FOTO di Copertina

Manifesto della nuova campagna di Natale 2017 di Banksy

 

(Banksy un artista e writer inglese, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identit rimane ancora sconosciuta)

 

Giuseppe e la Madonna, incinta e a dorso di mulo, che arrivano di fronte al muro che divide Israele dai territori occupati con laria stupita e incredula (come faremo ora a raggiungere Betlemme?, sembrano chiedersi i due poveri emigranti)

 

ASCOLTA con il cuore

Il NATALE  la prima Carit

Lettera in occasione del Santo Natale 2019

 

Carissimi,

            lapprossimarsi della festa del Natale, che per i Cristiani la festa in cui Dio si fa uomo per occasione di festa per il mondo intero, di cristiani e non, perch un tempo nel quale oltre ad avere giorni di pausa dalle ordinarie attivit, occasione, al di la della Fede, di stare con le famiglie, con le persone in un clima di serenit e pace che tutti desideriamo avere e vivere.

 

                  Per chi tra noi cristiano e cattolico, allora mi rivolgo con le parole della Fede che illuminano il pensiero di questi giorni e ci aiutano a vivere il Natale di Cristo non solo come una festa di luci e colori ma anche un momento di vera intimit con Lui e tra di noi.

                  Per chi di altra fede o agnostico limmagine di copertina e il rimando possano illuminare il cuore a vivere questo giorno con gli occhi e lo sguardo grande.

                  Le luci e i colori ci devono ricordare questo grande evento e portare ad essere noi luce e colore per chi incontriamo. Mi faccio aiutare nella riflessione di questo Natale dalle parole di uno collaboratore di Zenit, Osvaldo Rinaldi, nellarticolo Il Natale spiegato a noi da Maria, Giuseppe e i pastori del 2016.

 

                  Ora nel lasciarvi in questa lettura, che spero possa aiutare a vivere bene questo Santo Natale, vi auguro ogni bene a voi e alle vostre famiglie, assicurandovi il mio ricordo nella preghiera nella S. Messa della Notte di Natale.

 

 

                  Il Natale ci riporta ogni anno alla grotta di Betlemme, la quale dapprima accoglie Maria e Giuseppe alla ricerca di un alloggio per trovare riparo dalla notte, e successivamente diviene il luogo dove il Figlio di Dio entra in questo mondo e pone la sua dimora in mezzo a noi. Quellumile stalla, alla periferia del pi piccolo capoluogo della regione di Giuda, diviene il centro dellumanit intera, la quale attende la venuta del Salvatore per liberarci dal peccato, per rialzarsi dalle nostre cadute e per sostenerci negli avvenimenti della vita.

 

            Ges non nasce in un lussuoso palazzo regale, accessibile solo a potenti ed ai notabili di questo mondo. Egli nasce in una grotta, perch viene per essere incontrato, accolto e adorato da tutti. La prima casa di Ges non un albergo pieno di persone, perch Egli offre a tutti lo spazio ed il tempo necessario per contemplarLo e per riconoscerLo. Ges nasce alla periferia delle periferie, affinch tutti possano recarsi da Lui senza temere di essere esclusi, senza paura di sentirsi inadeguati o senza langoscia di essere dimenticati.

 

            Il Figlio di Dio nasce in un luogo semplice perch Egli vuole essere raggiunto dagli ultimi di questo mondo, rappresentati dai pastori, i quali vegliavano lungo la notte per sorvegliare il loro gregge. La luce dellangelo avvolge di calore le loro vite dimenticate nel buio, e annunzia come luogo della nascita del Figlio di Dio una mangiatoia nella citt di Betlemme, dove avrebbero trovato un bambino avvolto in fasce. Quellannunzio viene accompagnato da una visione di un coro di angeli, che proclamano la grandezza di Dio e la discesa della vera pace in questo mondo. Essi accorrono senza indugiare un attimo e trovano esattamente quanto gli aveva rivelato langelo: il bambino avvolto in fasce che giaceva su una mangiatoia, insieme a Maria e Giuseppe (Lc 2, 8-19).

 

            Questa scena rivela il mistero del Natale. Quei pastori della Giudea, allontanati dalla societ troppo frettolosa di emarginare, perch poco propensa a rieducare ed a reintegrare, diventano linizio di una schiera di uomini che colgono la profondit del Natale. I pastori dimenticati da tutti, giudicati senza avere una possibilit di un riscatto umano, ricevono la possibilit di essere accolti dal Dio bambino, di adorarLo in silenzio e di vederLo con i loro occhi. La loro paura di mettersi al cospetto di Dio svanisce guardando la tenerezza di un bambino ed ascoltando i suoi vagiti.

