Un Vangelo, quello di questa Domenica, XXI del Tempo Ordinario che ci sprona a fare sul serio, come sempre ovviamente, ma oggi la domanda fatta a Gesù: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”, gli fanno rispondere in modo chiaro e diretto più del solito e ci ricorda che saremo riconoscibili, per entrare in Paradiso, solo dai fatti e non dalle parole. Questo mi porta a pensare alla mia vita di uomo, di cristiano e di sacerdote.

Ogni domenica il Signore mi stupisce e nonostante sia consapevole della mia pochezza e dell’inefficacia, scorgo Dio presente nella mia povera vita di Sacerdote. Se dovessi rispondere a chi mi chiede, dammi dimostrazione che Dio esiste, direi: guardami, sai chi sono, vedi, mi conosci e nonostante questo Dio opera grandi cose nelle persone che incontro, che partecipano alla vita della Chiesa, alla vita Sacramentale, all’Eucarestia. Vi assicuro, tutto questo, non per merito mio e non è falsa umiltà, ma la verità, perché la verità ci farà liberi e non ho nulla da nascondere o da fingere.

Un’esperienza unica, quella della Celebrazione Eucaristica, unica per noi sacerdoti e che deve essere unica e dobbiamo renderla unica per ogni fedele. Ogni S. Messa deve essere come se fosse la prima, l’unica e l’ultima perché è il mistero di Dio che si offre per noi. E’ un gesto d’amore e i gesti d’amore sono unici e ogni volta che li compiamo diventano unici, nuovi, belli e se da una parte è gratificante, nonostante non lo meriti, dall’altra crea sempre grande stupore, grande meraviglia quando le persone ringraziano per la S. Messa alla quale hanno partecipato. Questo dono dipende solo e unicamente da Dio che usa ogni persona per parlare al cuore della gente. In questo mi sento strumento, inefficace, ma strumento povero e peccatore ma usato da Dio che parla al cuore di ogni persona e lo apre per entrare, per aiutarlo nel cammino della vita. Questo, vi assicuro è il dono più bello, la bellezza più evidente, la ricchezza più grande del sacerdozio.

L’Eucarestia, che in un rito antico quanto il mondo e il suo elegante ripetersi dei gesti, ci offre la novità e la freschezza della Parola di Dio, quella Parola che sa rinnovarci e dare speranza, indicarci la strada e aprirci il cuore. La capacità dei riti di rinnovarsi mentre si celebrano fa presente quel Dio che è morto sulla croce perché ci ama, perché ci vuole salvare, perché a tutti i costi, avendo preparato un posto in paradiso, ci vuole accanto a se e desidera che arriviamo in quel posto.

Ogni prete anche, il più inutile e inefficace, povero e peccatore, quale sono io, diventa strumento nelle mani sapienti di Dio e se si è capaci di lasciarci usare da Lui allora opera grandi cose nel cuore delle persone. Molti limiti nelle nostre comunità, causa anche e soprattutto di noi pastori, si possono vedere, ma se sai rialzarti e rinnovarti allora lo Spirito Santo anima il cuore e le situazioni, rinnova i Sacerdoti e le comunità.

Nella vita di noi sacerdoti è facile sbagliare, più facile che in altri, forse perché più esposti, più sotto i riflettori di altri, quindi soggetti a critiche e pettegolezzi e molti di noi sono presi di mira, chi sa poi per quale motivo, forse per invidia, gelosia, per la volontà di parlar male e di apparire migliori davanti agli altri, ottenere qualche cosa, non saprei rispondervi, ma ogni volta si fa l’esperienza della povertà quando ci attaccano, ci giudicano e non vedono la verità, ma solo quello che vogliono vedere e questa è la vita delle persone consacrate in modo particolare, del resto hanno fatto così prima con Gesù.

Esperienza fatta, lezione imparata, quindi e neppure poi la voglia e l’impegno a difendersi ma ti fidi del Signore e lasci fare a Lui, lasci tutto nelle Sue mani, attraverso i superiori e impari ogni volta sempre di più a fidarti di Cristo e della Chiesa perché la verità ci fa grandi e liberi, onesti e sinceri, quindi con questa dinamica di vita, cercando di essere sempre persone semplici e vivere il ministero, nell’ubbidienza, accetti le cose, preghi, studi e vivi la vita per quello che è e per quello che da ogni giorno e nonostante e soprattutto i molti fallimenti, senti il Signore presente che ti afferra per mano, che ti accompagna, che ti sostiene e se qualche volta senti la Sua voce forte e decisa è per ci ricordare chi siamo, cosa siamo e per chi lo siamo.

Questo credo sia passare per la porta stretta, questo credo sia l’impegno a costruire e accompagnare sulla strada che il Signore ha scritto per ognuno perché possa giungere al Paradiso e occupare il posto che Lui il Signore ha preparto per ognuno.

Pregate per i vostri sacerdoti, perché siano sempre uomini di fede, capaci di parlarvi di Dio, capaci di testimoniare l’amore di Dio, per ognuno di noi. Fidati di Dio, lasciati usare da Lui e farà grandi cose in te e per mezzo tuo verso i fratelli.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Celebrazione Eucaristica alla Base Logistica dell’Aeronautica, Estate 2022