La FOTO, il motivo della scelta:

La bandiera a mezz’asta, in segno di lutto.

Uno scatto, che racchiude tutto il senso delle parole del Vangelo di oggi: “dare noi stessi da mangiare”. Espressione che si vede coronata, per i militari, nel dono supremo della vita che hanno sacrificato per la Pace e la serenità dei popoli. La Bandiera nazionale segno dell’unità di un popolo, mezza a mezz’asta in segno di lutto e rispetto, racchiude nell’immagine, il senso delle parole a commento di questa domenica.

FOTO da:(Cfr. Elzeviro.eu)

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

“Fateli sedere a gruppi … alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla …tutti mangiarono a sazietà”

 

Carissimi,

parlare di sacrificio, di testimonianza, di servizio, sino a donare la vita, non è facile e  non è caratteristica esclusiva di nessuna, ma solo impegno di alcuni, sicuramente, nel vivere la loro vita a servizio degli altri.

E’ in questa luce che voglio sottolineare, questa caratteristica per quei giovai con le stellette, di ieri e di oggi, che hanno dato la vita per gli altri.

Ora, per aiutarci in questa riflessione, vi cito un’omelia del nostro Pastore e vi rimando alla lettura integrale, perché con le sue parole, forse, riusciremo meglio a comprendere questo servizio, questo donarsi, questa svita spesa per gli altri. Non è, forse questo il significato della festa che celebriamo, del dono di Dio a noi?

Non è forse questo il senso a cui Gesù ha voluto portarci e insegnarci ad essere?

Donarsi agli altri con tutto noi stessi, per un bene più grande. 

“ … Il bene comune non è un vago bene globale, certamente non è il bene del più forte; ma non è neppure il bene della maggioranza, politica o di opinione che sia. Il bene, potremmo dire, è «comune» se “accomuna” tutti gli uomini, se permette e sviluppa una “comunanza” nella vita, nelle sorti, nella stessa fruizione dei beni. Il bene comune include il bene di tutti e di ciascuno, perciò include e supera il bene personale, senza però calpestarlo. Il bene comune non può essere perseguito a spese di qualcuno, sia esso il più piccolo e povero della società; è di tutti e, dunque, tutti dobbiamo cooperare a costruirlo.

L’obbedienza – quella civile, come quella militare, come quella religiosa – deve sempre misurarsi con l’idea del bene comune, del bene. «Essere pronti per ogni opera buona»: è la sintetica e bellissima definizione che Paolo offre dell’obbedienza. Ed è proprio così che i fratelli che oggi ricordiamo sono stati: obbedienti, pronti ad affrontare le difficoltà della missione e persino il rischio della vita, perché convinti della bontà dell’opera da portare avanti.

Un’opera di pace! 

Sì. Perché anche la pace è un bene comune. Un bene cui tutti i popoli, tutte le nazioni, tutti gli individui hanno diritto; un bene che tutti siamo chiamati a costruire. È proprio vero: «la pace non è pace finché anche un solo popolo nel mondo sarà in guerra» … “.

(Cfr. Omelia dell’Ordinario Militare nella celebrazione per i caduti nelle missioni di pace, Basilica Santa Maria in Aracoeli, Roma, 12 novembre 2014)

Buona Domenica

23.6.19-CorpusDomini@unavoce