Paura e amore

“Con l’interrogativo: «Può forse un cieco guidare un altro cieco?», egli vuole sottolineare che una guida non può essere cieca, ma deve vedere bene, cioè deve possedere la saggezza per guidare con saggezza, altrimenti rischia di causare dei danni alle persone che a lei si affidano”.  (cfr. Papa Francesco)

 

Questa provocazione iniziale di papa Francesco con l’invito a seguire la Parola di Dio ci offre l’opportunità di porci una domanda sul conflitto che nasce talvolta o quasi sempre, tra mente e cuore, paura e amore. Situazioni queste che ci portano a farci trasportare dalle emozioni per la paura di soffrire facendoci rifiutare di seguire il cuore perché seguire il cuore quasi sicuramente si soffrirà e questo ci porta ad una en-pass complicata del nostro vivere quotidiano provocandoci ansie, malesseri non rendendoci profondamente felici.

La psicologia ci può aiutare ad analizzare questo campo minato del nostro vivere quotidiano, così oggi con voi solo uno spunto per provocare la nostra riflessione e leggere noi stessi e a ripensare come affrontiamo quotidianamente gli eventi e le situazioni.

Sicuramente se vogliamo costruire un benessere solido presente e futuro sarà necessario non escludere nessuno di questi elementi. L’una cosa non esclude l’altra e l’una non può essere separata dall’altra, la sola ragione non aiuta e la sola emozione rischia di confonderci, entrambi vanno seguite, studiate e valutate, ma nella confusione più totale gli esperti ci suggeriscono di seguire la mente.

“Se non sapete cosa fare, cominciate ascoltando la vostra mente. In primo luogo, perché essa ha il compito di pensare, di argomentare e di stabilire il senso del vostro essere più intimo. In secondo luogo, perché è la mente a potervi dare quell’input di cui avete bisogno”. (cfr. lamentemeravigliosa) 

Questo però non deve escludere il cuore perché quello non mente mai. Ora il percorso che ci viene suggerito è la calma, l’ascolto e la prudenza.

“Dovete riuscire ad armonizzare la confusione che vi assale. Ci riuscirete solo ascoltando, stabilendo delle priorità e dei valori che vi avvicinino al vostro obbiettivo. Non vi servirà a niente dare le spalle alla vostra mente, perché affronterete ogni circostanza senza freni. Non vi sarà utile nemmeno ignorare il vostro cuore, perché così facendo non comprenderete mai il perché del vostro avanzare in una direzione piuttosto che in un’altra”. (cfr. lamentemeravigliosa)

Questa chiacchierata, come vi ho accennato, solo per offrirvi spunto per leggere la nostra vita e indirizzarci verso agli esperti del settore, se serve, ma per noi cristiani che non siamo dei marziani ma persone con alti e bassi, con un cuore e una mente e che vivono questa vita,  sapere delle cose umane e aiutarci con le scienze e gli studi specifici ci indirizzerà a fare chiarezza dentro di noi e ad avere una vita armoniosa, serena e raggiungere la felicità.

Una marcia in più potremmo averla attraverso la Fede e la Parola di Dio attraverso il cammino della Chiesa. Le parole del Papa rispondono in qualche modo a questa nostra semplice riflessione abbozzata. Ovviamente senza sostituirci alle discipline proposte, per coloro che necessitano di un approfondimento e una chiarificazione maggiore, ma nel normale vivere di tutti i giorni, tra impegni e attività, scelte di vita e momenti di pausa dalla frenesia delle cose, è importante coltivare sia la dimensione umana, orizzontale che quella spirituale, verticale. Mente e cuore, anima e spirito, vita presente e vita futura, attraverso uno stile che nasce dall’esempio di Gesù che, attraverso i vangeli, ci suggerisce la strada per saper leggere la mente e il cuore e affrontare ogni giorno, con la fiducia che riponiamo in Lui, le nostre paure. Non una medicina, ne un santone, ne una magia, ne una ricetta, ma uno stile di vita fondato sulla Sua Parola e attraverso una lettura onesta, corretta, fedele seguendo il Magistero e il cammino della Chiesa, al di là di giudizi e pregiudizi, con una conoscenza critica ma fedele allora si potrà raggiungere la felicità. La disciplina del conoscere se stessi va di pari passo con la religione non come oppio dei popoli, ma come completezza tra le due linee, orizzontale e verticale, che s’intersecano dandoci una completezza della vita.

“Può forse un cieco guidare un altro cieco?”: con questo brano del Vangelo, Papa Francesco ci ha voluto illustrare come le Parole di Gesù siano la nostra guida. Se questo è da tener presente in chi ha il compito di educare, però vale per ognuno di noi per educarci ad ascoltare e seguire la Parola di Dio con la mente e con il cuore, con l’anima e la grazia dello Spirito Santo. L’invito ad imparare a conoscere le cose e la Parola di Dio ci offrirà la strada per vivere la nostra vita in saggezza e perseveranza. Le parole del vangelo di Giovanni siano preghiera e stimolo per camminare su questa strada.

Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». (Giovanni 15,9-17)

@unavoce

 

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