PENSARE POSITIVO
Strada per crescere nella vita
“Il mondo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione” (Paolo VI)
Ritorno ancora una volta, con poche righe, sul tema della bellezza e vi propongo, qui, degli stralci di articoli, perché possiate leggerli nella sua integrità. Credo molto in questa dinamica della vita, cioè che la bellezza educa e credo che il bello sia la strada per la verità, la vita vera, il bene. Nella mia formazione, ho avuto la fortuna di essere stato educato al bello attraverso piccole cose, la famiglia modesta, ma decorosa con attenzione ai dettagli, il seminario, un ambiente del quattrocento con dei superiori attenti alle cose, educandoci così con il cuore ad appassionarci, ad amare, a contemplare ciò che ci circondava, ad alcuni insegnati, amanti delle cose, del bello delle parole bene dette, l’eleganza dei movimenti, la gentilezza dei modi. Altro elemento fondamentale nella nostra formazione umana, spirituale e culturale è stata liturgia, negli anni della formazione è stata fondamentale, e in essa, attraverso una preghiera sera, ben fatta, contemplativa, al di la delle parole, c’è stata sempre unita, la ricerca del gusto estetico. Una liturgia, che nella sua semplice eleganza, non aveva bisogno di tante parole, ma di gesti che fossero eloquenti di per se stessi. Alcune figure ecclesiastiche mi hanno aiutato in questo, sacerdoti e vescovi, parroci e semplici fedeli, mi hanno educato a fare sempre bene e con cura. Credo, pertanto, che educare il cuore e la mente al bello: arte, musica, letteratura, linguaggio, modi di fare, ricercando la perfezione … possano educare il cuore e fare uscire, il singolo individuo e la società da quella banalità e superficialità che talvolta si trova a vivere. Attraverso la bellezza si scopre la verità e si arriva a costruire una società attenta e responsabile. Bello non è sempre e solo sinonimo di costoso e quindi appannaggio solo di alcuni, ma bello e semplice, pulito ed elegante, gentile e trasparente, possono diventare la via per tutti e la strada per educarci a vivere e costruire, giorno per giorno, un mondo migliore, un mondo come l’ha pensato Dio.
“ … Chi è educato alla Bellezza, è capace di sviluppare capacità relazionali degne del suo essere personale, perché riconosce che l’oggetto possiede una bellezza intrinseca, che deriva dalla sua partecipazione alla Bellezza dell’Essere, e non dal gusto personale di chi guarda. Per questo, il gusto è facoltà da educare, al pari delle altre facoltà umane, perché l’uomo, unico essere al mondo che necessita di educazione e aspira alla Bellezza, possa essere ricondotto al grande albero dell’Essere, da cui, spesso inconsapevolmente, trae la sua linfa e il suo sostentamento… La bellezza da insegnare, quindi, è la bellezza che nasce dalla contemplazione, in grado di far anelare l’intelletto verso il vero e la volontà verso il bene. Nel legame ontologico tra Uno, Vero, Bene e Bello è possibile superare il relativismo imperante, che, in definitiva, non è altro che progressiva negazione dell’Essere in quanto essere. La perdita dell’Essere, nell’orizzonte conoscitivo, ha progressivamente sostituito l’estetismo alla bellezza e, al tempo stesso, ha svuotato di senso la Verità e il Bene. Le parole di Solgenitsin, pertanto, diventano profetiche: alla bellezza è chiesto di ricondurre al Bene e al Vero. In definitiva, alla bellezza è richiesto di ricondurre alla contemplazione dell’Essere, attraverso il recupero della dimensione veritativa che ad essa appartiene in modo proprio. La dimensione relazionale della bellezza consente, inoltre, di superarne l’assolutizzazione operata dal mondo moderno e, al tempo stesso, permette di evitare che il desiderio di bene morale scada in vuoto moralismo, per elevarlo al livello superiore dell’amore…”. (Cfr. G. Crimì, in Forum)
“ … «Il mondo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione», queste le parole di Paolo VI, secondo cui la bellezza è sinonimo di verità, di umiltà, di giustizia e di gioia, in contrapposizione alla «cattiveria» del mondo. Una dimensione da inquadrare alla luce delle riflessioni ispirate di Simone Weil e della rilettura dei Padri della Chiesa, in un percorso che va dalla creazione dell’uomo a immagine di Dio, alla perdita della bellezza con il peccato di Adamo, al sacrificio di Cristo che indica all’uomo la strada per il recupero del suo più autentico significato in Dio.
«Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani (…) Che queste mani siano pure e disinteressate! Ricordatevi che siete i custodi della bellezza nel mondo». Con questi ispirati termini Paolo VI l’8 dicembre 1965, al termine del Concilio Vaticano II, si rivolgeva agli artisti stabilendo una singolare e forte equazione fra arte, bellezza, verità, tempo ed eternità. Ci affascina questa missione di custodia del creato assegnata a chi con l’umiltà delle mani, la fantasia del cuore e la fatica dell’intelligenza è chiamato a dare futuro al nostro presente con la forza umile e fragile della bellezza, una bellezza oggi troppo volte negletta o troppe volte esaltata. E qui vogliamo includere tanto la bellezza riposta nel cuore quanto la bellezza che dà forma e splendore ai lineamenti di ogni persona, specchio e istanza di quell’altra bellezza, quella che vorremmo sempre circondasse ogni istante della nostra vita, riempiendo di sé ogni nostro sguardo, ogni nostra generica sensazione guardando al mondo e agli altri…”. (Cfr. Il mondo ha bisogno di bellezza, di Bernardo Francesco Gianni, in Testimonianze)
Carissimi, lettori, possano questi pensieri e racconti positivi, aiutarci ad essere migliori e contagiosi in questa avventura che è la vita.
@unavoce
Foto di Copertina: foto privata del Cappellano del Vespucci, Nave scuola della Marina Militare Italiana, in uno scatto durante la Campagna Addestrativa 2020, nel “Mare Nostrum”