“Non lasciamo evaporare la possibilità dell’incontro tra civiltà, religioni e culture, non permettiamo che secchino le radici dell’umano! Lavoriamo insieme, lavoriamo per l’insieme, per la speranza!”. Lo ha detto Papa Francesco ieri nel suo primo discorso in Bahrein, rivolgendosi al re, alle autorità e ai rappresentanti della società civile del Paese del Golfo. E ha proseguito: “Sono qui come seminatore di pace, per vivere giorni di incontro, per partecipare a un Forum di dialogo tra Oriente e Occidente per la pacifica convivenza umana”. Questi giorni, ha detto poi il Papa, rappresentano “una tappa preziosa nel percorso di amicizia intensificatosi negli ultimi anni con vari capi religiosi islamici: un cammino fraterno che, sotto lo sguardo del Cielo, vuole favorire la pace in Terra”. (Cfr. Vatican.va)

In questi giorni lo sguardo è stato sul Regno dei due mari, al viaggio del Papa in quella terra stupenda e questa immagine, molto poetica, oltre che suggestiva dal punto di vista ambientale, mi suggerisce un respiro grande dove l’incontro di culture, tradizioni, religioni differenti, promosso dai leader mondiali come possono essere i capi degli stati, il papa e altri grandi della terra, ci richiamo alla necessità di una pace mondiale necessaria e dove in un mondo interconesso e globalizzato remare da soli non si va da nessuna parte ma solo insieme e nel rispetto dei singoli e delle comunità, delle culture e tradizioni, delle religioni e pensieri si potrà costruire una Terra in Pace.

Due mari, oriente e occidente, due respiri che non ci devono dividere ma arricchire. Credo che al di là delle singole posizioni, anche dei più resistenti, non si possa che benedire questi incontri con la speranza di tempi nuovi, di una luce più brillante che rischi il cuore dell’umanità e gli angoli della terra dove il buio ancora avvolge popoli e nazioni.

Vi rimando ad alcune affermazioni che il santo Padre ha fatto e alle parole rivolte al Re di quella terra dove alla fine oltre l’impegno di costruire ponti e legami ci deve essere alla base la preghiera. “Chi prega riceve nel cuore la pace e non può che farsene testimone e messaggero; e invitare, anzitutto attraverso l’esempio, i propri simili a non diventare ostaggi di un paganesimo che riduce l’essere umano a ciò che vende, compra o con cui si diverte, ma a riscoprire la dignità infinita che ciascuno porta impressa”. (cfr. Vatican.va)

Tutto ciò con uno sguardo con i piedi per terra, come si dice. Pur godendo di questi eventi e il cuore riempirsi di rinnovata speranza, non possiamo non vedere che le divisioni, il male, il buio si annida in noi, dentro il nostro cuore e pur rivendicando pace e giustizia nel mondo poi litighiamo tra di noi.

Penso a tante famiglie in difficolta che si fanno guerre tra di loro, guerre più severe e sanguinose di quelle che vediamo ogni giorno nel mondo, guerre per sentimenti non ricambianti o cambiati, guerre per eredità o patrimoni vari, guerre per mancanza di presenza o invida di altre situazioni… “Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”, scrive Sant’Agostino nelle sue Confessioni.

Come cristiani dobbiamo, anzi abbiamo l’obbligo di leggere il Vangelo e di viverlo e di non pretendere se non siamo capaci da dare e se chiediamo prima impariamo a donare a donarci quello che desideriamo ricevere: rispetto, dignità, fiducia, amore, amicizia senza aspettarci nulla in cambio ma con un amore come quello di una mamma che non si aspetta il grazie del figlio anche se sarebbe giusto e richiamo a farlo, ma lo fa perché lo ama e nel suo silenzio operoso serve e servendo ama con tutta se stessa.

Questo lo stile del cristiano, direi del credente, di ogni credente, di ogni fede e religione, di ogni uomo di buona volontà. Preghiamo per il Papa e tutti i Governanti della terra, per la Chiesa, per il mondo, per ogni uomo perché sia capace di ritrovare in se stesso il bello e il grande che Dio ha dato ad ogni uomo: il cuore e l’anima, la testa e la ragione per amare e costruire fraternità.

Questa è e sarà la vera pace: amare rispettando senza rivendicare ma testimoniando, ognuno con la propria vita e le proprie azioni, quello che desidera ricevere dagli altri.

@unavoce

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