utile in s e utile
adesso, tra ci che in generale pu andar bene e ci che invece ora bisogna
promuovere. Il discernimento fondamentale nell'azione apostolica nella quale
necessario scegliere il meglio e non accontentarsi di fare bene, di una buona
parola, di essere buona gente. La mancata tensione per discernere il meglio
rende spesso la vita pastorale monotona, ripetitiva: si moltiplicano azioni
religiose, si ripetono gesti tradizionali senza vederne bene il senso, tanto
per obbedire a un costume e per rendersi irreprensibili davanti a Dio. Oggi i
giovani sentono particolarmente il gusto di una ricerca dinamica e vanno
educati al gusto del meglio, e non solo del bene. L'opzione fondamentale verso
la perfetta realizzazione della familiarit con il Padre, nel Figlio, in grazia
dello Spirito Santo si esprime concretamente nei voti religiosi che, sull'onda
del si di Maria, vanno vissuti
anche come popolo e per tutti i popoli. Vanno vissuti ora e nell'ora della nostra morte.
Le parole di Maria: avvenga di me quello che hai detto si traducono anche: secondo la tua parola in greco: kat to rma tu. La medesima espressione ricorre,
sempre nel vangelo di Luca, nell'episodio della presentazione di Ges al tempio
l dove Simeone dice: Ora lascia andare il tuo servo,
Signore, secondo la tua parola, nella pace (Lc 2,29).
Nell'abituale traduzione Ora lascia
sembra quasi che Simeone chieda qualcosa. In realt il verbo greco all'indicativo
e va quindi tradotto: Ora tu stai sciogliendo i miei
legami, o Signore, secondo la tua parola, nello shalm.
Simeone dice che il Signore gli ha fatto toccare il culmine della pienezza e,
infatti, la contemplazione che lui fa del Bambino, della gloria di questo
Figlio per tutte le nazioni, per tutte le genti, gi un'anticipazione della
pienezza della comunit cristiana dopo la risurrezione. Simeone anticipa, per
cos dire, la pienezza che Maria porta con il suo fiat nella maternit divina. E dice: la
tua parola, Signore, mi ha riempito e ormai sono con te per sempre; non c' pi
per me n morte n vita, tutto il passato stato preparazione a questo
momento. La morte la pienezza della vita, sono quei dolori del parto in cui si sta per manifestare la vita
piena e in cui il nostro s
raggiunge, in consonanza col s
di Maria sotto la Croce, il si
di Ges al Padre: Ora, Padre, nelle tue mani affido
il mio spirito (Lc 23,46). Ogni giorno noi moriamo,
in qualche modo, alle cose, alla vanit, alla mondanit, ai desideri carnali,
alla sensualit. Se viviamo il sacrificio spirituale secondo l'invito di Paolo:
Non conformatevi alla mentalit di questo secolo
(Rm 12, 2), ogni giorno moriamo e, di pari passo,
cresciamo nella pienezza della vera vita.
Ci sia dunque vicina
Maria in questo cammino, che ha nella morte il suo momento culminante! Noi
sappiamo che difficile vivere cos la morte, anzi impossibile all'uomo
perch in ciascuno di noi c' l`ansia, l'orrore, l'odio della morte e di tutto
ci che la precede o l'anticipa, come la malattia, l'insuccesso, la solitudine,
le menomazioni fisiche. Per questo domandiamo nella preghiera il dono di occhi
e cuore nuovi per vedere l'ora della nostra morte
a partire dal fiat
di Maria fino al Nunc dimittis di Simeone e poi fino
alla parola di Ges: Padre, nelle tue mani affido il
mio spirito (Lc 23,46).
(Cfr. Dal libro di Carlo Maria Martini, La donna nel suo popolo,
Ancora, Milano 2002, pp. 100-110)
Un po di STORIA
Risale
al IV secolo, meta di continui pellegrinaggi e considerata la Lourdes
italiana. La convinzione di questa miracolosa traslazione volante spinse papa
Benedetto XV a nominare la Beata Vergine di Loreto Patrona di tutti gli
aeronautici.
Il
Santo Padre, accogliendo la pressante richiesta dei piloti della prima guerra
mondiale (1914-1918), proclam, come detto, la Madonna di Loreto Patrona degli
aviatori con il Breve Pontificio del 24 marzo 1920. Il Santo Padre approv
anche la formula di benedizione degli aerei, che fece inserire nel Rituale di
Santa Romana Chiesa.
Non
esiste un luogo, presso gli Enti e Reparti dell'Aeronautica Militare, dove non
ci sia la statua della Madonna di Loreto e gli aviatori italiani la venerano
con incredibile devozione. Si ispirano a lei e la tengono nel cockpit di ogni
aeroplano. Ogni mattina, in ogni Reparto, il personale della Forza Armata, nel
corso della giornata, rivolge alla Beata Vergine una preghiera, un pensiero,
una supplica oppure un semplice saluto.
