La FOTO, il motivo della scelta:

Concelebrazione in San Pietro con l’Ordinario e i Cappellani Militari

In una foto, il riassunto di una presenza. Insieme, condividendo, si diventa uomini della risurrezione. 

FOTO da: (Cfr. acistampa)

“PENSIERI CON LE STELLETTE”
sul Vangelo della Domenica

 

PASQUA DI RISURREZIONE DEL SIGNORE

«Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto

 

Carissimi,

eccoci arrivati alla Pasqua del Signore. Mille messaggi, opportunità, in questo tempo di emergenza, ci sono di riflessione e di recupero di alcune cose che la frenesia della vita ci aveva tolto. Qui vi ripropongo un passaggio di una lettera, lontana, nel tempo, nella storia della nostra Chiesa, che può  aiutarci a vivere questi giorni, come uomini, cristiani e militari in questo tempo. 

“ … La nostra presenza in questa realtà trova senso perché la vita militare costituisce un vero servizio all’uomo: difesa della Patria, salvaguardia della pacifica convivenza dei cittadini, tutela dell’ordine pubblico, fedele collaborazione con gli Organi dello Stato, educazione dei giovani al senso del dovere e alla disciplina della vita. A questi, che sono i compiti fondamentali di ogni Istituzione militare, si aggiungono oggi quelli non meno impegnativi della protezione civile e della tutela della pace internazionale. Questo servizio all’uomo può raggiungere i vertici piú alti della vita cristiana: “…dare la vita per i propri amici”. Certamente, per la nostra Chiesa militare è un grande privilegio sapere che i piú grandi dei suoi figli sono tutti degli eroi e che alcuni di essi sono anche Santi. Pertanto, l’impegno che la nostra Chiesa si assume, è che i suoi membri diventino veri soldati e veri cristiani. Desideriamo che la luce di Cristo, splendente nel volto della nostra Chiesa, illumini tutti gli uomini impegnati nell’annuncio del Vangelo ad ogni creatura. Ma quale aspetto del volto di Dio risplende maggiormente nella nostra Chiesa? La Chiesa militare vuol essere una Chiesa che accoglie e tutela: Dio è amore, accoglienza e difesa di chi spera in Lui. Accogliere e difendere: due termini apparentemente in antagonismo, in realtà, consequenziali per coloro che hanno ricevuto la missione di difendere i piú grandi valori dell’uomo. La difesa di questi valori, a volte anche con la forza, può far apparire il nostro impegno per l’uomo in contrasto con i valori del Vangelo. Si potrebbe anche disquisire, ma la presenza dei nostri soldati in Bosnia dimostra come la pace debba essere difesa anche con la forza e, mentre accogliamo rispettosamente le motivazioni di chi in coscienza non si sente di portare le armi, riteniamo che essi non siano piú pacifici dei nostri giovani impegnati nello sminare quelle terre. In questo momento voglio ricordare quella splendida e generosa gioventú, animata dai nostri cappellani, con i quali ho condiviso la gioia della Pasqua e che ho definito “uomini della Resurrezione”. La nostra è una Chiesa che testimonia la vigilanza raccomandata dal Vangelo, cosciente che il ladro viene sempre di notte. La nostra vuol essere Chiesa che corregge e perdona. Il dovere di correggere è uno degli aspetti piú difficili dell’esercizio della carità ed è una delle carenze piú gravi della società di oggi: è piú facile punire che correggere, perché per correggere è indispensabile avere il coraggio della carità…”. (Cfr. SER G. Mani, ex O.M. dalla Lettera dell’Indizione del primo Sinodo della Chiesa Ordinariato Militare in Italia)

Auguri di una Santa Pasqua

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