Il Santo Rosario tra i Militari

 

Molto si potrebbe dire del e sul Santo Rosario nelle Forze Armate, a partire dalla devozione personale per arrivare al momento comunitario del Pellegrinaggio Militare Internazionale a Lourdes, ma vorrei richiamare, oggi,  la vostra attenzione sulla fede di questi uomini e donne con le stellette, partendo da due stralci di lettere di un Cappellano del passato il Beato Carlo Gnocchi, Cappellano Militare degli Alpini, che rimane vivo nei cuori della nostra Chiesa Ordinariato Militare e che, se anche il tempo è lontano, la devozione e la fede  sono le medesime di quei tempi.

In uno dei fatti riportati nel suo Libro “Cristo con gli Alpini”, c’è un ricordo ,di un suo militare durante la ritirata dalla campagna di Russia, che chiede a don Carlo: “perché ai nostri commilitoni che stanno morendo gli fa dire sempre l’Ave Maria”, risposta di don Carlo, “perché accanto, in questo momento vorrebbero la loro mamma”.

Credo che questo possa bastare per iniziare anche noi a recitare questa preghiera e affidare la Pace che difendiamo a Maria e chiedere la Sua intercessione affinché ogni nostro animo, possa essere in vera pace per poterla costruire ogni giorno. Così recitiamo il Rosario in Forza Armata.

In questi tempi bui, dove più volte e da più parti la comunità cristiana si riunisce virtualmente a pregare il Santo Rosario, anche nella mia comunità, ma in tutte le nostre realtà: Basi aeroportuali, Porti, Caserme, Scuole, enti centrali … viene recitato il Rosario e in questo anno che l’Aeronautica celebra il Giubileo Lauretano, la preghiera del Rosario, semplice, meditato, e la corona la trovi nelle tasche di ogni militare, non è un gesto scaramantico, ne una fede finta, ma il segno discreto di un amore che cresce e deve crescere piani piano con la testimonianza di ognuno di noi.

“Resterà nella mia vita il ricordo dolce e commovente di questi rosari, recitati sotto il cielo immenso, con intorno il gregge fitto e nero dei miei alpini inginocchiati sulla nuda terra e sparsi a gruppi sulle rocce! Ora col mese del Sacro Cuore la funzione serale è divenuta una manifestazione solenne di fede e di pietà”. (Don Carlo Gnocchi, lettera al cardinale Schuster, 6 giugno 1941) 

“A voler definire l’animo religioso dell’alpino, bisogna per forza rifarsi al termine e al concetto di “pietas”, così comprensivo e così caro ai latini. La religione, per questa gente, non è mai un momento o un episodio; è uno stato, una forma, un modo di vita; sangue vivo e succo vitale. Una disposizione permanente e quasi istintiva verso l’eterno, che dà sapore e colore a tutte le manifestazioni della loro vita e imbeve il loro linguaggio concreto e incolore, levandolo ad una dignità, e spesso ad una maestà di sapore quasi biblico…  né molto numerose e varie sono le idee religiose di questa gente. Dio, l’anima, la Provvidenza e l’al di là, con la sua chiara e acquietante giustizia per tutti. Ce n’è abbastanza per costruirvi saldamente tutta un’esistenza, come su pochi pilastri di roccia gettati nel fiume rapido e insidioso della vita”. (Don Carlo Gnocchi, Cristo con gli Alpini, 1946)

 

Foto di copertina: Grotta di Lourdes, Pellegrinaggio Militare Onternazionale