COME DOBBIAMO AMARE

con umilt e semplicit

 

 


In questo grande movimento di mondo, unespressione di un film, che sta girando, ora, sui nostri canali, The New Pope, mi ha colpito: "Come dobbiamo amare? Con tenerezza, non con passione. La passione l'eterna nemica dell'umilt".

Ora, non sono qui a fare una recensione al film, o al regista o alla storia, n come raccontata, se discutibile, irriverente, vera, falsa, bella o brutta, ma solo perch mi ha fatto fermare a pensare.

 

In questi giorni burrascosi, che segnano la storia di questo tempo post moderno che stiamo vivendo, la nave della Chiesa in un mare burrascoso e il diavolo ci gioca dentro. Dico a me e a voi, non cadiamo nella tentazione e nella rete, anche apparente, di volere giustizia che diventa, invece, giustizialismo di verit che diventa pregiudizio, solo poi, per acquietare la nostra coscienza e, invece, e con occhi nuovi e alla luce di Dio, andiamo al cuore dei fatti, questo, almeno, deve essere latteggiamento di base di un cristiano e di un professionista, di una persona buona, attraverso una critica costruttiva.

 

Ora, fatta questa premessa, mi soffermo con voi sulla Fede, che non qualche cosa di dimostrabile e la religione che ne esce una regola umana, che serve per rimanere nel solco della Fede, pertanto perch criticare per il gusto di farlo o mettere in discussione tutto cercando prove scientifiche? O demonizzando la parte umana della vita della Chiesa?

Se non sappiamo fidarci e affidarci allora la vita bella che tutti desideriamo, sar sempre limitata e invece io voglio poter sognare oltre lorizzonte e credere in Cristo che mi ha offerto una Regno di Pace e Giustizia, di Amore e Libert, mi sprona a vivere e costruire questo regno gi da ora.

 

Questo il vero problema moderno, non sapersi stupire, se non delle banalit o delle brutalit, invece che del bello e del grande, del saggio e dellilluminato e ci concentriamo a cercare dimostrazioni, ma lamore non si dimostra si vive.

 

Il giudizio del mondo e anche del popolo di Dio severo, alcune volte senza criterio solo per parlare male. Certamente un mea culpa dobbiamo farcelo tutti noi che abbiamo, forse, abusato della pazienza del nostro popolo e di Dio ma, nulla perduto se amiamo il Signore come uomini e donne, come preti e religiosi, come un unico popolo che, nonostante il deserto e le infedelt di questo cammino. cerca e vede sullorizzonte la terra promessa.

Il papa, la Chiesa, i profeti e i pastori ci indicano la strada, non dobbiamo giudicare, ma amare e seguire.

 

Il mio popolo con le stellette, che servo e non diverso da altri, ma, al quale mi rivolgo principalmente da queste pagine, dico con il cuore aperto: dobbiamo impegnarci di pi e meglio, con grande umilt e amore, con tenerezza nel servire la Pace, perch nel servirla, serviamo Dio, i fratelli e la Chiesa, la Patria e cittadini, la libert e gli ideali, la voglia di essere e di stare bene di tutti e non solo di alcuni.

 

Questa, allora la conclusione: essere noi stessi, capaci di gesti umili, alla luce dellamore. Il nostro servizio, che prende forma, come cristiani e militari, come popolo di Dio in cammino verso il regno promesso, verso quella terra promessa che la capacit di credere in Dio e fidarsi di Lui, ci aiuti a proteggere e servire la sicurezza e la pace, proteggere e proteggerci dentro e fuori, da chi approfitta per umiliare, con larroganza del potere o dei soldi, dellintelligenza o del lavoro, della guerra e della paura . ed essere presenza positiva, serena e ricca di speranza, per poter dare speranza con un volto capace di sorridere e offrendo sempre una mano, attraverso le nostre singole vocazioni.