Rileggendo l’Enciclica Fratelli Tutti

 

In questo tempo di emergenza, dove l’incontrarsi è difficile e non prudente, il tempo per pregare, leggere e studiare, aumentano, e se da una parte, l’attività pastorale sembra soffrirne, dall’altra la ricchezza di tempo per queste attività e non solo per me, ma può essere per tutti è positiva. Talvolta le mille faccende ed impegni ci distolgono dal tempo della riflessione.

In questa cornice, di recente ho letto un articolo, che suggerisco, di Diego Fares, Gesuita, apparso sulla Rivista: “La Civiltà Cattolica” (Quadreno 4089, pag. 278-290) a cui vi rimando. Una rivista che vi consiglio di vedere e seguire, dai grandi orizzonti e dalle profonde riflessioni.

Lo stralcio, che ora vi ripropongo, che prendo dall’estratto dell’articolo, sopra citato, è spunto per approfondire il tema dell’ultima lettera Enciclica, che Papa Francesco ha indirizzato all’umanità: “Fratelli Tutti”.

Una lettura, che non si può tralasciare ne, come cristiani, ne come militari e cristiani a servizio della Patria e dei cittadini sia in contesto nazionale che internazionale, verso i più “poveri”, coloro che non hanno la pace e la sicurezza di una vita serena e dignitosa.

Una lettura, come dicevo, necessaria, per i suoi contenuti e per comprendere, non solo la visione del Papa, ma di tutta la Chiesa e comprendere la vocazione comune dell’umanità, che desidera vivere in armonia e in pace, pur nella diversità di culture, tradizioni e religioni. 

“Il contesto dell’articolo. Sappiamo già che, per la sua nuova enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale, papa Francesco si è ispirato di nuovo a san Francesco d’Assisi. Meno evidente, ma non meno importante, è un altro «ispiratore» profondo dell’Enciclica. 

Perché l’articolo è importante?

L’articolo mostra come la figura di Charles de Foucauld ha, in Fratelli tutti, una grande forza testimoniale: raccoglie e attualizza l’eredità e il sogno di Francesco d’Assisi, sintetizza e incarna il contenuto evangelico che il Papa espone, e ci interpella in modo concreto là dove è in atto la più grande sfida del nostro tempo. Madeleine Delbrêl diceva del beato Charles, prossimo santo: «è, da solo, la coincidenza di molti opposti […] e ci appare radicato nel crocicchio della carità. […] Egli fa coincidere i due estremi dell’amore: il prossimo immediato e il mondo intero».

Ci sono due aspetti della spiritualità di de Foucald che attraversano tutto il testo, che sono inscindibilmente etici e teologici insieme: il desiderio di abbandonarsi nelle mani di Dio e, quindi, la predilezione per i più abbandonati; la preghiera e la conversazione con Dio e, dunque, il dialogo con le persone, perché senza una conversazione priva di altri fini, non ci può essere quell’amicizia che genera e rigenera la fraternità.

Un altro elemento di Fratelli tutti che l’articolo permette di cogliere attraverso la figura di de Foucald si può formulare così: soltanto ciò che è più intimo può trasformarsi in qualcosa di veramente universale; e soltanto ciò che è più uni­versale può essere interiorizzato radicalmente.  Questa tensione tra interiorità e universalità è anche quella che costruisce la migliore politica e permette anche il dialogo tra gli aspetti migliori di ogni religione.

Quali sono le domande che l’articolo affronta?

Quali sono i tratti della spiritualità del beato Charles de Foucald che attraversano l’enciclica Fratelli tutti?

In che modo il Papa invita a reagire alla crisi mondiale, ispirandosi ai «piccoli gesti» di Francesco d’Assisi e Charles de Foucauld?”. (Cfr. La Civiltà Cattolica, Quaderno 4089

Appare qui, la figura di un religioso, ex militare Francese, il beato Charles de Foucald, di cui vi avevo già parlato, ma sono menzionati, anche, San Francesco d’Assisi e un’altra bella figura, quella della Venerabile Madeleine Delbrêl, una mistica, poetessa e assistente sociale francese.

Tre esempi di dedizione ai fratelli attraverso la preghiera e l’impegno concreto, un invito ad imitarli, come militari e militari cristiani, per essere veri cristiani secondo il cuore di Cristo.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Kosovo, militari italiani Kfor donano dpi alla clinica di Pristina