Per spiccare il volo

«Noi siamo angeli con un’ala sola. Per volare, abbiamo bisogno di restare abbracciati al fratello, cui prestiamo la nostra ala e da cui prendiamo l’altra ala, necessaria per volare». (citato in Aa.vv., Don Tonino vescovo secondo Concilio, La meridiana, 2004)

 

Oggi sembra tutto più difficile anche fare il genitore o l’educatore in genere è molto complesso. Un argomento che abbiamo già trattato diverse volte su queste pagine virtuali non ultimo nell’articolo “Cos’è la tua Vita?…”, ma credo che sia importante ricordarcelo ancora volendo fare un cammino di crescita personale e comunitario. Oggi più di ieri, sembra che le regole con le quali siamo cresciuti non siano più valide e con la conoscenza e l’informazione istantanea che c’è oggi, sembrerebbe impossibile. Pertanto vorrei proporvi alcuni passaggi di un’intervista fatta allo psicologo e psichiatra Paolo Crepet di S. Faber pubblicato su “Universo Mamma” al quale vi rimando per la completezza della lettura e che qui in parte riporto per sottolineare alcuni elementi che ci possono aiutare ad essere persone dallo sguardo alto, capaci di bene e di bello, positive e di fede. 

Alcuni suggerimenti credo siano utili a fermarci tutti a riflettere, sia per chi ha il ruolo di genitore ma che rimangono validi per ogni persona che in un modo o nell’altro è chiamato ad educare, dirigere o governare. Vale per i figli, vale per un gruppo di giovani o meno giovani, vale nel mondo del lavoro e nel vivere sociale. 

Le regole servono per avere un linguaggio comune, per riassettare alcuni valori fondamentali che se non sono condivisi per uno spirito di libertà che riteniamo di avere, il diritto di non essere controllati, dall’altra però rischia altrimenti di portarci ad un’anarchia del vivere impossibile in una società dove diversità e competenze devono invece arricchirci per essere migliori e non portarci a costruire torri dove isolarci. 

“quando un genitore dice di non aver mai fatto mancare niente a suo figlio, con questa affermazione, esprime tutta la sua totale idiozia. Compito di un genitore, infatti, secondo il professore, è di far mancare qualcosa … non facendo mancare niente ai propri figli, la curiosità, l’ingegno e il talento non hanno più nessun valore. Anziché servire e riverire i propri figli, una cosa di buon senso da fare è il coraggio di dire no da parte dei genitori, mentre per gli insegnanti di bocciare. A tal proposito, infatti, il professore ha raccontato di aver sfiorato tante volte la bocciatura. Una volta, infatti, prese 1 in matematica. “Vedete ricordo l’1 in matematica, dopo cinquant’anni, e non ricordo il 6 che mi hanno dato centinaia di volte“, ha detto l’esperto. Crepet, ha raccontato che quando riferì il voto al padre rispose ironicamente: “fantastico, 4 lo prendono in tanti, 1 non l’avevo mai sentito, hai un talento!“. Ovviamente, ironia a parte, il padre disse al piccolo Paolo che gli conveniva tirare su quel voto altrimenti per lui sarebbe stata una gran brutta estate. “Lui credeva in me“, per questo dice Crepet, quando si crede in un ragazzo non c’è bisogno di aiutarlo: “Perché aiutare un ragazzo di 18 anni?”. Si raccomandano le persone in difficoltà non i figli. In caso contrario, infatti, il messaggio che si lancia è “se non ce la fai grazie alla mia telefonata puoi cavartela“. Il professore ha poi spiegato di sentire spesso i genitori dire “Devo sistemare mio figlio“. A tal proposito ha spiegato che i figli non sono un oggetto ma un’anima, per questo “vanno dove riescono ad andare”… il ruolo di un genitore è di essere un istruttore di volo che ti insegna a volare, non un ricattatore. Un genitore che vuole bene ai suoi figli, infatti, non deve sperare che i propri figli rimangano in casa fino a sessant’anni per diventare i suoi badanti gratis. Questo, secondo il professore, non è altro che egoismo che non c’entra niente con l’amore: l’amore è vederli volare“, ha spiegato. Un altro errore, per Crepet, è quello di domandare ai propri figli se hanno freddo, se hanno mangiato invece di parlare con loro di felicità. E’ necessario, infatti, domandare ai propri figli se hanno un sogno e se stano facendo qualcosa per realizzarlo … Secondo l’esperto, i genitori si sentono soli a causa del fatto che i ragazzi “hanno perso il contatto”. Con l’emergenza sanitaria, infatti, i genitori hanno dovuto far fronte a delle regole imposte dallo Stato in contrapposizione all’educazione fatta di permissività e giustificazioni adottata con figli. Sostanzialmente, secondo Crepet, i genitori hanno educato i propri figli senza alcun divieto, giustificandoli e aiutandoli nelle difficoltà…” (cfr. S. Faber)

Educare oggi è, credo, il compito più difficile ma forse lo è sempre stato, anche se sembrava più semplice prima e oggi invece più complesso, ma comunque fondamentale e vediamo che là dove non c’è una buona formazione umana e culturale si rischia di non vivere appieno la vita o di viverla in modo egoistico.

Come credenti e figli di questo mondo vorremmo integrare gli elementi per creare un popolo fedele a Dio e alla Patria, capace di educare e di educarsi, capace di rispetto e di collaborazione, di dialogo e d’impegno per costruire sempre e di più un vita bella, più che una bella vita aperta e accogliente verso tutti. Come cristiani, Gesù, lo vediamo più volte, come educatore dei suoi discepoli e delle folle che lo seguiva e se è difficile trasferire il suo stile nel nostro quotidiano, però non ci deve impedire di provarci, di leggere con gli occhi della scienza e della fede l’impegno che ogni persona ha di educarsi ed educare. Nei Vangeli leggiamo un Gesù che continuamente educa facendo fare esperienza della ricerca “«Venite e vedrete»: Gv 1,39, della comunione «Amatevi, come io vi ho amato»: Gv 13,34, della missione «Annunciate il Vangelo ad ogni creatura»: Mc 16,15, come affrontare la croce «Prenda la sua croce e mi segua»: Mc 8,34, quale stile avere nell’impegno nel mondo, della fede operosa e della speranza vigilante «Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo»: Gv 16,33, come ricercare e vivere la propria vocazione «Seguimi»: Mc 2,14″. (cfr. C. Bissoli)

Ora, questi sono i suggerimenti umani e spirituali, non si tratta di seguire pedissequamente le cose, ma conoscerle, analizzarle e concretizzarle nel proprio vissuto, nel proprio ruolo con la certezza come cristiani che Dio ci ama ed è il Salvatore dell’uomo e questo non lo dobbiamo mai dimenticare. Questa è la nostra fede. Educare è l’elemento che ci permetterà di vivere senza escludere nessun elemento della vita con il rischio altrimenti di essere o troppo freddi e calcolatori o troppo bigotti e fanatici. Fede e vita, fede e scienza sono elementi che si compensano e non si escludono. Come educatori ognuno secondo la sua vocazione e professione non dimentichi questi elementi, solo così riusciremo a fare spiccare il volo ai nostri giovani ai nostri figli.

@unavoce

 

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