Voglia di Pace

 

“Numerose persone sono rimaste ferite, e tanti innocenti sono morti. Tra di loro ci sono anche i bambini, e questo è terribile e inaccettabile. La loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere”. (Papa Francesco)

 

Quante volte, quante preghiere, messaggi, discorsi, lavori diplomatici, interventi umanitari di gruppi e di singoli, di ogni fede e religione, di ogni parte politica e sociale: pace per questa o quella parte del mondo. Chi grida per dire che, per costruire la pace, non ci vogliono le armi e chi con ragione non lo direbbe. Sappiamo tutti che in questo mondo, dove non ci sono regole ne morali, ne sociali, ne economiche, … il deterrente della forza e per il militare e militare cristiano, della Fortezza, serve per ricordare a chi non smette di litigare e di vivere solo per i propri interessi, il più delle volte mascherati con rivendicazioni nobili, di non approfittare dei più poveri, i più deboli, i popoli – che dobbiamo cambiare direzione, cammino, prospettiva, cuore. E oggi, ancora una volta, purtroppo, sotto gli occhi, sono protagonisti i più deboli: i bambini, cuori innocenti, figli di un’era che troppo facilmente dimentica gli orrori di oggi, di ieri e di sempre.

La Pace è la via del pianeta, del popolo, del mondo. Pace, rispetto, collaborazione, aiuto, fraternità. Il Papa come autorità morale del mondo, tra altri e con un esempio impareggiabile di dialogo e non solo come Capo della Chiesa, ricorda che solo nella fraternità e nel dialogo avremo un futuro e lo avranno le future generazioni.

Non c’è storia, dalle origini ad oggi, che non ci racconti che la guerra porta solo altra guerra e rivendicazioni, odio e vendetta, portano solo altro odio e vendetta.

Trovare uno “staus quo”, trovare una via di dialogo, nel rispetto, senza rivendicazioni è l’unica strada per la convivenza umana. Solo mettendo un punto potremo andare avanti, senza rivendicare giustizia e rispetto, o altro … tutti abbiamo sbagliato, chi da una parte e chi dall’altra, oggi è il tempo di dire basta.

Chi si scaglia contro i militari non comprende questo messaggio di amore e di pace, è non è un costruttore di pace, ma un ipocrita come pubblicani e farisei. I Militari sono i nostri “ministri della sicurezza e della pace” e con loro e attraverso di loro, altri e altre organizzazioni possono lavorare, intervenire, aiutare, là dove la ragione non sente ragione.

L’errore, semmai, è di chi pensa di usarli per altri scopi, per altre aberrazioni, per rivendicare non giustizia e armonia, pace e sicurezza, verso chi non rispetta le regole, ma per dire e proporre il proprio potere.

Il nostro compito umile, discreto e nascosto è creare, curare e aiutare i cristiani e militari a formare questo cuore attento e responsabile, misericordioso e amoroso, attraverso l’obbedienza agli ordini, nell’austerità della loro professionalità, ma con la carità di Cristo. Tutti e ognuno, con la sua vocazione, ruolo e servizio, può contribuire a costruire questa Pace che tanto desideriamo tutti. Si fa guerra per aver pace, ma forse è proprio qui il problema si fa guerra per rivendicare i diritti, dimenticando, poi, le persone che devono giovare di questi diritti.

Dalle pagine di questo sito, che non ha nessuna pretese, se non quella di tener unita la comunità con le stellette che mi è stata affidata come pastore, offrendo spunti di riflessione portando in evidenza tematiche e argomenti di vario genere, invito a volgere lo sguardo alle terre martoriate del mondo per pregare per tutte queste persone, per chi soffre e per chi fa soffrire, perché la Luce Vera illumini e scaldi il cuore e la mente di tutti, per trovare le vie giuste della convivenza nel rispetto e nella fraternità.

Se continuiamo a tornare al passato solo per alimentare odio, non serve, il passato e la storia ci servono per andare avanti e non per ripetere gli stessi errori, ma superare quelle divisioni che in passato hanno alimentano odio e guerre, piccole o grandi, vicine o lontane.

Si può e si deve lavorare tutti in questa direzione, partendo dalle piccole controversie interne, nostre e personali per educarci ad avere un cuore grande e capace di amare come ci ama Gesù.

“le morti dei bambini sotto le bombe, a qualsiasi popolo appartengano, non ci possono lasciare indifferenti: ci testimoniano ancora una volta che la guerra porta solo morte, distruzione e odio … I bambini pagano il prezzo più alto delle nostre sporche guerre”. (Cfr. L’Osservatore Romano

Non guardiamo indifferenti a ciò che accade nel mondo o accanto a noi, ma contribuiamo a cambiare il mondo, con le nostre parole, con i nostri gesti, senza fare chiasso, ma con pazienza, umiltà, ogni giorno lì dove viviamo, in ogni situazione che viviamo.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Libano, Militari Italiani di UNIFIL 

Una foto che parla più di tante parole, uno scatto che racchiude l’umanità, la professionalità e il cuore grande dei nostri Militari Italiani, un sorriso che offre sicurezza e serenità.