Teresio Olivelli

“Nato a Bellagio in provincia di Como, il 7 gennaio 1916, si trasferì a dieci anni a Mortara e proseguì gli studi a Vigevano e nell’università di Pavia. Nel 1941 si arruolò tra gli Alpini e prese parte alla campagna di Russia, dedicandosi eroicamente all’assistenza spirituale ai moribondi. Tornato in Italia, prese definitivamente le distanze dal regime fascista, che aveva vanamente cercato di riformare dall’interno. Tra prigionie, fughe ed evasioni, cercò di avviare un progetto di ricostruzione del Paese dopo la guerra, come testimonia la nascita del giornale «Il Ribelle» nel 1944. Fu definitivamente imprigionato e inviato a Gries, poi a Flossenburg in Baviera e infine a Hersbruck dove assistette, tra gli altri, Odoardo Focherini (Beato dal 2013).

Ormai consumato dagli stenti, morì il 17 gennaio 1945, in seguito alle percosse ricevute al posto di un giovane prigioniero ucraino, che aveva riparato col suo corpo”. (Cfr. Santi e Beati)

“ … Ho incontrato tante anime turbate dal pensiero di poter colpire degli innocenti nel tentativo di fermare il male o poter ferire degli inermi nell’intento di impedire la violenza e lo sterminio. Ho visto dei veri cristiani in armi che hanno dato, con la loro vita, una risposta chiara, una risposta che supera la domanda: non solo si può essere soldati e cristiani, ma persino soldati e santi…”. (cfr. SER G. Mani, Presentazione, Sinodo Ordinariato Militare, 1999)

La vocazione comune alla santità non esclude nessuno, neppure i militari, con buona pace di chi non la pensa così e teorizza, arrampicandosi sui vetri, teologie strane. L’unica teologia è quella dell’amore ed è quella che ci ha insegnato Cristo.

Alla luce di questo, oggi e da oggi, vorrei presentarvi i Santi che la nostra Chiesa Ordinariato Militare, ricorda durante l’anno liturgico.

Questa settimana, siamo tra gli Alpini, nella seconda Guerra Mondiale e vorrei presentarvi una figura di militare santo: il Beato Teresio Olivelli, Alpino e martire, perché.

 “È urgente valorizzare e mettere bene a frutto questo tempo di pace di cui godiamo e questa libertà, a volte disprezzata e data troppo spesso per scontata, ma che in realtà è costata il sangue di tante nobili vite. La memoria non ha valore se non si fa memoriale, se non si riattiva nel presente rendendoci responsabili”. (Cfr. Antonella Lumini, in L’Osservatore Romano)

L’esempio di questi uomini, militari e santi, possa sostenere il vostro servizio con quel coraggio a cui il Papa, nel Giubileo ai Militari, vi invito ad avere: “L’affermazione della pace non è impresa facile, soprattutto a causa della guerra, che inaridisce i cuori e accresce violenza e odio. Vi esorto a non scoraggiarvi”.

Vi rimando, anche, per conoscenza, alla pagina Biblioteca – Segnalazioni bibliografiche, di questo sito

Foto di Copertina: Giubileo dei Militari