 

            Lo stupore del Natale racchiuso in questi atteggiamenti interiori. Allesterno appare una scena ordinaria di una famiglia disagiata costretta a fare nascere il proprio figlio dentro una stalla, ma allinterno avviene un cammino di riconoscenza, di ringraziamento e di lode a Dio, che dona la sua vicinanza e il suo amore a partire dalla vita presente.

            I pastori emarginati dagli uomini vengono accolti da Dio, che si rivela non come un giudice severo, non come un re potente ma con la semplicit e con la tenerezza di un bambino. Dio appare rimanendo in silenzio, perch vuole parlare al nostro cuore. Egli si mostra avvolto in fasce perch vuole sanare le nostre infermit. Egli giace in una mangiatoia perch vuole nutrire quella fame e sete di giustizia a cui anela ogni essere umano.

            Maria e Giuseppe sono la testimonianza di come vivere il Natale. Il Vangelo di Luca non riporta le parole pronunziate da coloro che erano presenti presso la grotta di Betlemme ma racconta la visione e lannunzio angelico che i pastori hanno ricevuto. Non sappiamo se, oltre a Maria e a Giuseppe, fossero presenti altre persone presso la grotta ma sappiamo con certezza dal Vangelo di Luca che tutti rimasero stupiti dallascolto del racconto dei pastori. Di Maria viene aggiunto un particolare della sua vita interiore: Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore (Lc 2,19).

 

            Maria limmagine della Chiesa, che ha la duplice missione di annunziare il Vangelo ed ascoltare la testimonianza degli uomini. Il Natale ci ricorda che ogni incontro con Dio avviene per mezzo di un annunzio. La Chiesa ha sempre bisogno di messaggeri che annunziano lamore di Dio e la sua infinita misericordia per ogni uomo. Il Natale ci ricorda che la Chiesa non chiamata solo a rimanere nellovile, dove si trovano coloro che hanno gi ricevuto la buona novella, ma di recarsi alle periferie del mondo dove tante persone soffrono per aver dimenticato la fede e la speranza cristiana o dove tanti uomini e donne non hanno mai ricevuto lannunzio della buona notizia.

 

            Il Natale ci insegna che, dopo lannunzio, cՏ lascolto silenzioso. Maria e Giuseppe non proferiscono parole ai pastori. Essi sono tutti intenti ad ascoltare come Dio Padre, per mezzo dello Spirito Santo, abbia condotto i pastori allincontro con suo Figlio Ges Cristo. La Chiesa non chiamata a porre domande a coloro che si avvicinano con il desiderio di vedere Ges. La sua vocazione quella di ascoltare come Dio ha preparato lincontro con suo Figlio e rimanere stupiti di come Dio agisca nella vita delle persone. La Chiesa custodisce queste esperienze nel suo cuore e le medita umilmente aggiungendo ogni volta un tassello per riconoscere il vero ritratto del volto di Dio misericordioso.

 

            Il Natale non solo la festa del Padre e del Figlio ma anche dello Spirito Santo, che ne il protagonista silenzioso, nascosto e operoso. Lo Spirito Santo lartefice della nascita di Ges nel grembo benedetto di Maria. Lo Spirito Santo conferma la decisione di Giuseppe a prendere in sposa Maria. Lo Spirito Santo convince Giuseppe che il bambino di Maria unopera proprio della terza persona della Santissima Trinit.

 

            Il Natale la festa della famiglia chiamata a non rimanere chiusa tra le pareti della propria casa ma ad aprire le porte della sua abitazione per ascoltare le esperienze degli altri. Il Natale il giorno della conversione dellascolto, che consiste nellascoltare laltro senza interromperlo continuamente, nel lasciarlo parlare anche se sappiamo quello che ci sta dicendo, nel sentire le sue ragioni anche se non le condividiamo pienamente. E soprattutto il Natale ci ricorda che lascolto un gesto di autentica carit, perch presuppone sempre di conservare profondamente quello che abbiamo ricevuto, ricordandoci di come noi stessi siamo stati raggiunti, condotti ed amati da Dio. (Cfr. Osvaldo Rinaldi, in Zenit, 24-12-2016)