Memoria del cuore e della mente

 

Fare memoria fa bene al cuore e rinforza il cammino di fede (Papa Francesco)

«L’uomo, sostiene san Basilio, non può dedicarsi di continuo alla preghiera esplicita, deve anche lavorare. E quando lavora, la sua mente deve occuparsi di quello che fa. Ma nei devoti succede qualcosa di simile a quanto si verifica in una madre che lavora per il figlio. Quest’ultimo in un certo senso è sempre presente nella sua “memoria”. La norma di tutto quello che fa questa mamma è l’interesse del figlio». (Cfr. Card. Spidlik)

 

Con queste due citazioni di apertura, che prendo dal Card. Tomas Spidlik, una figura che vi invito a conoscere e leggere, di origine Moldava, teologo e spirituale di grande livello, vorrei intrattenermi con voi con questi poveri pensieri come occasione di confronto, di eventuale dialogo, di educazione del cuore e della mente alla fede e vi invito, anche, a guardare un film del 2012: “La memoria del cuore”. Una storia avvincente che ci offre non solo una bella visione di un film, ma l’occasione per pensare, commuoverci, amare.

La memoria del cuore e della mente è un argomento interessante e “Quando nel nostro contesto socio- culturale si parla di cuore, si allude innanzitutto alla vita affettiva, alle emozioni, ai sentimenti che hanno nel cuore la loro sede: «Il nostro cuore ama o odia, il nostro cuore è tenero o è chiuso, il nostro cuore accoglie o respinge », siamo soliti dire. Nel linguaggio biblico, invece, il cuore ha un significato molto più esteso perché designa tutta la persona nell’unità della sua coscienza, della sua intelligenza, della sua libertà; il cuore è la sede e il principio della vita psichica profonda, indica l’interiorità dell’uomo, la sua intimità ma anche la sua capacità di pensiero; il cuore è la sede della memoria, è il centro delle operazioni, delle scelte e dei progetti dell’uomo. In una parola, il cuore è l’organo che meglio rappresenta la vita umana nella sua totalità. Il cuore è il ‘sito’ spirituale della presenza di Dio è il luogo dove Dio parla, educa, giudica, si fa presente e abita in colui che, appunto, gli ‘apre il cuore’: espressione, quest’ultima, significativa per dire come e dove accogliamo la presenza del Signore, come ci disponiamo alla comunicazione e all’amore.  Antoine de Saint-Exupéry ha scritto: «Non si vede bene che col cuore». La Bibbia presenta questa stessa verità applicandola piuttosto agli orecchi, o meglio agli ‘orecchi del cuore’: tutto l’operare, il sentire, il pensare dell’uomo nasce dal cuore, quindi è il cuore che deve essere innanzitutto raggiunto dalla Parola di Dio e mettersi al suo ascolto. È dunque evidente per quale motivo il fulcro della preghiera di Israele, il comandamento dei comandamenti, sia: Shema’ Jisra’el, «Ascolta, Israele!» (Dt 6,4), che ha assunto un rilievo teologico incomparabile, essendo divenuto la confessione di fede quotidiana del credente ebreo. Ascoltare è l’operazione primaria dell’uomo davanti a Dio, tanto che si può affermare che se dalla parte di Dio «in principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio» (Gv 1,1), per l’uomo «in principio è l’ascolto».”. (Cfr. Avvenire)

Talvolta ci circondiamo di oggetti per impreziosire i nostri luoghi di vita, per passione, per ripiego di altre cose … ci sono oggetti utili, altri indispensabili al ritmo di vita che abbiamo, altri superflui, altri inutile e alcuni fondamentali alla memoria del cuore e della mente e sono gli oggetti appartenuti a qualche persona cara, un nonno, un genitore, un amico, un prete …

Io ho tre oggetti a cui sono legato perché mi portano con la mente, il cuore e la preghiera, alle persone che me ne hanno fatto dono. Il rosario, la croce e la Divina Commedia. Una corona del rosario realizzata dalle suore di clausura Benedettine donatami al termine di un periodo di servizio da un sacerdote amico che porto con me sempre e ogni volta che recito il Santo Rosario non posso non ricordarlo e ringraziarlo per il bene che ha fatto alla mia vita. La croce in legno di radica, dono che segna una giornata particolare e un momento topico della mia vita spirituale di sacerdote. Infine, una piccola e vecchia pubblicazione, unica nel suo genere, della Divina Commedia, delle Edizioni Hoepli, dell’inizio del secolo scorso, donatami dal mio vecchio professore di Greco e di Calligrafia. Tre oggetti che, in modo diverso, ripercorrono la mia vita dalla formazione agli anni del collegio, sino al mio sacerdozio e al mio servizio come cappellano militare.

Perché parlare di questo? perché credo che alcuni oggetti legati a figure di uomini e donne che hanno segnato la nostra vita in bene possano essere occasione di riflessione continua, di preghiera e di rinnovamento tutte le volte che il cammino si fa pesante e faticoso.

“È di cuore dunque che ha bisogno soprattutto il mondo odierno? … Il cuore, come lo intendono i classici spirituali dell’Oriente, significa l’unione di tutte le facoltà dell’uomo: a ragione quindi sostengono che la vera preghiera è soltanto quella che parte dal cuore”. (Cfr. cittanuova)

Di cuore, di passione, di emozioni abbiamo bisogno per vivere la vita quotidiana, le mille cose a cui attendere, la pressione del mondo e della vita quotidiana, delle responsabilità … rischiano di dimenticare il cuore spirituale, il cuore che vede al di la delle cose, il cuore che con un oggetto sa tornare alla parte verticale della vita, la parte di consapevolezza di essere figli di Dio amati da Lui, amore al quale dobbiamo rispondere con la passione e l’impegno della nostra vita quotidiana, per dire al Signore, che ha scommesso su ognuno di noi, sino a donare la vita per noi, che gli vogliamo bene.

Come rispondiamo a questa amicizia? Fatti aiutare dalla vita stessa e dalle cose della vita per rimanere unito a Lui unico vero tesoro per il quale vale la pena vendere tutto e comprare il campo, una perla preziosa che brilla secondo diversi riflessi: la famiglia, il sacerdozio, la professione, l’impegno, la carità …

Cerca nella soffitta del tuo cuore e non solo, le cose che ti aiutano la memoria per vivere la vita quotidiana con Cristo, ma la perla preziosa per la quale vale la pena spendere tutto per averla.

@unavoce