GIUBILEO LAURETANO – 8 – Il senso della preghiera

 

Nell’anno Giubilare Lauretano, in un momento di emergenza mondiale, alcune domande possono essere comuni e come occasione di riflessione per la mia comunità, che nel servire con le stellette la nazione e i suoi cittadini, si potrebbe porre la domanda, offro questa riflessione.

“Per vedere Dio non serve cambiare occhiali o punto di osservazione, o cambiare autori teologici che mi insegnino il cammino: bisogna liberare il cuore dai suoi inganni! Questa strada è l’unica. Questa è una maturazione decisiva: quando ci rendiamo conto che il nostro peggior nemico, spesso, è nascosto nel nostro cuore. La battaglia più nobile è quella contro gli inganni interiori che generano i nostri peccati. Perché i peccati cambiano la visione interiore, cambiano la valutazione delle cose, ti fanno vedere cose che non sono vere, o almeno che non sono così vere”. (Cfr. Papa Francesco, Udienza Generale, 1 aprile 2020) 

La domanda che molti anche cristiani si fanno è: serve o non serve pregare?

“Il Papa, i Vescovi, i Preti le Comunità Cristiane stanno elevando preghiere offrendo opportunità di preghiere nei modi più disparati, tutti pregano, pregano, pregano, ma sta veramente cambiano qualche cosa, ce lo stiamo chiedendo e forse i più lontani ancora di più, quindi, a che cosa serve pregare? Ora servono i medi, gli infermieri, i ricercatori ….

Vorrei, proviamo a dare una risposta, aiutato dalla riflessione di altri confratelli, a questo interrogativo, “non tanto per sciogliere ogni dubbio, ma per trovare qualche ragione per continuare a pregare o per iniziare a farlo”.

Intanto diciamo subito che pregare non è dire le preghiere, si, ci hanno insegnato così da bambini, ma poi le cose cambiano, cresciamo, il corpo, la mente, l’intelligenza, le emozioni … e anche la fede cambia e le preghiere, che dicevi da bambino le abbandoni.

Pregare non è neppure provare un’emozione forte, o sentire un po’ di pace per qualche momento, ne una tecnica di meditazione o fare riflessioni alte o teologicamente profonde, non è filosofia della vita, sull’esistenza, ma PREGARE è entrare in contatto con Dio, attenzione, “ogni contatto con Dio è preghiera, ma non ogni preghiera è contatto con Dio”.

Pregare non è nemmeno fare le magie, se chiediamo a Dio di far cessare la pandemia di certo non aspettiamo che di punto in bianco succeda un miracolo che si apra il celo e scenda l’antivirus, papa Francesco, la chiesa non è il magio e non è una organizzazione magica.

“La preghiera non cambia la realtà, ma cambia te stesso”, come prendere il sole in spiaggia se stai  un po’ di tempo sotto il sole alla fine ti abbronzi e tanto tempo sotto il sole di Dio, allora ti trasfiguri, se ti senti voluto bene nel profondo questo ti cambia  e ce ne accorgiamo quando nella vita di tutti i giorni questo non c’è, quindi non possiamo vivere pensando che Dio viva al posto nostro e faccia le nostre cose, la preghiera non cambia la realtà, cambi te, se preghi, quindi pregare a che cosa serve?

1 – “ti cambia lo sguardo”, talvolta le nostre vite ci sembrano incasinate solo perché le guardiamo troppo da vicino, troppo dentro le nostre cose e alla fine ci sembrano impossibili insormontabili, se vuoi capirci qualcosa della tua vita a un certo punto devi recuperare una visione d’insieme e provare a guardare il tutto da un’altra prospettiva e questo di permette di dare senso alla tua esperienza, persino alle cose assurde, anche questo momento.

2 – “Pregare cambia anche il tuo atteggiamento” se davanti a uno che ti vuol bene, puoi essere depresso, stanco, triste, ma se sai di essere davanti a uno che ti vuole bene e non ti giudica questo cambia l’atteggiamento, sapere che Dio tiene a me, ci cambia e allora torno a vivere la mia vita in modo diverso, torno a fare il medico, l’infermiere, il militare … in modo completamente diverso, più carico e pieno di speranza.

3 – la questione decisiva della preghiera è che “ti cambia il cuore”, ti dona il cuore da bambino, puoi essere chiunque, il papa o un presidente, o un grande dirigente … ricchissimo … ma di fronte a Dio siamo tutti piccoli, siamo tutti figli che non pensano di farcela con le loro sole forze, che non credono di aver capito tutto dalla vita, che bastano a loro stessi, ma hanno bisogno di stringere ogni tanto una mano sicura, per i bambini è normale girarsi verso la mamma quando c’è qualche difficoltà, così è per chi crede è normale girarsi verso Dio, soprattutto ora che la realtà è così dura da affrontare, certo qualcuno dirà che è tutta una illusione è un modo che ci siamo inventati per consolarci, ma si è dimenticato che anche lui da piccolo quando era in difficoltà sapeva che cera mamma e papa che l’avrebbero aiutato, poi avrebbe dovuto farcela da solo, ma sapeva che c’era qualcuno vicino, la presenza accanto a noi di chi ci ama cambia tutto.

Quindi alla fine che cosa serve la preghiera?

Per stare in contatto con Dio, e ricevere il dono della Sua presenza, nel tuo sguardo, nel tuo atteggiamento e nel tuo cuore, pregare ci rende la presenza stessa di Dio nella storia.

Se credi di rimanere in piedi da solo con le tue forze, di affrontare da solo le situazione, allora pregare non ti servirà a niente, non pregare, ma se invece sei convinto che si possa fare meglio e si possa fare di più per te e gli altri, allora pregare ti servirà e ti cambierà la vita e la cambierà a chi ti circonda.

Sant’Ignazio di Lojola diceva: Prega come se tutto dipendesse da Dio, e agisci come tutto dipendesse da te. Tutto dipenda da noi, ma la storia è nelle mani di Dio, insomma con il Suo aiuto ce la faremo”. (Cfr. don Alberto Ravagnani di Milano)

 

Foto di copertina: Madonna di Loreto pellegrina a Lecce