San Giuseppe, l’uomo di cui si fida il Cielo

 

Abbiamo iniziato ieri, con il rito delle Ceneri, la Quaresima. Il gesto rituale di abbassare il capo e ricevere la cenere in segno di umiltà, di disponibilità caratterizza non solo quella celebrazione, ma il tempo stesso di penitenza. Un tempo per rivedere le nostre scelte e dove e come stiamo vivendole.

Alla luce di questa dinamica spirituale, oggi vorrei soffermarmi con voi sulla figura di San Giuseppe. La sua vita, la sua esperienza con Dio ci insegnano a come incamminarci per essere autentici figli di Dio vivendo le nostre singole vocazioni. Fare la volontà di Dio non è facile e pur con una fede forte la vita talvolta ci provoca e il rischio è di perdersi, per questo abbiamo bisogno di pregare, non è un’azione magica, ma è la risposta all’amicizia che Dio ci offre da sempre, a quell’alleanza che ha stipulato con noi dall’eternità. Ogni fede ogni religione ha la sua dinamica di preghiera e mai come in questo tempo ci accorgiamo quanto sia importante non escludere Dio dalla vita. Molti vorrebbero farci credere che non esiste, che tutto è riconducibile attraverso la ragione ad altro, ma noi sappiamo che solo Dio può infondere nel mondo quella capacità di bene e di serenità che desideriamo, dobbiamo accorgerci, dobbiamo vivere con uno stile di vita capace di accorgerci di stupirci di essere attenti agli altri, solo così ci incammineremo a fare la volontà di Dio.

In questa luce oggi, come vi dicevo poc’anzi, voglio riportare alla vostra attenzione la figura di san Giuseppe per il quale, il Papa ha indetto un anno dedicato a lui, lo sposo di Maria, iniziato lo scorso 8 dicembre, a 150 anni dalla dichiarazione di Patrono della Chiesa universale. Per tale occasione ha scritto una Lettera Apostolica “Con cuore di Padre”. Qui è riassunta la parabola della sua vita e della sua missione.

Lui che ha ascoltato la voce di Dio che ha fatto la volontà di Dio chiamati a custodire la Sacra Famiglia ci insegna ad ognuno di noi lo stile di come vivere. Capaci di custodire i fratelli attraverso le nostre singole vocazioni. Anche questa porzione di Chiesa che vive tra vi militari si affidano a Lui Giuseppe l’uomo giusto, l’uomo nascosto, l’uomo del silenzio a compiere nella giustizia, senza andare sotto i riflettori, nel silenzio a fare il proprio dovere di difendere e proteggere la Pace.

Dio gli ha affidato i tesori più preziosi – Gesù e Maria – e lui ha corrisposto pienamente con fede, con coraggio, con tenerezza, “con cuore di padre”. Invochiamo la sua protezione sulla Chiesa in questo nostro tempo e impariamo da lui a fare sempre, con umiltà, la volontà di Dio”. (Cfr.Vaticannews) 

“La “sfida” viene rilanciata ogni giorno da 40 anni. La recita delle Lodi e poi, a seguire, quella di una vecchia preghiera trovata in un libro di devozioni francese dell’Ottocento. Il destinatario di quella “certa sfida” quotidiana è San Giuseppe perché, dopo avergli affidato tutto, “situazioni gravi e difficoltà”, quella vecchia orazione termina così: “Che non si dica che ti abbia invocato invano”. Il Papa rivela questa sua consuetudine in una breve nota a metà della Lettera Patris corde, un testo che riporta la memoria della Chiesa a ciò che Pio IX fece il giorno dell’Immacolata del 1870, proclamando San Giuseppe patrono della Chiesa universale”. (Cfr. Vaticannews)

“L’uomo inosservato”, che accoglie il mistero e vi si mette a servizio restando “decentrato”, è anche il risolutore delle cose impossibili e nella Patris corde il Papa sceglie di descrivere le molte qualità che rendono Giuseppe un padre e un marito vero, il promesso sposo che “accoglie Maria senza condizioni preventive” e l’uomo in cui “Gesù ha visto la tenerezza di Dio”. (Cfr. Vaticannews)

Nel raccogliere questi rimandi con la speranza che abbiate tempo per leggere la Lettera Apostolica, ci affidiamo a San Giuseppe e Lui affidiamo le nostre famiglie e la nostra comunità.

“Tutti i giorni, da più di quarant’anni, dopo le Lodi, recito una preghiera a San Giuseppe tratta da un libro francese di devozioni, dell’ottocento, della Congregazione delle Religiose di Gesù e Maria, che esprime devozione, fiducia e una certa sfida a San Giuseppe: «Glorioso Patriarca San Giuseppe, il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili, vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione. Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te. Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen». (Cfr. Papa Francesco nella Lettera Apostolica, nota n. 10)

Sia anche la nostra preghiera e l’esempio in questo cammino quaresimale di come verificare il cammino della nostra vita e l’impegno cristiano personale e comunitario di Chiesa.

@una voce

 

 

Foto di Copertina: Papa Francesco con una statuetta di san Giuseppe