Senza confusione

Senza mettere in discussione e avendo ben chiari quali siano le Virtù senza confonderle o volerle cambiare con i vizi, ma solo il titolo di queste poche righe per cattura l’attenzione e proporvi una riflessione semplice e umile, per parlare con voi da queste pagini virtuali.

“Siamo caduti nella cultura dell’aggettivo, ci siamo dimenticati dei sostantivi. È più importante essere uomo o donna che non avere questi vizi e virtù. Dio non ama l’aggettivazione della persona, ama la persona, come è”.  (Papa Francesco)

 

Giotto, nella Cappella degli Scrovegni a Padova fa una interpretazione dei vizi e delle virtù, parto da questo che è stato poi il tema della conversazione di Papa Francesco con don Marco Pozza.

Generalmente, sono una persona che vede il bicchiere mezzo pineo, conscio dei miei limiti e dei molti difetti. Non sono nessuno e non desidero essere qualcuno di diverso da quello che la storia della mia vita mi ha portato ad essere. Amo il Signore e la Sua Chiesa, pur essendo il peggiore dei suoi ministri e persona che non spicca per qualità, ne professionali, ne umane e neppure personali. Distaccato dagli affetti e libero pensatore, con la convinzione che solo il bene abbia la meglio nonostante tutto. Ingenuo e sprovveduto da non accorgermi della cattiveria o ambiguità accanto a me, tanto da aver commesso errori e pagato per questi difetti, ma profondamente sereno con la coscienza di aver sempre cercato il bene delle persone nonostante i molti limiti e questo ovviamente non per giustificarmi ma solo con un profondo senso di onesta intellettuale su me stesso.

Ora, leggendo sui social questo passaggio che vi cito in calce, incuriosito, ho cercato meglio e al di la dell’attribuzione o meno del testo, in qualche parte mi ci ritrovo e giustamente non per trasformare difetti in virtù, ma per avere uno sguardo “terra terra” sulla vita per poter ripartire ogni volta dalle cadute senza rimanere a terra, per rialzarmi e avere uno sguardo alto e pieno di speranza, se sappiamo impegnarci e fidarci di Dio.

Convinto cattolico, non solo perché prete, ma perché credo siano i valori giusti che incarnano la vita dell’umanità qualunque cultura o tradizione e non parlo di religione, ma di fede e consapevole che gli  uomini sbagliano e la storia li ricorda, gli uomini fanno bene le a storia in alcuni casa li ignora, ma questo è il gioco del male, farci vedere il bene la dove non c’è.

Pertanto, queste mie parole, non per elevare il mio livello, che non c’è, ne per sentenziare o fare considerazioni filosofiche o teologiche, di cui non sarei capace, ne scontrarmi con il pensiero di nessuno o denunciare questo o quella situazione, ma solo, mi sono interrogato su come va la vita, cosa sto facendo, dove ripongo la mia fiducia, come vivo la mia vita …. E così via.

Il tempo attuale di disagio ha aperto mille problemi, aumentando quelli già esistenti e nonostante, da molte parti, ci siamo parole di speranza e di pace, parole di cambiamento e di voglia di ricominciare, poi da altre, magari meno efficaci, ma più forti, disorientano le persone.

Chi accusa l’altro e viceversa, invece di concentrarsi sul valore di camminare insieme. I soldi, il potere, il sesso, solitamente la fanno da padrone, nonostante chi dica il contrario e solitamente chi detiene sia l’uno che l’altro farcendole con la terza.

Vi invito, pertanto, a rileggere la citazione, a ripensare al vostro cammino, ma, soprattutto, vi prego, riflettere con limpidità sulla vita e su voi stessi e vivete sempre con un gran sorriso, con gran calma e voglia di fare e fare bene, prendiamo le croci che ci capitano con fede e fiducia, cambiamo le cose che possiamo e seminiamo pace e amore, sempre soprattutto la dove non possiamo cambiare nulla, solo così, forse, il piante e l’umanità ritroveranno se stessa.

Quindi, la citazione, solo per offrirvi una prospettiva diversa e non negativa, ma reale e concreata. Non condivide la negatività e non giustifico il limite, ma la realtà delle cose e questa e ci può offrire una riflessione critica, non tanto per fare i contro corrente, ma con i piedi per terra e offrire un contributo concreto per iniziare a costruire un mondo migliore in fraternità. Educhiamoci non a essere sconfitti, ma a vivere nell’amore anche se questo richiede umiltà, e pazienza. Rendiamoci conto che possiamo sbagliare ma insieme possiamo rialzarci, imparare a non fare le vittime o gli errori ma fratelli in cammino ognuno con le sue qualità. Leggere la realtà per quello che è valutare le persone per come vivono e non per quello che dicono. Non mettere la testa sotto la sabbia, non questo non è corretto ne onesto ne verso di noi ne verso l’umanità, ma ad imparare la calma, la bontà, la gentilezza, sapendo accettare chi non la pensa come noi, trovare dei modi per vivere insieme nel rispetto e elevando lo spirito il cuor e la mente con i doni che ognuno ha come suo dna personale.

Linguaggi, modi, pensieri, obiettivi, creatività, eleganza, bellezza… cultura, storia, conoscenza, apertura, fraternità, impegno, amore … non sono stili di vita passati di modo, ma forse li abbiamo accantonati penando solo ai diritti e meno ai doveri.

“Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.  In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare… A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
(Citazione attribuita erroneamente a Pasolini, messa in rete da qualcuno che molto inopportunamente ha integrato una vera citazione di Pasolini, in un modo che ha creato confusione… ) 
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Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù… 
(Pier Paolo Pasolini Dai dialoghi con i lettori, su “Vie nuove” 1961 * )” (Cfr. facebook)

 

Foto di Copertina: Giotto, Cappella degli Scrovegni, particolare i “vizi e virtù”