LA FORMALITÀ DEI GESTI, ANIMA DELLE FEDE E DELL’IMPEGNO

 

“La Conferenza episcopale italiana ha deciso che, dal prossimo 14 febbraio, i fedeli potranno scambiarsi il dono della pace guardandosi negli occhi ed chinando semplicemente il capo. Edward McNamara, docente di Liturgia e Teologia: “Non cambia il senso ed il significato profondo. In molti altri Paesi esistono segni diversi in base alle differenti culture, come prevede il Messale”. (Cfr. VaticanNews

L’emergenza sanitaria ci ha imposto diversi cambi di stile di vita, alcuni difficili, altri ci hanno aiutato a comprendere i significati che altrimenti il tempo e l’abitudine ci avevano resi indifferenti e fatti in modo meccanico.

Oggi riportandovi questa nota della CEI in merito allo scambio di pace, ci offre l’opportunità di riflettere sul significato di un gesto che rischiava di diventare formale e vuoto. La pace è un bene primario e costruirla, difenderla, proteggerla è compito di tutti, Cristo ce la offre come primo dono vendo in mezzo a noi e noi abbiamo il dovere di coltivarla. Alcuni tra di noi, non solo la difendono con il loro servizio, ma la coltivano nel cuore per servire e aiutare a costruirla la dove sono venuti meno gli elementi per viverla.

In questa luce leggiamo anche il gesto di pace che nella Celebrazione Eucaristica ci scambiavamo ed è stato sospeso per questioni igieniche sanitarie. Oggi i Vescovi Italiani ci suggeriscono un altro modo di fare e credo sia illuminante. Recuperare quei gesti ordinari trasformandoli in straordinari. In altre culture e tradizioni lo sguardo e l’inchino sono segno di grande rispetto e stima, facciamo si che diventi anche per noi così. Vivere i segni giornalieri della vita con eleganza e impegno educativo. I segni che viviamo e i gesti che facciamo nella liturgia, dalla genuflessione, all’inchino, alla posizione delle amni giunte o meno che specificano un senso di devozione, all’accoglienza al saluto per strada, in casa, sul posto di lavoro sono allora da viverli rinnovandoli e creando uno stile nuovo che dica stima, amore, impegno.

Poche righe per dare rilievo a questa nuova forma liturgica che diventa occasione di rinnovo anche nella vita quotidiana.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Avieri