Riaperture

 

«Tutti hanno diritto alla cultura bella! Specie i più poveri e gli ultimi, che ne debbono godere come dono di Dio». … La cultura come carità non è dunque un lusso o una forma volontaristica legata allo sforzo di singoli appassionati: «Tutti hanno diritto a una cultura bella!» (Cfr. Papa Francesco)

“C’è un bisogno di cultura e l’offerta culturale, come abbiamo visto ieri, sta già richiamando persone che aspettavano da tanto tempo che si tornasse al cinema, al teatro, al museo”. (Cfr. Vaticannews)

Mai come in questo periodo di chiusura totale per fronteggiare l’emergenza sanitaria, abbiamo sentito la mancanza di alcune realtà della vita dell’uomo. La cultura ne ha sofferto, sia per la parte formazione con la didattica a distanza che, se da una parte può sembrare comoda e sicuramente necessaria per arginare i contagi, dall’altra rivela il suo limite dove il desiderio e la necessità di condivisione di un progetto di formazione richiede incontro, vicinanza e confronto.

Anche le “arti nobili”, come teatro, cinema, musei … ne abbiamo sentito la mancanza. Se per i giovani la discoteca e i locali di divertimento sono fondamentali per relazionarsi e sono lo specchio di una esigenza generazionale, per tutti, questi ambiti, sicuramente raccolgono l’esigenza del popolo, di ogni uomo e donna di qualsiasi estrazione sociale: Cinema, Teatro, Musei, Concerti, Incontri Culturali, Manifestazioni di vario genere e grado, sono l’espressione di un popolo che vuole crescere, emergere, dare spazio alla propria creatività, gustare il bello del passato e del presente, proporre nuove esperienze, vedere al di là dello sguardo e andare oltre l’ordinario per scorgere, nella bellezza, la speranza di un mondo migliore.

La riapertura anche se con regole talvolta complicate da comprendere e parziale, ci offre una speranza di poter tornare alla normalità di un vita che si vuole arricchire, non solo di cose materiali necessarie peraltro per vivere, ma anche di elementi che educhino il cuore, aiutino a rilassare la mete a creare clima di serenità scorgendo una possibilità di vita, se pur nel rispetto necessario delle regole, la possibilità di vivere nella libertà di azioni e decisioni.

La chiusura di questi settori ha messo in crisi non solo il settore, ma anche l’indotto che da esso ne derivava e questo è un fatto da non sottovalutare e da tener presente per una riorganizzazione e un incentivo a non dimenticare questi elementi della vita umana. Cinema, Teatro, Musei, Concerti, Feste … sono lo spazio aperto del cuore per scorgere la possibilità di un rinnovato impegno su altri settori della vita.

“La cultura è alla base della società. E’ ciò che definisce una persona e ciò che permette a tutti di essere indipendenti. La cultura si acquisisce nel tempo. E’ come un orto, se non ce ne si prende cura, alla fine non ci sarà nessun frutto. Quando se ne parla, spesso i giovani pensano a qualcosa di noioso, ma senza possederne una, non si va da nessuna parte. Per qualsiasi decisione da prendere si deve avere un livello di istruzione almeno basilare sul tema discusso. La cultura è libertàvita e il bene che non si può prendere da qualcun altro. Avendone una, nessuno può imporre idee o essere condizionato da una persona, possedendo un bagaglio di nozioni siamo liberi di pensare ciò che vogliamo. La cultura ci è indispensabile nella vita quotidiana, e ci passa un insegnamento che lungo il corso della vita ci rimarrà per sempre; a volte infatti ci chiediamo quanto essa sia importante, o meglio quanto l’ambiente che ci circonda sia importante nello sviluppo delle persone”. (Cfr. ilfattanzio)

E se la cultura è vita, la cultura è anche e soprattutto Fede. Senza la conoscenza, senza lo sguardo verso l’alto con un respiro di sacro, di irraggiungibile, di mistero la nostra vita rimane solo un elenco di cose da fare, invece conoscere, sapere scrutare … ci porteranno ad una società libera e nella Fede. La Fede è un dono, ma alimentato dalla nostra passione e dal nostro desiderio che cresce attraverso la conoscenza.

Chiudo questa semplice riflessione che ha solo l’ambizione di suscitare curiosità e interesse per riaccendere e stimolare la nostra conoscenza, per animare la nostra Fede con le parole di un settenario proposto  da Gandhi che definisce in modo folgorante questa “simbolicità” di valori necessaria a impedire la distruzione della convivenza sociale.

«L’uomo si distrugge con la politica senza principi; l’uomo si distrugge

con la ricchezza senza fatica e senza lavoro; l’uomo si distrugge con

l’intelligenza senza la sapienza; l’uomo si distrugge con gli affari senza la

morale; l’uomo si distrugge con la scienza senza umanità; l’uomo si distrugge

con la religione senza la fede [il fondamentalismo insegna]; l’uomo si distrugge

con un amore senza il sacrificio e la donazione di sé».