L'Aeronautica
Militare, in occasione della celebrazione della Madonna di
Loreto, festeggia in maniera solenne la madre protettrice e tutto il personale,
in grande uniforme rende omaggio a colei che quotidianamente ci accompagna e
protegge.
Decreto Pontificio
Il Beatissimo Nostro
Signore Benedetto XV, papa, accogliendo assai volentieri i supplici voti di
alcuni vescovi e di altri fedeli, a lui presentati dal sottoscritto Cardinale
Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti, con la sua suprema autorit ha
dichiarato e costituito la Beatissima Maria Vergine, denominata di Loreto,
principale Patrona presso Dio di tutti i viaggiatori in aereo. Nonostante ogni
altra cosa in contrario.
Roma
24 marzo 1920
Cardinale
Antonio Vico
Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti
Il legame tra
l'Aeronautica Militare e la Madonna di Loreto risale ai primi decenni del XX secolo
Secondo la tradizione, la casa abitata dalla famiglia
della Vergine Maria era costituita da una grotta scavata nella roccia e
custodita ancora oggi nella Basilica dell'Annunciazione a Nazareth, e da una
camera in muratura antistante.
Nel
1291, dopo la caduta del regno dei crociati in Terra Santa, la dimora della
Madonna venne traslata prima a Tarsatto
in Dalmazia, poi nella selva di Recanati ed infine a Loreto nella notte tra il
9 e il 10 dicembre del 1294.
La
leggenda narra che la "Santa Casa", conservata nella Basilica della
Madonna di Loreto, sia stata trasportata per mano degli Angeli. La
convinzione di questa prodigiosa traslazione "volante" spinse Papa
Benedetto XV a nominare la Virgo Lauretana protettrice dell'aviazione con il
decreto del 24 marzo 1920. Il Santo Padre approv anche la formula di
benedizione degli aerei, la cosiddetta "Preghiera dell'aviatore", che
fece inserire nel Rituale Romano.
Il miracoloso viaggio viene oggi rievocato con la cosiddetta "Festa della
Venuta", una serie di celebrazioni che si tengono ogni 10 dicembre nelle
Marche.
GIUBILEO LAURETANO
(8 Dicembre 2019 – 10 Dicembre
2020)
Lindulgenza plenaria dellanno giubilare
riguarder i fedeli che varcheranno la Porta Santa per chiedere il dono della
conversione a Dio e ravvivare la propria filiale devozione a Colei che ci
protegge nei viaggi in aereo.
Licona della Santa Casa in volo con
Maria, ci aiuter a vivere spiritualmente la grazia del
Giubileo per costruire insieme la grande casa del mondo per la gloria di
Dio e la concordia di tutti gli uomini.
Appuntamenti e Attivit
Ottobre:
Domenica
6 Ottobre Pellegrinaggio ad Assisi
Inizio anno Pastorale
Domenica
13 Ottobre
Celebrazione degli Anniversari di
Matrimonio
Madonna
Pellegrina
Durante tutto lanno (con la nuova
statua)
Mostra
Maria nellarte
Novembre:
Catechesi
in Famiglia - Avvento: Le donne nella Bibbia (1 Parte)
Presentazione
libri su Maria e le donne (10 petali per
10 donne, di Antonella Anghinoni, ed. Paoline)
Dicembre:
8 Dicembre Presso il Santuario della
Madonna di Loreto, Apertura della porta Santa per lanno Giubilare Lauretano
Festa
del 10 dicembre al reparto
Concerto di Natale in Chiesa: Maria La
Madre di Dio (verificare data)
Gennaio/Febbraio:
Conferenze
Visita
a un santuario Mariano
Marzo:
Catechesi
in Famiglia – Quaresima: Le donne nella Bibbia (2 Parte)
Quaresima
Via Crucis settimanale
24
marzo anniversario dei cento anni
Aprile:
Pellegrinaggio
a Loreto in occasione del Giubileo Lauretano
Maggio:
Mese
di Maggio Rosario e S. Messa in famiglia il venerd
Lourdes
a Maggio Pellegrinaggio Internazionale Militare
Roma
udienza papale (da definire con lo Stato
Maggiore e lOrdinariato Militare)
Celebrazione
delle 1 Comunioni
Celebrazione
delle Cresime (ultima Domenica di maggio,
presso la Parrocchia territoriale di san Giuseppe in Villachiaviche)
PROGRAMMA dellanno
Liturgia:
Riscoperta della
Celebrazione Eucaristica come momento di famiglia
Catechesi:
Le donne nella Bibbia
– Tratteremo alcune figure significative
Carit:
Visita ad alcune
associazioni caritative – con particolare attenzione verso quelle rivolte
alle donne – aiuto ad alcune famiglie bisognose