Se vuoi cambiare il mondo

 

“L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene; e l’uomo malvagio, dal malvagio tesoro tira fuori il male; perché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca”. (Luca 6,45)

Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiar se stesso. (Lev Tolstoj)

 

Quanto è importante questo. Cambiare il mondo non possiamo farlo se non cambiamo noi stessi, se non ci rinnoviamo noi interiormente. Il mondo è una realtà oggettiva e per trasformarlo dobbiamo essere noi il cambiamento che desideriamo. Rinnovarsi e cambiare certamente è cosa non facile, ma necessaria. Si cambia per tanti motivi ma vorrei soffermarmi per dirvi: cambia per te stesso, solo così avrai le risposte che desideri, avrai il mondo che vuoi. Solo conoscendoti e accettandoti potrai allora rinnovarti ed eventualmente cambiare.

Si cambia perché si vuol star meglio, perché si vuole essere felici, si cambia per vivere la vita in modo autentico. Non si cambia per capriccio, si cambia perché abbiamo bisogno di essere autentici, si cambia perché si crede nei valori, si cambia perché si crede nel bene, nell’amore, in Dio, si cambia perché vogliamo vivere la vita con tutti quei doni che abbiamo a disposizione. Per cambiare però bisogna impegnarsi, bisogna conoscersi e se non riusciamo da soli ci dobbiamo fare aiutare, conoscere per capire e una volta che ho capito, senza presunzione o arroganza, allora cambio e vivo. 

Ogni attività e scelta dell’uomo deve avere questo scopo, vivere la vita senza danneggiare nessuno con le responsabilità di quello che scegliamo, del servizio che svolgiamo, delle persone che frequentiamo, senza dare finte risposte o scuse, senza inventarci le cose, ma conosco o non conosco, so o no so, con umiltà intraprendo il cammino, un cammino che ha come traguardo la vita intera. Un rinnovarsi che è di ogni giorno, che ci farà crescere in sapienza e grazia, conoscenza e amore, un rinnovarsi che è mettersi in discussione, un rinnovarsi che ci fa cadere ma per rialzarsi. 

Allora, basta con lamentele e accuse, con il puntare il dito e pretendere, con il parlar male e accusare, basta! E’ ora di guardare dentro il nostro cuore, è ora di fare una verifica seria con noi stessi, almeno a te stesso di la verità, accettati per quello che sei o cambia e non pretendere dagli altri quello che non puoi dare, non pretendere serenità, attenzione se non sei capace e se poi lo fossi e non ricevi quello che ti aspetti, non chiuderti, ognuno ha diritto di vivere la vita a modo suo e se non risponde al tuo stile non significa mancanza di amore, di attenzione, di amicizia, ma semplicemente che siamo diversi gli uni dagli altri e rispondiamo e viviamo in modo differente pur essendo attenti e capaci di cambiare, pur avendo gli stessi valori ed obiettivi.

Vogliamo un matrimonio, un’amicizia, un lavoro, una società … migliore? Cambia tu, non pretendere che siano gli altri, non fingere almeno con te stesso, cambia tu e accetta la diversità, importante è il rispetto, l’educazione …

Cambiare, allora, rimanendo noi stessi è possibile? Si!, difficile, ma possibile. Il problema secondo me è, se il non cambiare fosse solo per una presa di posizione, allora potrebbe dire e dimostrare grande ignoranza e superbia, egoismo e chiusura e sicuramente che sono solo parole ma che non c’è la volontà, la vera intenzione di cambiare, ma vogliamo solo che siano gli altri ad adeguarsi alle nostre idee, ai nostri modi di essere e di vivere.

Cambiare non è segno di debolezza, non è cedere in qualche cosa o a qualcuno, noi ci abituiamo alle cose e talvolta anche alle persone e questo ci da sicurezza o almeno un’apparente sicurezza, quindi nel momento in cui ci accorgiamo che le cose non vanno o subiscono delle modifiche ci chiudiamo, ci agitiamo e reagiamo solitamente attaccando per difendere i nostri spazi, le nostre certezze ed è qui che dobbiamo allora avere il coraggio e la forza per rimetterci in gioco, per cambiare e questo non dice debolezza ma semmai forza, determinazione, voglia di farcela, di salvare situazioni e cose. Quindi la nostra intelligenza sta nella capacità di saperci rinnovare, di saperci rimettere in gioco, di saperci riadattare in situazioni con occhi nuovi, senza chiusure ma con uno sguardo differente. Pertanto si può cambiare rimanendo noi stessi, mantenendo saldi alcuni valori e avendo la capacità di osservare le situazioni da più punti di visa, non in modo egoistico ma a livello generale, non pensando solo a noi stessi ma avendo uno sguardo d’insieme. Un’attività, questa, che va coltiva con pazienza, curata con attenzione e senza stancarsi.

Come l’acqua che passa in un torrente si adatta al fondale pur rimanendo se stessa, così dobbiamo imparare ad adattarci senza perdere le nostre convinzioni e disposti, se c’è qualche ostacolo, a cambiare direzione per raggiungere il mare. Questo che è nel pensiero e nella cultura Zen ci può aiutare oggi a comprendere che se non abbandoniamo le nostre fissazioni non riusciremo mai a essere persone realizzate e che sanno vivere in felicità, costruendo un mondo migliore. 

Quello che noi come cristiani dobbiamo fare è allora quello di lasciarci cambiare interiormente, affinché assumiamo il carattere di Cristo. Questo è l’impegno del cristiano, questo è il cammino che singolarmente e comunitariamente dobbiamo fare. Una crescita spirituale, un esercizio spirituale fatto da conoscenza, lettura, ascolto, meditazione, preghiera, digiuno, con una partecipazione attiva alla vita di comunità nella Chiesa, attraverso un impegno concreto, attivo di servizio e di evangelizzazione, queste “discipline spirituali” ci porteranno a comprendere e a rinnovarci, vivendo quel mondo migliore che desideriamo avere.

@unavoce

 

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