“Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!” (cfr. Lettera ai Colossesi 3, 1-3)

“Nihil Operi Dei praeponatur, nulla si anteponga al culto divino. Con queste parole san Benedetto, nella sua Regola (43,3), ha stabilito la priorità assoluta del Culto divino rispetto a ogni altro compito della vita monastica. Questo, anche nella vita monastica, non risultava immediatamente scontato”. (cfr Prefazione all’edizione in lingua russa del vol. XI, Teologia della liturgia, dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI)

  

“Nella coscienza degli uomini di oggi, le cose di Dio e con ciò la liturgia non appaiono affatto urgenti. C’è urgenza per ogni cosa possibile. La cosa di Dio non sembra mai essere urgente. Ora, si potrebbe affermare che la vita monastica è in ogni caso qualcosa di diverso dalla vita degli uomini nel mondo, e questo è senz’altro giusto. E tuttavia la priorità di Dio che abbiamo dimenticato vale per tutti. Se Dio non è più importante, si spostano i criteri per stabilire quel che è importante. L’uomo, nell’accantonare Dio, sottomette se stesso a delle costrizioni che lo rendono schiavo di forze materiali e che così sono opposte alla sua dignità”. (cfr Prefazione all’edizione in lingua russa del vol. XI, Teologia della liturgia, dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI

Quante volte anche noi anteponiamo la preghiera privata e comunitaria ad altre attività scusando noi stessi che sono importanti, che sono essenziali.

Ovviamente, compiere il proprio dovere, essere attenti agli altri, assistere poveri, promuovere iniziative, attività ecc. sono importanti, ma se dimentichiamo l’aspetto della preghiera e della preghiera liturgica svuotiamo il nostro cuore la nostra anima e non saremo sale e luce ma saremo brave persone, efficienti ma non necessariamente cristiani e innamorati di Dio.

Madre Teresa di Calcutta prima di servire i poveri pregava, l’esempio di Cristo stesso prima di annunciare e fare miracoli si ritirava a pregare. Questo è lo stile del cristiano. 

“Mi è caro, in questo momento di preghiera, ricordare la cara sorella, Madre Teresa di Calcutta… Missionaria della Carità. La sua missione cominciava ogni giorno, prima dell’alba, davanti all’Eucarestia. Nel silenzio della contemplazione, Madre Teresa di Calcutta sentiva risuonare il grido di Gesù sulla croce: “Ho sete”. Questo grido, raccolto nel profondo del cuore, la spingeva sulle strade di Calcutta e di tutte le periferie del mondo, alla ricerca di Gesù nel povero, nell’abbandonato, nel moribondo. Carissimi Fratelli e Sorelle, questa Suora universalmente riconosciuta come Madre dei poveri, lascia un esempio eloquente per tutti, credenti e non credenti. Ci lascia la testimonianza dell’amore di Dio che, da lei accolto, ne ha trasformato la vita in un dono totale ai fratelli. Ci lascia la testimonianza della contemplazione che diventa amore, e dell’amore che diventa contemplazione. Le opere da lei compiute parlano da sé e manifestano agli uomini del nostro tempo quell’alto significato della vita che purtroppo sembra smarrirsi”. (Cfr. san Giovanni Paolo II, papa –  Angelus domenica 7 settembre)

Allora per noi è necessario rivalutare la preghiera personale e quella liturgica comunitaria, vissute con cognizione, con impegno, con devozione e partecipazione assidua. Le nostre opere hanno e danno ragione della nostra fede nella misura in cui siamo ricchi noi, dentro la nostra anima.

Non partecipo alla Messa feriale o festiva tanto per, ma con partecipazione intensa certo che quell’incontro con Cristo, che la Sua Parola lo spezzare il pane e il condividere la fede sono l’elemento fondanti la nostra vita cristiana.

Più consociamo della liturgia cristiana più la vivremo in modo partecipativo e più saremo testimoni dell’amore di Dio nelle opere che ne seguiranno, la vita che viviamo nelle vocazioni che abbiamo scelto di vivere sarà autentica. 

Mi sono soffermato con voi su questo per animarci, tutti insieme, a vivere le nostre liturgie in modo autentico, vero, secondo le norme, in modo decoroso perché in questi gesti è racchiusa la storia di un popolo, la vita della Chiesa. La scorsa settimana in evidenza avevo messo l’importanza del canto e della musica nella liturgia e nella preghiera e oggi con questo semplice riferimento vorrei offrire una sottolineatura per me e per voi di come vivere in modo autentico la celebrazione Eucaristica Festiva, con quella dignità, ed elegante bellezza che ci viene dalla tradizione della Chiesa, dove nel culto divino si esprime la nostra autentica fede e da cui parte la nostra azione verso gli altri.

“Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega. Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!”. (cfr. Card. A. Comastri in Vatican.va)

Sarà compito del sacerdote animare nel modo corretto, ma anche della comunità partecipare e collaborare in modo attivo affinché la preghiera solenne della comunità diventi vera testimonianza di fede nel quotidiano. 

@unavoce

 

Foto di Copertina: Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo