della convivenza

 

«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. (Gv 15, 1- 8)

Le radici della nostra convivenza si trovano nelle regole e le regole sono l’espressione concreta dei valori. I valori vanno studiati e ricercati nelle proprie opinioni, nella fede, nella cultura, nel rispetto reciproco.

Ci sono regole personali e regole comunitarie, regole di vita e regole per vivere insieme. Ci sono regole che costruiamo noi, per noi stessi e altre che condividiamo alla base di valori condivisi. Quando questo delicato equilibrio viene a mancare c’è la confusione e ritendo di essere libri di fare quello che vogliamo, dimentichiamo la libertà degli altri.

Le regole sono alla base della nostra convivenza e il superarle, non accogliere o snobbarle ci mette nella confusione più totale, portandoci a guerre piccole o grandi a dimenticare la bellezza della vita perché troppo presi a pensare a noi stessi, al nostro egoismo a costo di tutto.  Così facendo il mondo soffre, il pianeta, l’umanità e la fratellanza che invece dovrebbe esserci tra la stessa natura e di scambio tra altre, soffre e diventa limite invece che dono.

Oggi parlare di regole sembra mancare alla libertà, sembra che tutto sia dovuto e nulla è invece impegno, pronti a parlare pur non sapendo, pronti a giudicare pur non conscendo. Siamo un popolo d’ignoranti che non conoscono il passato e non sanno vivere il presente perché troppo preoccupati di lamentarsi e così facendo non riesco a vedere un grande futuro se non dei più forti, di quelli che gridano di più, di quelli che la sanno più alla lunga e noi che ci lamentiamo. Non facciamo nulla, pretendiamo senza dare, vogliamo posti di potere senza prepararci, vogliamo soldi senza lavorare, o lavoriamo solo per i soldi dimenticando le persone, pretendiamo una terra libera, pulita, funzionale, senza poi pagare le tasse o tener pulita la città, abborriamo agli incidenti ma poi viaggiamo superando i limiti, guidiamo pur avendo bevuto … e di questi esempi potremmo continuare.

Le regole ci permettono di avere una vita ordinata e nell’ordine trovare la via e rimanerci sulla via. Le regole sono un valore aggiunto alle nostre società e sin tanto che non le rispettiamo tutti, non andremo da nessuna parte.

L’esempio deve venire dall’alto, ovviamente non posso dire alla mia gente di pregare se poi io non testimonio la mia preghiera, non posso dire che è importante laurearsi e studiare e prepararsi per avere ruoli di governo se poi degli sciocchi fannulloni ci arrivano, non posso fare il militare se poi degli imbecilli li teniamo a guidare altri, non posso volere una Chiesa che sa ascoltare ed essere vicina se poi si arrocca dietro concezioni passate e non cambia e lo dico non perché debba esserci il gusto di cambiare tanto per, ma si cambia e non si butta il vecchio, ma si rinnova. In casa i nonni non li buttiamo, ma li ascoltiamo o dovremmo, sperando che questa cultura non ci porti ancor più nel baratro buttando vecchi e non facendo nascere bambini …  perché scomodi, non utili, ingombranti … mentalità purtroppo diffuse che ci qualificano come un genere in declino.

I valori alcuni di essi almeno sono e devono essere immutabili e condivisi se volgiamo essere un genere superiore così come diciamo di essere o pretendiamo di essere, ma per ora abbiamo visto che la mente umana sa costruire il bene ma anche il male allora è il tempo di guardare con chiarezza alla vita. Questa dovrebbe essere la dinamica, dove nulla è male se il valore è chiaro.

Quali allora i valori da condividere? Quali le cose importanti alle quali non possiamo mancare? Non giudichiamo la guerra accanto a noi o lontano da noi se poi siamo i primi a non portare pace nei posti dove viviamo non pretendiamo persone preparate se poi non ci prepariamo, non pretendiamo rispetto se non sappiamo poi darlo.

Vedi, è il cane che si morde la coda. Perché tutto vada meglio tutti devono fare qualche cosa con onestà, nel rispetto delle regole senza trovare giustificazioni più o meno valide per garantirsi le proprie comodità.

E’ il tempo di essere seri, il tempo di seguire le regole, il tempo di imparare il senso civico della vita. Le regole non devono chiuderci in un recinto, rischio molto forte, ma indicarci un cammino, questo il senso e il loro ruolo e chi non segue il cammino è fuori e questo suo star fuori però non deve condizionare gli altri. Pertanto vivere insieme è nel rispetto di queste regole, nella capacità di dialogo, di accoglienza, di rispetto solo così avremo una nuova società.

I tempi sono bui e faticosi e il futuro immediato sarà anche peggio, non perdiamoci, non chiudiamoci, impariamo a rimboccarci le manchi e ad avere uno sguardo positivo non lamentiamoci e invece di parlare lavoriamo tutti ognuno secondo la sua vocazione a costruire o meglio a ricostruire e riportare il mondo alla sua vera origine: un giardino dove vivere insieme, nella diversità ma nella felicità.

Pertanto seguiamo le regole della moda, del buon gusto, di questo o di quello, ma non dimentichiamo le regole della convivenza e del rispetto, dell’amicizia, dell’amore e della fratellanza. Impariamo a portare frutto.

@unavoce

 

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