LA DIFFICOLT DI AMMAESTRARE IL MONDO

 

Mentre parliamo il tempo, invidioso, sar gi fuggito.
Cogli l'attimo, fiducioso il meno possibile nel domani

(Orazio)


Premetto, a scanso di equivoci, di polemiche, di giudizi che ci che scrivo ha solo lambizione e il desiderio di aiutare a costruire, la capacit di vedere il bicchiere mezzo pineo, senza mettere la testa nella sabbia, ma cercando di leggere in chiave serena le cose che accadono. Sono pensieri ad alta voce, in una preghiera personale davanti allEucaristia con lo scopo di richiamare a me stesso e a chi mi conosce, limpegno ad essere veri, allegri, sereni, positivi sempre e comunque. I poveri lo insegnano ogni giorno.

 

La citazione di Orazio non a caso, anche se non vuole essere solo quello lo stile, ma sicuramente linput per riflettere e iniziare un cammino con occhi differenti subito senza rimandare a domani o ad altri il compito di fare.

 

Ogni epoca ha i suoi problemi e se non ci sono, ce li creiamo e uno annulla o offusca laltro. Guerra alle persone, ma manifestiamo per la Pace. Tutti sanno, ma nessuno fa nulla. Leggere i quotidiani talvolta veramente divertente sentendo tutto e il contrario di tutto. Non si riesce a scorgere una riflessione positiva, che aggreghi, che illumini, che unisca, che sia di speranza, tutto deve essere messo in discussione, sempre una critica, diretta o velata, unaccusa a destra o a sinistra, a Dio o alla sua Chiesa, alle idee e anche alla storia.

 

Quanto difficile leggere positivo, avere fiducia nelle persone, dare spazio e tempo per fare. Nessuno, ovviamente esente e si salva da questo modo di fare, n chi predica n chi ascolta, tutti siamo uguali, i laici invocano libert e sono pi bigotti delle nostre vecchiette, noi cattolici, pi papalini del Papa e invece proprio il Papa che dal Viaggio, ci richiama allautenticit, ma anche qui critiche, chiesa potente, ricca .  Non riusciamo a vedere mai una cosa per quello che , dobbiamo sempre fare dietrologia di tutto e di tutti, giudicando anche le intenzioni, ma il Vangelo chiaro: ama Dio e fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te.

Allora, per noi, il Signore dove sta?

Sicuramente la dove cՏ il povero, che non necessariamente il povero materiale, penso alle terre povere, ma ricca di umanit e questo permetter a questi popoli di vivere con dignit, richiamando, i ben pensanti, che nella vita quello che veramente conta lavorare e volersi bene sempre e comunque, nella discussione e nel confronto, ma con gli strumenti della correttezza e del rispetto gareggiando nello stimarsi e non nel dire cattiverie. Questo non vuol dire non proclamare la verit, ma si proclama, si difende, nei modi, luoghi e tempi giusti. 

 

Il povero vero quello senza idee, senza prospettiva, senza speranza, che sa solo criticare. Questo dovr rivedere come stare in mezzo agli altri. Lo vediamo nel mondo cos detto occidentale, evoluto, moderno. Che cosa succede? Crolla e per ripartire cosa dobbiamo fare? Riscoprire la voglia di essere positivi, di lavorare con onest, di sapersi un popolo che ha sudato la sua storia, di terra che ha saputo, nel tempo, parlare di bello e di grande e che ora rischia, invece, di perdersi per troppa supponenza e arroganza. Il povero, il debole , sono i forti che ricorderanno a noi che la vita va vissuta con dignit. Il passato ci deve guidare a migliorare, non a fare gli stesi errori o peggiorali addirittura.

 

Impariamo ad essere positivi a richiamare tutti e noi stessi a esser persone di unit, di aggregazione, rispettandoci nelle idee, nei modi, nel collaborare, impariamo ad adattarci, senza svenderci, senza rinunciare alle nostre idee, ma capaci di cambiare prospettiva.

 

Chiediamo rispetto, ma non lo diamo. Dio, la Patria, la famiglia, sono valori, o sono scuse per discussioni e basta?

 

Non ho soluzioni e non ne voglio proporne, ma solo penso ad alta voce e faccio il mio, cerco di essere onesto e corretto, credo, amo e servo, limito le parole vuote e offensive, cerco di portare parole di pace e gesti di speranza la dove queste vengono meno.

Ubbidisco e prego, certo che il Signore il principe della storia dellumanit, noi lavoriamo, programmiamo, e guai a noi se non lo facessimo, ma non dimentichiamolo mai, che non siamo noi i padri eterni, tutto passa e la storia lo dice ogni girono e solo lamore resta autentico e andr al di la del tempo, solo Cristo rimane, nonostante la storia e gli uomini. 

 

Non tutti siamo uguali, e tutti siamo diversi e unici, e meno male, ma tutti e ognuno, secondo il suo ruolo, le sue aspirazioni, le sue doti e capacit, opinioni e visioni della vita, dovr essere di aiuto al mondo, alla societ, alla famiglia, alla Chiesa, . con la sua passione alla vita e allimpegno, senza dimenticare lamore e il rispetto. 

 

Per chi crede, Dio, che lo dice e lo insegna con la sua vita, per altri Allah, Jaweh . che richiama alla verit e al rispetto, per chi non crede, lintelligenza umana che glielo suggerisce ma tutti siamo di passaggio, pertanto non lasciamo, dietro di noi, solo macerie, cattiverie, maldicenza, offese, divisioni, guerre ... ma lasciamo limpegno e lamore per le cose in cui crediamo.

 

Il Papa Benedetto XVI nellomelia che tenne in Africa (Benin) disse: Il giudice ultimo delle nostre vite ha voluto prendere il volto di quanti hanno fame e sete, degli stranieri, di quanti sono nudi, malati o prigionieri, insomma di tutte le persone che soffrono o sono messe da parte; il comportamento che noi abbiamo nei loro confronti, sar dunque considerato come il comportamento che abbiamo nei confronti di Ges stesso. Perci, sullesempio del Re per cui regnare servire, il Papa ci invita e essere attenti al grido del povero, del debole, dellemarginato. Ges ha voluto identificarsi con i piccoli, con i malati, ha voluto condividere la sofferenza Ogni malato, ogni povero merita il nostro rispetto e il nostro amore, perch attraverso di lui Dio ci indica la via verso il cielo. (Cfr. Avvenire, 22/11/2011).