Presenza di pace, voce di Dio
Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo […] un tempo per tacere e un tempo per parlare» (Qoelet, 3, 1.7)
“L’unico simbolo di superiorità che conosco è la bontà.” (Ludwig van Beethoven)
In un mondo che ci affolla di parole trovare persone che parlano solo con uno sguardo sono un dono prezioso. Di recente ho fatto un’esperienza singolare presso il Monastero di Camaldoli, non sono nuovo al mondo monastico ammirando il loro stile di vita, ma ad una sottolineatura all’inizio di una celebrazione monastica rivolta ai fedeli presenti, mi ha colpito. Così il monaco introduce e preparava i fedeli alla S. Messa: cari fedeli, vi trovate in un posto particolare dove i ritmi di vita sono lenti e dove anche le nostre parole della preghiera sono scandite con lentezza, pertanto vi chiediamo di partecipare alla preghiera corale seguendo l’andamento lento.
Detto così ok, ma poi all’atto della celebrazione la lentezza era quasi fastidiosa anche per persone abituate a pregare e a una vita tranquilla spirituale, troppo lenta anche per noi e così tra qualche sorriso stupito pian piano volendo partecipare a questa esperienza ci siamo lasciati coinvolgere da questa lentezza e senza accorgerci la preghiera entrava in noi ed era più la nostra presenza a pregare che le nostre labbra. Ho scoperto il beneficio di un silenzio di una pronuncia a mezza voce e con lentezza più che le parole della nostra fede e del nostro vivere. Tornando a casa e ripresi i nostri ritmi ordinari quasi mi mancavano quei silenzi fatti solo di presenza e di sguardi o di semplici note che scandivano melodie celesti. Una dimensione della vita che ci manca. Abituati a corree e seguire le nostre agende ricche d’impegni poter fermarci nella natura e sentire la voce del silenzio ci ha dato un respiro lungo, alto e profondo.
Forse è proprio questa dimensione che oggi manca a tutti noi, la capacità di ascoltare il silenzio, la capacità di guardare prima di parlare, la capacità di parlare con un sorriso più che con mille parole, la capacità di comunicare con il nostro corpo, i nostri sguardi, i nostri gesti più che con parole che rischiano di essere vuote e non vere. La vera ricchezza, pertanto, è in questa sintonia di mente e spirito che si unisce al creato e che ci circonda che siamo fatti anche di spirito.
Incontrare una persona calma, lenta, capace di capire senza tante parole, una figura direi magica o meglio spirituale e non bisogna essere monaci o asceti o guru, per trovarne ci aiuta a scoprire tra di noi persone che sanno amare con il cuore e non solo con le parole. Penso allo sguardo silenzioso delle nostre mamme che senza parlare o prima di parlare bastava un’occhiata per farsi capire e capre se eravamo nella direzione giusta. Riscoprire questa dimensione vi assicuro fa la differenza, cambia i cuori, le menti e ci offre nuove speranza per noi e il mondo.
Ho conosciuto di persona Madre Teresa di Calcutta, la sua umile persona, il suo sguardo pieno di luce parlava prima di ogni testimonianza che raccontava.
Fate esperienza di queste persone, di questi luoghi, cercate persone capace di parlare in silenzio, di amare con gli occhi, di essere costruttori di bene e di pace con la sola presenza. Cercate nella vita, nelle vostre conoscenze se ci sono persone capaci di uno sguardo capace di comunicare e vi arricchirete e troverete le risposte alle vostre domande. Imparate ad abbracciare con uno sguardo e scoprirete un mondo meraviglioso.
Vorrei chiudere lasciandovi un’icona ricordo che prendo dal Vangelo Matteo 4,35-41
Or in quello stesso giorno, fattosi sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». E i discepoli, licenziata la folla, lo presero con loro, così come egli era, nella barca. Con lui c’erano altre barchette. Si scatenò una gran bufera di vento e le onde si abbattevano sulla barca, tanto che questa si riempiva. Egli intanto stava dormendo a poppa, su un guanciale. Essi lo destarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che noi periamo?». Ed egli, destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci e calmati!». E il vento cessò e si fece gran bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete voi così paurosi? Come mai non avete fede?». Ed essi furono presi da gran timore e dicevano tra loro: «Chi è dunque costui al quale anche il vento e il mare ubbidiscono?».
Al Signore importa sempre e di tutti, a noi manca quella fede fatta di silenzi e ricca di vita che ci permette di riconoscerlo quando passa nella nostra vita. Educati a questo e riscopri la bellezza di uno sguardo e ritroverai la voce di Dio nella tua vita.
@unavoce
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