Giorno della memoria

“Adamo, dove sei?” (cfr Gen 3,9)

“E il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro. La Shoah ci insegna che occorre sempre massima vigilanza, per poter intervenire tempestivamente in difesa della dignità umana e della pace».” (Cfr. Papa Francesco)

“La memoria è come il mare: può restituire brandelli di rottami a distanza di anni”. “Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.”  “Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo.” (Cfr. Primo Levi)

 

Il giorno 27 accendi una candela sulla tua finestra, per ricordare e fare memoria dei questi nostri fratelli di ieri e di oggi che, con altri nomi, razze e culture soffrono l’odio di altri, affinché il sacrificio di questi nostri fratelli ebrei non sia vano.

“Come ogni anno, il 27 gennaio, giorno della liberazione del Campo di Concentramento di Auschwitz nel 1945, ricorre la Giornata Internazionale della Memoria, per commemorare la fine della persecuzione del popolo ebraico e le vittime della Shoah nei campi di concentramento, di lavoro e di deportazione europei. Durante la persecuzione nazista, nei campi di sterminio furono uccisi 8 milioni di uomini e 6 milioni erano ebrei a causa dell’ antisemitismo e della violenta propaganda del regime nazista, a cui si aggiunsero le leggi razziali contro “le persone di razza ebraica”, adottate dal governo fascista nel 1938. L’ ONU ha istituito questa ricorrenza nel 2005 per tutti gli Stati membri (Risoluzione 60/7), ma in Italia questa giornata era già legge dal 2000. L’ articolo 1 della Legge istitutiva del 20 luglio 2000 così definisce le finalità del Giorno della Memoria: “La  Repubblica  italiana  riconosce  il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento  dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al  fine  di  ricordare  la  Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi  razziali,  la  persecuzione  italiana dei cittadini ebrei, gli italiani  che  hanno  subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché  coloro  che,  anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti  al  progetto  di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati ”. (cfr. Ministero della cultura)

Fare memoria, ricordare, celebrare, informare, studiare … senza questa memoria non abbiamo futuro. Quando i nostri anziani se ne andranno e i racconti non saranno più dalla viva voce di chi ha vissuto questi drammi cosa sarà? Visto, che pur con la loro presenza, sembra che il nostro mondo non abbia memoria e ripercorra, con altri nomi, gli stessi orrori?

Non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo in nessun modo dimenticare questo che il genere umano è riuscito a fare e continua fare in mille parti del mondo. La prima pace si costruisce con la memoria, con il ricordo e con l’educare alla civiltà in modo libero, vero, caritatevole.

L’umanità ha molto ancora da imparare e figure come don Pirri, di cui di seguito vi riporto sono, un esempio da imitare. Mille situazioni analoghe e anche più forti, di religiosi e religiose, di laici e persone comuni, hanno lavorato a rischio della loro vita per aiutare in un frangente come quello e oggi ancora su molti scenari vediamo ancora Cristo Crocifisso dalle barbarie della cattiveria umana.

Dire basta è il grido che sale da ogni parte, ma sembra non bastare, ne diplomazia ne accordi, cosa dobbiamo fare? Dobbiamo educare all’amore, alla carità, al dialogo, al rispetto, al sacrificio, al lavoro, alla fede … ogni giorno, in ogni famiglia, da piccoli, da parte dei genitori, delle istituzioni, dei singoli … oggi più di ieri dobbiamo riprendere il senso civico della vita, il senso religioso che in essa è racchiuso e con intelligenza fatta anche di un “fare memoria”, di uno studiare il passato per mettere le basi per un presente migliore e un futuro che deve rimanere ricco di speranza. 

