Rischio altrimenti dell’assuefazione

 

 

Altro tema che riguarda, credo e non solo i giovani, è l’assuefazione alle cose e alle situazioni ordinarie. In questo momento penso alla nostra pastorale, al nostro metodo di annuncio, ma vale anche per polite e filosofie …

Quali giovani leggono le nostre lettere o documenti, quali giovani, vengono alle nostre catechesi o incontri? E poteri continuare…

Certo, molti ne abbiamo nelle nostre Parrocchie, attraverso anche associazioni e movimenti, ma ora io mi chiedo: dove sono gli altri, come avvicinarli? Certo non con documenti e lettere, catechesi e incontri, celebrazioni, ritiri spirituali … ma nella strada nei luoghi dove loro vivono, nei loro ambienti di ritrovo che non sono più l’oratorio o la chiesa, quindi se vogliamo portare un messaggio, se vogliamo far conoscere Gesù, dobbiamo uscire dagli schemi, dobbiamo svestirci della nostra autorità, ammesso che ne abbiamo ancora e offrire uno sguardo diverso, meno bigotto e più umano, meno formale e più legato alla vita ordinari dove loro vivono.

I rischi? Certo come in tutte le cose, ma se non si va da loro, loro certamente non verranno da noi. Sono stufi di parole, belle ma parole che non seguono i fatti e noi in questo siamo bravi a parlare e fare poco o far fare agli altri.

Nulla di nuovo sotto il sole, già con Gesù accadevano queste cose, ma proprio Lui si è messo sulla strada, compagno di viaggio attento all’umanità entrando in casa dei peccatori … quindi non una scoperta, ma solo un ricordarsi di leggere il Vangelo e viverlo per quello che è e questo lo dico a me e alla mia categoria.

I giovani sono stanchi di comizi e prediche, di discorsi altosonanti e promesse, voglio i fatti, vogliono che ci sporchiamo le mani, vogliono che i problemi che hanno vengano risolti e allora qui dobbiamo darci una mossa, o facciamo sul serio e diventiamo compagni di viaggio e li aiutiamo ad affrontare la vita oppure possiamo solo sentenziare grandi ideali, giudicare, puntare il dito, fare ricerche del perchè e del per come, ma non avremo risolto nulla, avvicinato e aiutano nessuno. 

Anche il Papa ci sta spronando in questo … scendiamo in strada, viviamo da persone normali, usciamo dagli schemi, guardiamo le cose con altre prospettive, non si tratta di svendere il Vangelo, ma di essere amici tra di noi con visioni differenti delle cose e magari in amicizia le prospettive possono cambiare e la conoscenza di alcuni aspetti offrire una opportunità, una visione, un punto d’incontro. Far comprendere la morale, l’etica in una chiave differente dal rigorismo vuoto … non diamo tutto per scontato, non cataloghiamo cose e persone, ma loro lo fanno con noi?, certo glielo abbiamo insegnato noi … ma la vita è una e sola e bella, quindi perché sprecarla in litigi e riflessioni che non portano da nessuna parte? Partiamo da obiettivi comuni e condivisi e il resto lasciamo fare a Dio, noi la nostra disponibilità, la nostra umiltà e semplicità e se gli altri, i perbenisti cattolici, ci giudicano, che Dio li abbia in gloria, poco importa, non ci deve interessare il loro giudizio di bacchettoni, perché poi è così, puntano il dito e loro sono peggio, ma tattica che non funziona, puntare il dito per distogliere l’attenzione l’abbiamo capita da secoli ormai, quindi non mi deve interessare …  ma, mi deve interessare il pensiero e il giudizio di Dio e delle persone che si avvicinano a Lui anche in modo non convenzionali, perché solo così potremo creare una nuova generazione che saprà vivere nell’amore anche in Dio, perché solo lì riusciremo a cambiare il mondo.

Gesù avrebbe fatto questo? Credo di si! Quindi, modi e tempi diversi per ogni situazione, non si tratta di buttare via il passato, ovviamente, ne di rinunciare a tradizioni secolari o alle iniziative e proposte presenti per un futuro diverso e incerto, ma creare situazioni differenti, approcci novi, o direi di vita normale, per ogni situazione. Qualcuno mi direbbe l’abbiamo sempre saputo e fatto, si sa che è così … allora facciamolo e magari con maggior impegno tutti, questa dovrebbe essere la nostra intelligenza pastorale.

Ora, detto questo, buon cammino e pregate per me, che il Signore illumini la mia mente, animi il mio cuore, sostenga le mie forze, corregga i miei errori per essere sempre e comunque annunciatore del suo Amore nella Carità, questo è ciò che ci ha insegnato, il resto, lasciamolo fare allo Spirito Santo. 

@unavoce

Foto di Copertina: Foto Archivio Parrocchiale: gruppo di giovani in festa per un compleanno di un collega