Spirito e Copro

 

In questo tempo estivo, oggi, dall’agenda della nostra comunità con le stellette, non ho da segnalare nulla di particolare, pertanto vorrei proporvi una semplice ma importante riflessione sulla promozione del personale, su differenti campi della vita, da quello psicologico a quello religioso, a quello umano e lavorativo. Vi rimando a una pagina del Sito del Ministero della Difesa, dove affronta i vari aspetti e poi chiudere con uno sguardo anche a quello religioso, citando il nostro Sinodo della Chiesa Ordinariato Militare. Al centro l’uomo, sempre questo fa una società moderna, democratica, questo fa una organizzazione, un gruppo, questo fa la Chiesa, l’uomo al centro del suo annuncio, del suo servizio. 

“Noi militari siamo chiamati ad affrontare quotidianamente continue sfide, in scenari complessi e in evoluzione, che ci coinvolgono come individui e che incidono conseguentemente anche sulle nostre reti relazionali: nella nostra routine quotidiana, e ancor di più quando impiegati nelle missioni in patria e in territorio internazionale, siamo esposti a diversi fattori di rischio che possono incidere sulla salute fisica e psichica e sugli aspetti familiari e socioeconomici. Comprendere che cosa ci consente di essere efficienti psicologicamente e mantenere e sviluppare il benessere psicologico può migliorare la capacità di gestire le sfide che caratterizzano la vita di un militare. Ecco perché abbiamo creato questo spazio in cui potrai trovare indicazioni e suggerimenti per mantenere il tuo benessere psicologico, potenziando la tua prontezza operativa, per intervenire prontamente di fronte alle difficoltà che potrai incontrare e per aiutarti a gestire eventuali problematiche che potrebbero causare una sofferenza importante a te e alle persone che fanno parte del tuo mondo”. (Cfr. Difesa)

Ritenendo l’aspetto religioso della vita, un elemento fondamentale per il benessere del personale, lo Stato e la Chiesa, nel rispetto delle singole competenze, hanno stipulato degli accordi che garantiscano la possibilità di vivere la propria fede serenamente anche nella e durante la vita militare, pertanto la Chiesa per non dimenticare nessuno del popolo si pone come garante e assistenza collaborativa dell’organizzazione militare, sostenendola con la propria professionalità, vicino al personale nel rispetto delle singole scelte di fede e di vita.

“Il servizio militare, per molti, non è un comune lavoro, ma un’autentica vocazione e anche in quanti l’hanno, in un primo momento, intrapreso per necessità, ho trovato motivazioni profonde e serie: sono rimasto sorpreso nello scoprire come la religiosità sia parte integrante della loro vita e come alcune pratiche siano ritenute essenziali anche da chi è incerto nella fede. La recita della preghiera del marinaio durante la navigazione o quella del Corpo di appartenenza nel corso di una cerimonia o al termine di una celebrazione liturgica, si è manifestata come occasione propizia di evangelizzazione. Il Sinodo ha dunque individuato la risposta al primo, fondamentale interrogativo, mettendo in relazione la vita militare con il primo e il più grande dei Comandamenti, quello dell’amore a Dio e al prossimo.  La comunità autorizza alcuni uomini a difendere con la forza e con le armi la vita e i valori inalienabili dell’umanità: essi sono investiti d’una grande missione che svolgono, spesso, con rischio e pericolo. Benché molti non riescano a coniugare uso della forza con l’esercizio della carità, nella vita del militare cristiano si è operata una sintesi per cui è possibile sia essere militari per amore che portare le armi per amore: cristiano, infatti, è colui che crede in Cristo Gesù e, come lui, agisce solo per amore. Il militare che si è lasciato trasformare dalla carità ha perciò uno stile diverso dal classico uomo in divisa, perché la virtù che lo contraddistingue è la fortezza e non la forza”. (Cfr. Sinodo O.M., Presentazione)

Sulla base, quindi, di una innegabile cultura cristiana europea, nel rispetto delle libere scelte, della laicità e di ogni aspetto di polemica che si vorrebbe creare, è innegabile che l’uomo vive due dimensioni, quella verticale e quella orizzontale.

Quella verticale, verso l’assoluto, Dio, religiosità, fede, che unita alla dimensione orizzontale, la convivenza umana, dove vengono messe in campo psicologia e fisicità, porterà, la loro armonia, a creare quel benessere indispensabile per la vita, offrendo una serenità di fondo che porterà la persona ad una maggiore professionalità, ad uno spiccato senso del dovere e maggior impegno responsabile.

Il compito, pertanto, è camminare con loro, “prendere l’odore del gregge” per guidare il gregge e la vita di essi, alla luce di quei valori fondamentali della vita stessa, quei valori che servono, poi, con la loro professione. Pertanto l’assistenza ha questo scopo: camminare accanto, guidare, seguire, condividendo la vita dall’interno, perché solo comprendendo le dinamiche e vivendole insieme si è fratelli e compagni, guide e discepoli alla luce dei valori della vita e della fede.

Quindi, tutti gli aspetti della vita vengono messi in campo, da quelli personali a quelli famigliari e lavorativi, a quelli della salute fisica e mentale, a quelli economici, a quelli della realizzazione dei progetti di vita personali a quelli religiosi, spirituali e di fede, a quelli culturali. Uno spetro che abbraccia tutta la vita dell’uomo che indossa la divisa, perché sotto di essa c’è un uomo con la sua storia e la sua vita, i suoi pregi e i suoi difetti, ma che ha scelto di vivere servendo la Patria e tutto quello che rappresenta, pertanto questa persona va aiutata, con formazione e confronto, vicinanza e aiuto e messa nella condizione di dare il meglio di se per se e per gli altri e per il servizio alle Istituzioni. 

@unavoce

 

Foto di Copertina: fonte