La FOTO, il motivo della scelta:

C130 dell’Aeronautica Militare 

Uno scatto che raccoglie un’immagine semplice, di vita oridnaria, di servizio e qui in particolare della crisi afghana. Velivoli e personale impiegati per evacuare più persone possibili da una terra ancora in subbuglio. Questa è lo scatto della speranza dove, volontariamente, non ho scelto quella con i civili, per fra comprendere il paziente lavoro degli uomini e donne in divisa che con la loro professionalità e il loro impegno, anche a rischio della vita, sono la speranza per un popolo che soffre.

FOTO da: (Cfr.ilgiornale)

Militari: portatori della speranza

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Mc 7,31-37

“Gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano”

 

“I sordomuti a cui si riferisce il Vangelo non hanno nulla a che fare con i fratelli e le sorelle che vivono questo tipo di condizione fisica, anzi per esperienza personale mi è capitato di incontrare vere e proprie figure di santità proprio tra coloro che passano la vita con addosso questo tipo di diversità fisica. Ciò non toglie che Gesù ha anche il potere di liberarci da questo tipo di malattie fisiche, ma quello che il Vangelo vuole mettere in evidenza a che fare con uno stato interiore di impossibilità di parlare e ascoltare. Molte persone che incontro nella vita sono affette da questa sorta di mutismo e sordità interiore. Puoi passarci le ore a discutere. Puoi spiegare nel dettaglio ogni singolo frammento della loro esperienza. Puoi implorarli di trovare il coraggio di parlare senza sentirsi giudicati ma la maggior parte delle volte preferiscono preservare la loro condizione interiore di chiusura. Gesù fa qualcosa che è altamente indicativo: “portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente”. Solo a partire da un’intimità vera con Gesù è possibile passare da una condizione ermetica di chiusura a una condizione di apertura. Solo Gesù può aiutarci ad aprirci. E non dobbiamo trascurare che quelle dita, quella saliva, quelle parole noi continuiamo ad averle sempre con noi attraverso i sacramenti. Essi sono un evento concreto che rende possibile la medesima esperienza raccontata nel Vangelo di oggi. Ecco perché un’intensa, vera e genuina vita sacramentale può aiutare più di molti discorsi e molti tentativi. Serve però un ingrediente fondamentale: volerlo. Infatti la cosa che ci sfugge è che questo sordomuto viene, si, portato da Gesù, ma poi è lui a decidere di lasciarsi condurre da Gesù lontano dalla folla”. (cfr. don Luigi Maria Epicoco)

L’esperienza del sordomuto ci offre l’opportunità di comprendere che volontà abbiamo, possiamo essere aiutati, guidati, ma poi dobbiamo volere di incontrare il Signore e questo vale anche nelle opere. Possiamo aiutare e stare accanto ai poveri, ai bisognosi, a quelli più in difficoltà, come strumenti per orientare a scegliere uno stile di vita migliore, un pace, una serenità. Il compito degli uomini e delle donne in divisa è di “portare”, in modo che i singoli e i popoli vogliano cambiare e impegnarsi su una strada differente. Sono la speranza che si può cambiare e imparare ad accorgersi, ad ascoltare e parlare con il cuore. Il Cristiano è colui che diventa strumento nelle mani di Dio, lasciamoci aiutare e incontreremo il Signore. Lasciamoci imporre la mano da Cristo.

Buona Domenica

5.9.21XXIIITO@unavoce