“Don Pirro Scavizzi (1884-1964), “prete romano”. Cappellano militare nelle due guerre mondiali, testimone della tragedia della Shoah… Quell’esperienza, come spiegano tanti, fece l’unità d’Italia ben al di là del combattere: quei cappellani unirono i giovani di ogni regione italiana, costretti a marcire nelle trincee da politici poco accorti. Memore di quella esperienza, allo scoppiare della II guerra mondiale, don Pirro ripartì per non lasciare soli i soldati italiani sul fronte russo, poiché una nuova generazione era stata destinata al massacro. Senza nulla sospettare all’inizio, si rese pian piano conto che quella guerra era ancora più feroce della precedente. Scrisse: «i membri delle formazioni “SS” debbono fare dichiarazione di non praticare nessun culto per essere fedeli esclusivamente alla religione dello Stato. A costoro sono riservate le esecuzioni individuali o in massa contro gli ebrei, contro i polacchi o contro chiunque essi giudichino pericoloso all’integrità del Reich. I loro atti (anche le “eliminazioni”) sono incontrollati e incontrollabili e incensurabili da chiunque». Della tragedia della Shoah gli mancò di comprendere solo l’utilizzo del gas per le eliminazioni, ma non il fatto stesso dell’eccidio:  «Le condizioni degli ebrei nella Germania, nella Polonia e nell’Ucraina è sempre più tragica. La parola d’ordine è: “Sterminarli senza pietà”. Gli eccidi in massa si moltiplicano ovunque. I diritti all’esistenza sono ormai ridotti ai minimi termini per loro. In Ucraina lo sterminio degli ebrei è ormai quasi terminato». Si accorse che la tragedia era ancora più grave perché Hitler aveva deciso lo sterminio, anche se in forma più graduale, dei cattolici slavi, anch’essi da eliminare come razze inferiori, a partire dal clero e dai quadri della società: «Suore-A Wilna nella notte tra il 25 e il 26 marzo 1942 sono state arrestate tutte le Visitandine, le Carmelitane, le Orsoline del P. Ladochovski, le Figlie della Carità, le quaranta di Nazareth. La presenza dei sacerdoti è stata già quasi completamente distrutta in alcuni luoghi e negli altri lo sarà tra breve. Altri Sacerdoti-In Posnania, dove erano una quarantina di preti ne è rimasto soltanto uno. Nel campo di Dachau vi sono circa un migliaio di preti di cui oltre settecento polacchi. Nella Slesia Pomerania quasi tutti i sacerdoti sono stati arrestati».Tornato in Italia raccontò a Pio XII dell’eccidio degli ebrei e della persecuzione anti-cristiana e di quell’incontro riferì: «Lo vidi piangere come un fanciullo». Il Papa lo inviò più volte allora sul fronte russo, per fargli attraversare la Polonia con la scusa di accompagnare le truppe, per cercare di capire come poter porgere il suo aiuto in quella catastrofe; la consapevolezza che qualsiasi intervento pontificio avrebbe aggravato la persecuzione dei cristiani che soli potevano aiutare in loco è un elemento che viene spesso trascurato nella valutazione di quegli anni bui, ma èinvece evidente nella testimonianza di Scavizzi”. (Cfr. Centro culturale gli scritti)

Dimenticare o far finta di non sapere non è la via della pace ne della civiltà, oggi ricordando questi “fratelli”, non solo maggiori nella fede, ma di presenza su questo pianeta, dobbiamo riprendere o iniziare ad educarci ed educare alla verità nella carità, in ogni direzione del nostro vivere, in ogni scalino sociale, in ogni persona di qualsiasi fede cultura o religione.

Chiudo riportandovi le parole del santo Padre che ha pronunciato nel 2014 durante il viaggio in Terra Santa, nel museo dello Yad Vashem: «“Adamo, dove sei?” (Gen. 3,9). Dove sei, uomo? Dove sei finito? In questo luogo, memoriale della Shoah, sentiamo risuonare questa domanda di Dio: “Adamo, dove sei?”.…Quel grido: “Dove sei?”, qui, di fronte alla tragedia incommensurabile dell’Olocausto, risuona come una voce che si perde in un abisso senza fondo… Uomo, chi sei? Non ti riconosco più. Chi sei, uomo? Chi sei diventato? Di quale orrore sei stato capace? Che cosa ti ha fatto cadere così in basso?». (Cfr. Papa Francesco)

Possa ognuno di noi essere luce di pace e vita, di gioia e armonia, caricatevi della luce di Cristo e siate luce gli uni per gli altri.

“Al sorger della luce, ascolta, o Padre santo, la preghiera degli umili.

Dona un linguaggio mite, che non conosca i frèmiti dell’orgoglio e dell’ira.

Donaci occhi limpidi, che vincano le torbide suggestioni del male.

Donaci un cuore puro, fedele nel servizio, ardente nella lode”

(Cfr. Inno Liturgia delle Ore , Lodi mattutine)

 

@unavoce

 

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