Una forza che è Fortezza
Uno degli appuntamenti di preghiera di questa settimana è la Giornata in ricordo dei Caduti delle Missioni Internazionali di Pace, voluta dal nostro Ordinario Militare per l’Italia, che in questo mese, ogni anno, ricorda, invitando le famiglie dei Caduti, per condividere un po’ di tempo e pregare per loro e con loro.
In questa cornice vorrei proporvi una semplice riflessione che, leggendo un messaggio del santo Padre che in questi giorni ha inviato alla Sua Segreteria di Stato, sull’importanza e il significato dell’attività diplomatica delle Santa Sede:
“Una diplomazia che sostiene la pace fondata sulla giustizia. Ed è Papa Francesco a chiedere alla Santa Sede “di muoversi sullo scenario internazionale non per garantire una generica sicurezza, resa più che mai difficile in questo periodo di perdurante instabilità e da una marcata conflittualità, ma per sostenere un’idea di pace come frutto di giusti rapporti, cioè di rispetto delle norme internazionali, di tutela dei diritti umani fondamentali, ad iniziare da quelli degli ultimi, i più vulnerabili”. (Cfr. Vaticannews)
Potrebbe sembrare fuori luogo questo riferimento e questa citazione, ma credo, invece e voglio così leggerla e proporla alla vostra attenzione, come un riferimento per chi lavoro, a vario titolo, per la Pace e il bene comune delle Nazioni e del mondo.
Se il Papa pur essendo una voce che raccoglie il pensiero dei Cristiani è anche una figura di confronto per il mondo, anche laico. Le sue parole guidano il cuore di chi, ogni uomo di buona volontà che sia cristiano o di altra religione o fede e per ogni categoria di persona, anche per chi indossa una divisa per servire la Patria, i suoi cittadini e la Pace la dove è messa in pericolo che sia in Italia o interviene nella dinamica della collaborazione tra gli stati attraverso le organizzazioni internazionali come la Nato o l’Onu.
I nostri militari italiani – che, a dire dagli esperti esteri, sono i migliori nel campo del peacekeeping, per la loro umanità, responsabilità, senso di rispetto, dialogando, proponendo e realizzando progetti che aiutino i popoli a conservare quella pace che hanno dovuto riconquistare e a mantenerla stabile, non li fa meno capaci o meno cristiani, o meno operatori di pace di altri.
In questa cornice, l’Italia è presente nel mondo a difendere la pace e se la loro presenza forte, ai chi pensa che sia sbagliato, ricordiamo, con queste parole, che insieme e con una presenza deterrente, possiamo lavorare a più strati tutti, per costruire quella Pace che tutti desideriamo.
Pertanto, il militare e il militare cristiano, parte e opera con questo bagaglio culturale e di fede, senza mancare alle sue responsabilità, ma non dimenticando mai che difronte ha un fratello da aiutare. La prudenza, lo studio, la pianificazione sono elementi che servono per aiutare e scegliere il bene e abbandonare il male.
Così, voglio ricordare i nostri amici e fratelli Caduti che hanno dato la vita, perché potesse esserci un mondo migliore. E se ancora non l’abbiamo raggiunto, non dobbiamo perdere la speranza, ma fare tesoro di tutto per continuare su questa strada, con impegno, determinazione e spirito di fratellanza. La loro presenza, sostiene e ricorda l’idea di Pace che tutti dobbiamo coltivare nel cuore, per poterla far vivere nella e tra la gente e tra i popoli. Non guardiamoli con occhi che giudicano, perché imbracciano un arma, guardiamoli con l’impegno a difendere i poveri del mondo, la dove l’odio ha il sopravvento, dove la diplomazia non riesce a sfondare il muro di male e ambiguità, ma una presenza forte, che è vissuta con la fortezza cristiana.
@unavoce
Foto di Copertina: Missioni Italiane da Dossier