Esercizio di carità

 

Benché molti non riescano a coniugare uso della forza con l’esercizio della carità, nella vita del militare cristiano si è operata una sintesi per cui è possibile sia essere militari per amore che portare le armi per amore: cristiano, infatti, è colui che crede in Cristo Gesù e, come lui, agisce solo per amore”. (cfr. Primo Sinodo Chiesa O.M.)

Il Santo Padre nelle sue catechesi del mercoledì sta affrontando il tema delle Virtù cardinali, nell’ultima ha affrontato quella della Fortezza.

“La più ‘combattiva’ delle virtù”, quella “che ci aiuta a portare frutto nella vita”: è la fortezza, la terza virtù cardinale dopo la prudenza e la giustizia. All’udienza generale di oggi, 10 aprile, in Piazza San Pietro, Papa Francesco prosegue la serie di catechesi sulle virtù confrontandosi con il Catechismo della Chiesa Cattolica e con il pensiero degli antichi, i filosofi greci e i teologi cristiani. “La fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene.  Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale”, è la descrizione data dal Catechismo”. (cfr. VaticanNews)

In questa logica vorrei riportarvi alcune parole prese dalla lettera di presentazione del Primo Sinodo della Chiesa Ordinariato Militare.

“Il militare che si è lasciato trasformare dalla carità ha perciò uno stile diverso dal classico uomo in divisa, perché la virtù che lo contraddistingue è la fortezza e non la forza. E’ facile riconoscere l’esercizio della carità nel soldato che soccorre le vittime dei terremoti e delle alluvioni e i profughi, mettendo a disposizione il proprio coraggio e la propria competenza, resa più efficace dalla disciplina che lo contraddistingue. Meno facile è riconoscere l’esercizio della carità nel soldato impegnato a disinnescare le mine di cui sono ancora pieni tanti campi delle nazioni provate dagli ultimi conflitti; più difficile ancora nel soldato che pattuglia città e regioni affinché i fratelli non si uccidano tra loro. E’ esercizio della carità, e forse è il caso più difficile da capire, non soltanto accogliere profughi ed esuli, ma soprattutto far sì che non ci siano più né profughi né esuli, impedendo, anche con la forza, ogni forma di sopraffazione o di disprezzo dei fondamentali valori degli uomini e dei popoli”.  (cfr. Presentazione Primo Sinodo O.M.)

In una logica talvolta settaria si rischia di giudicare invece di comprendere penalizzando la carità e i suoi gesti ma come ci ricorda il Papa: “Un cristiano senza coraggio, che non piega al bene la propria forza, che non dà fastidio a nessuno, è un cristiano inutile. Pensiamo a questo. Gesù non è un Dio diafano e asettico, che non conosce le emozioni umane. Al contrario. Davanti alla morte dell’amico Lazzaro scoppia in pianto; e in certe sue espressioni traspare il suo animo appassionato”. (cfr. VaticanNews)

Possa la fede dei nostri militari rafforzare la loro fortezza per essere veri testimoni e servitori della Pace e della sicurezza

@unavoce

 

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