La FOTO, il motivo della scelta:

Mons. Santo Marcianò, in visita ai Militari Italiani in Afghanistan

Uno scatto che ritrae il senso di questa Chiesa che vive tra i militari: educare, affiancare, indicare, rendere attento il servizo di difesa della Pace e di costruzione di essa la dove è venuta a mancare, attraverso la ricchezza umana e professionale dei nostri militari, trasformando in bellezza l’incontro con altre culture servendole e aiutandole a rinascere nella pace.

FOTO da: (Cfr. Esercito.difesa)

TUTTI I SANTI – Mt 5,1-12a

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

In questa domenica, “dove la Chiesa intende celebrare Dio per tutti i Santi, anche per quelli che non sono stati ufficialmente riconosciuti tali, i quali formano «una moltitudine immensa […] di ogni nazione, tribù, popolo e lingua», che sta «da­vanti al trono e davanti all’Agnello» (Ap 7, 9). Inoltre, tutti i battezzati «sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi» (Lumen gentium, 40). La celebrazione è dunque memoria riconoscente della «santità della Chiesa», quale continuamente si manifesta «nei frutti della grazia che lo Spirito produce nei fedeli […] in varie forme» (Lumen gentium, 39). Già dal secolo IV in Oriente si veneravano, con un’unica celebrazione, tutti i Santi, men­tre in Occidente fu papa Gregorio IV (827-844) a istituire tale festa per il primo giorno di novembre e a diΩonderla da Roma in tutta Europa”. (Cfr. Messale Romano 2020)

Vorrei proporvi, come occasione di meditazione, l’Omelia che il nostro Arcivescovo tenne nel 2014 nella Basilica del Pantheon, a Roma: “ la santità, è l’essenza del sacerdozio, la ragione più profonda, la ricompensa che ci aspettiamo e che Dio, giorno dopo giorno, anche quando non ce ne accorgiamo, continua ad elargirci. Se essere prete significa essere un alter Christus, come potrebbe non significare essere santo? Ma la santità, ovviamente, non è un’esclusiva del sacerdozio, è l’identità stessa di ogni cristiano …  Dio è il Signore della storia! E la vita cristiana ci rimanda sempre a vivere la storia, ad abitare la storia; a leggere nel concreto i segni dei tempi ma a leggerli non ascoltando le voci dei «profeti di sventura» – dai quali ci metteva in guardia un grande cappellano militare, il nostro amato Papa Giovanni – ma dalla prospettiva della bellezza, della «bella notizia» che è il Vangelo. La sfida della bellezza insegue la storia umana e noi siamo chiamati ad essere “operatori di bellezza” in questa storia… la Chiesa, come sappiamo, non è solo un luogo fisico, non è semplicemente un tempio in quanto edificio. La Chiesa è il popolo di Dio; le pietre, come dicono i Padri della Chiesa, sono i cristiani che formano un edificio tenuto insieme dalla carità, dall’amore. È bello che l’Ordinariato Militare sia una Chiesa particolare, sia una diocesi: questo ci conferma che non solo la storia umana ci è affidata ma anche la storia della Chiesa, verso la quale, dunque, noi abbiamo una grande responsabilità… Noi siamo Chiesa. E la Chiesa, con il suo annuncio del Vangelo, con la sua carità, con la celebrazione dei sacramenti, in particolare con l’Eucaristia, diventa strumento di salvezza; diventa, cioè, il tramite attraverso il quale Cristo è presente, vivo e operante nel mondo e la storia del mondo viene offerta, consacrata, dedicata a Dio… La santità è la storia, è la mia storia, dedicata a Dio. La santità è il senso della storia ma è anche – ed è qui il suggerimento della Parola di Dio – la gioia possibile alla storia”. (Cfr. Mons. Marcianò O.M. Omelia)

La santità allora, non essendo prerogativa di una categoria in particolare, ma cammino per ogni Battezzato, diventa ed è il cammino, anche, per i nostri fedeli in divisa, diventa la possibilità di una presenza bella per il cuore delle persone, per l’impegno di esse, per ciò che construiscono, con la loro professionalità e  che trova le radici nella loro fede e nel loro impegno quotidiano, sostenuti dalle loro famiglie.

Buona Domenica

 01.11.20-TuttiSanti@unavoce

La LITURGIA, conoscere per partecipare:

Il saluto del sacerdote: “Il Signore sia con voi – E con il tuo spirito”. Sono le parole che si scambiano il sacerdote e l’assemblea, che si potrebbero anche tradurre così: “Il Signore vi accompagni, egli adesso è qui tra voi”. “Che sia presente con lo Spirito Santo che hai ricevuto particolarmente il giorno della tua ordinazione sacerdotale. Che Gesù venga a noi in questa Messa con la potenza del suo Spirito, il solo capace di rinnovarci nell’amore divino. Donaci lo Spirito di Gesù”. Il sacerdote è stato scelto da Dio per rendere presente Cristo, ma non si tratta di una rappresentazione teatrale. è una rappresentazione che è presenza reale di Cristo, oggi. Quando il sacerdote agisce come sacerdote di Gesù, è Gesù in persona che agisce. Questo è ciò che crede tutta l’assemblea. Quando dice: “E con il tuo Spirito”, è al sacerdote che si rivolge, affinché egli eserciti il potere di donare lo Spirito di Gesù che abita misteriosamente in lui e che si dona attraverso di lui, con la grazia del sacerdozio.