I nuovi orizzonti digitali
Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno». (Giovanni 6,35-40)
Nell’era del digitale, la Chiesa, dice il Papa in un videomessaggio in occasione dell’Incontro Internazionale “HECHOS 29”, non ha mai avuto paura di abbracciare nuovi orizzonti. Suggerisce ad ognuno di noi di mettere a frutto la creatività per raggiungere tutti e non perdere nessuno, per annunciare il Messaggio di Cristo, per testimoniarlo, per aprire un dialogo, un confronto, per dare risposte … queste sono le nuove frontiere perché tutti possano sapere e conoscere per scegliere. Nessun proselitismo, ma solo testimonianza, chiarezza, apertura, presa di coscienza dei propri errori e sguardo alto, in avanti, per costruire un mondo dove la legge dell’amore, della giustizia ma anche della misericordia, abiti tra di noi.
Non conosco le statistiche ufficiali del tempo che ognuno di noi trascorre sui social o usa gli strumenti digitali per il lavoro o la vita privata, ma comunque molto tempo e non c’è bisogno di documentare, basta guardarsi attorno.
Oggi tutto passa dal digitale e ci siamo costruiti profili, più o meno veri, per essere notati, per parlare o alcuni per gridare o rivendicare, per dare notizia, per lavorare, per avere dati e informazioni in tempo reale, per studiare, per parlare … tutte cose belle, come tutte le cose che l’uomo crea e sa creare, il problema è l’uso che ne facciamo delle invenzioni e del progresso che così tanto desidera.
Questo è quello che in un primo movimento abbiamo il dovere di osservare e creare, attraverso questi strumenti, momenti d’incontro virtuale che ci conducano però ad un incontro reale con le persone.
L’incontro reale è il valore assoluto a cui non possiamo rinunciare e se da una parte il virtuale ci aiuta, ci tiene informati e vicini, non può e non potrà mai, però, sostituire la bellezza dello stare insieme, del condividere, pertanto le parole del Pontefice richiamano a questo valore non scoraggiando nessuno ma invitando ad avere visioni pastorali nuove, in uscita, in cammino, per raggiungere tutti e non perdere nessuno.
Di seguito vi lascio quale stralcio delle affermazioni del santo Padre e vi rimando alla lettura integrale del testo.
“Che questo incontro vi aiuti a sentirvi comunità, come parte della vita missionaria della Chiesa che non ha avuto mai paura di andare incontro a nuovi orizzonti e frontiere e, con creatività e coraggio, annunciate la misericordia e la tenerezza di Dio … la necessità di trovare vie nuove per annunciare il cuore del Vangelo a quanti non hanno ancora incontrato Cristo, attraverso una creatività pastorale per raggiungere le persone là dove vivono e trovando occasioni di ascolto, di dialogo e di incontro … Il Signore bussa alla porta per entrare in noi, ma quante volte bussa alla porta dal di dentro perché lo lasciamo uscire, afferma il Papa, auspicando che la missione negli spazi digitali sia piena di umanità. L’invito del Pontefice a quanti prendono parte ad “Hechos 29” è ad essere come il buon samaritano in tali ambienti, a portare cioè ristoro, sostegno, conforto, affinché la cultura contemporanea possa conoscere Dio sentendolo in voi … a portare la speranza di Gesù, specialmente a quanti sono più lontani, e ad accompagnare alle parole la carità. Che la virtualità rafforzi la presenzialità aggiunge, affinché la rete generi comunione che renda presente Gesù nella propria cultura”. (cfr. Vatican.va)
Credo che l’invito sia per tutti e ognuno a inventare strade nuove, vie utili nel rispetto e nel decoro per avvicinare ogni fratello e ogni sorella e poter far scorgere lo sguardo misericordioso e amorevole di Cristo che come Buon Samaritano si è fermato e chinato sulla povertà per rialzarla dalla condizione in cui era precipitata, povertà voluta o causata, poco conta l’impegno è aprire le braccia, accorgersi, chinarsi per aiutare a rialzarsi.
Possano le parole e l’invito di papa Francesco aprire il nostro cuore, rinnovare il nostro impegno, infondere nuove energie per essere missionari e testimoni di Cristo sulle vie eteree del digitale del mondo per non perdere nessuno.
@unavoce
Foto di copertina: Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo