Scelta con Dio

 

“Spesso ci focalizziamo su noi stessi solo quando proviamo malessere e disagio. Raramente pensiamo a come possiamo vivere una vita più felice” (cfr. A.Stefanelli)

 

Quando inizia l’avventura della vita si è troppo piccoli e immaturi, ingenui e sognatori, per vedere lontano, si vive del presente e di un futuro immediato. Nel tempo poi ti crogiuoli nelle tue convinzioni, nei tuoi sogni e scegli un cammino, onestamente, senza falsità o maschere, ma ti accorgi pure che, pur volendo quella strada, pur sapendo che la scelta è quella che il Signore ti ha indicato, il mondo non è come lo immaginavi e allora diventando tutto più grande e smaliziato inizi a costruirti un personaggio, per non rinunciare alla tua scelta libera e confrontata e costruisci un immagine riflessa per vivere quella vita che hai pensato, verificato e preparato, perché nel profondo della tua anima sai che è quella che il Signore ha pensato per te, ma mille contraddizioni iniziano ad affacciarsi confrontandoti con il mondo e le sue regole, con quelle morali ed etiche e dopo una breve analisi o anche lunga verifica, decidi che ne vale comunque la pensa sacrificare tutto per un bene superiore che è Dio, qualsiasi vocazione hai scelto di seguire.

Quello che non sai ancora è che il tempo non cambia la natura e prima o poi farai i conti con essa e lì inizieranno gli errori o la convinzione che non lo siano sino a che non cadrai e allora il mondo ti crollerà addosso, il mondo che ti eri costruito non ci sarà più, ma Dio è buono e misericordioso e non ti abbandona, ti offre una mano e ti porta nel palmo, ti porta in braccio e ti fa continuare il cammino. Una consapevolezza questa che viene dalla fede e da quello che vedi accadere nella tua vita, nonostante la povertà e la miseria, Dio continua ad operare cose grandi anche con la vita di un povero, di un nulla, di uno niente come è quella di un peccatore.

Errori, questi, che porterai ormai nel cuore per tutta la vita, e il rischio è quello di isolarsi, di mettersi da parte, di scansare la società, ma l’uomo non è fatto per stare solo deve stare in gruppo, con Dio e vivere tra i fratelli e lì, però, gli errori commessi ritornano a presentarsi ogni giorno vedendo le cose che vanno avanti e tu sempre più al margine di questa strada, perché ti sei perso, si potrebbe pensare che poco importa, se non che ti senti solo nonostante il Signore non ti faccia mancare la sua presenza, ma alla fine rischi di credere che Lui si sia stancato delle tue miserie e dentro di te inizia la tristezza, la malinconia, la convinzione o la certezza di non valere nulla e che solo Dio con la sua infinta bontà ti tenga vicino e questo, dire il vero potrebbe bastare, ma l’uomo è fatto di carne e non solo di spirito è fatto di umanità e non solo di pensiero e allora vive la vita con la dignità che gli è rimasta nel migliore dei modi, ma inizia un cammino a tratti, a singhiozzi e la strada, pian piano, diventa sempre più accidentata, sempre più in salita sino a quando il Signore, colmo di pazienza, vede la miseria e ti manda una luce, un fiore, uno sguardo che ti fa sentire amato, di un amore nuovo che ti fa ritrovare la speranza, un amore che solo riesci a percepire come un battito di ali di angeli, per consolare il tuo cuore sanguinante per i tuoi errori e ridarti il coraggio per continuare il cammino. Amore che diventa respiro di vita, quell’amore che Dio ci dona ogni giorno morendo sulla croce per noi, amore incondizionato che è pronto a vendere il campo per avere la perla preziosa, una perla che è l’ultimo respiro di una vita che rischia di svuotarsi perché ti accorgi di non averla vissuta e ci rimani male, pensi agli errori fatti che ti accompagnano, al tempo perso e ti rimane a consolare il cuore l’amore di chi comunque ti è rimasto accanto nonostante lo sguardo che giudica e punta il dito, accanto con il sorriso e la dolce parola, ma è la pena dovuta per non esserti fidato totalmente del Signore e del suo amore.

Questa è la consapevolezza della vita che ognuno di noi vive e che non dovrebbe, se all’inizio del cammino, avesse avuto l’intelligenza di vivere e pianificarla in modo differente. Al termine di un cammino queste considerazioni rischiano, però, di essere smielate e inutili e ormai a terra sulla strada di Gerico nessuno ti rialza se non tutto ciò che non è regola, non è legge, non è …, tutti quelli che non ti aspetti e allora rivedi uno spiraglio e lì ti accorgi che Dio ti ama ancora e ti è accanto con olio e vino per sanare le tue ferite che tu stesso non vuoi curare, non puoi e non devi per non dimenticare i tuoi errori e la Sua misericordia e che attraverso l’umanità e le cose di questo mondo, ti ha dato.

Perché tutto questo discorso? Solo per ricordare ai giovani, che nella vita le scelte vanno ponderate e una volta fatte, bisogna essere pronti a viverle, qualsiasi cosa accada.

La vita è felice solo se accetti quello che sei e che hai costruito di bene o di male, solo così potrai godere dell’amore di Dio e forse anche dei fratelli. Non si può avere quello che non è possibile, non si può dire a Dio di come costruire la vita degli uomini, si può solo pregare di non lasciarci mai soli e di darci la spinta giusta per vivere e concludere con onore la vita senza complicarla ulteriormente e aiutarci l’un l’altro in questo passaggio sulla terra, lasciando solo il segno di bontà, non di cose grandi, ma di amore e attenzione verso gli altri, queste povertà riscatteranno la tua dignità di uomo e di cristiano.

Ai giovani rivolgo queste parole perché possano entrare nel cuore per ricercare la fede, pianificare la vita e verificarla perché sia piena, vera e felice e per essere protagonisti seri della storia e del tempo che gli è concesso. 

@unavoce

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