Alla base della convivenza

“Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città” (Deuteronomio 6,6-9)

 

Permettetemi di intrattenermi con voi su questo tema che tutti in con differenti ruoli condividiamo e pur consapevoli dell’importanza molte volte manchiamo. Una semplice chiacchierata ad alta voce come promemoria per ognuno di noi.

Il termine educare “educere” dal latino, significa “tirare fuori”, ecco questo è il compito, tira fuori il bello e il bene che c’è dentro ognuno di noi. Insegnare le cose che non si sanno, imparare e conoscere la storia per vivere il presente e non rifare gli errori. La conoscenza ci farà liberi e non le elucubrazioni dello “strillone” di turno. I fatti recenti della cronaca ci provocano e da tutti i fronti c’è disprezzo e scandalo, dolore e fallimento. Educare è un impego a cui abbiamo abdicato tutti a tutti i livelli, preoccupati di rivendicare diritti e lamentarci di tutto abbiamo perso di vista la cosa più importante: la persona. Preoccupati di rivendicare e di pretendere non seguiamo più nessuna regola perché le regole non sono di moda, sono sbagliate, sorpassate e vincolano la libertà. Però questa libertà tanto agognata viene coperta e dimenticata seguendo ideali sbagliati o persone sbagliate, vuote e chi tra noi cerca di rimettere le cose al loro posto viene considerato retrogrado o avanguardista despota o incapace.

Educare costa impegno di tempo non di denaro, il valore delle persone del rispetto di esse non costa nulla ma serve dedizione, esempio e richiamo. Il ruolo dei genitori in quanto educatori è fallimentare in una percentuale sempre più alta giustificandosi per la mancanza di tempo con la scusa che la vita costa e quindi dobbiamo lavorare e talvolta solo per avere più soldi e poi purtroppo perdere i figli anche se poi si ha il tempo di separarsi come genitori alla ricerca della propria vita, del proprio stare bene a discapito ovviamente di un valore: quello della famiglia. Se i figli vedono in casa la mancanza di rispetto e che non c’è dialogo, se tutto è dovuto o si da tutto senza farlo guadagnare, se si scusano in ogni situazione allora capite che il risultato è quello che poi vediamo attorno a noi: la forza di “un branco” di delinquenti che non ha scuse e i genitori debbo farsi “un mea culpa” e non trovare scuse incolpando altri perché questo l’anno imparato in casa e non nel mondo, nel mondo portano quello che gli è stato insegnato, ma se invece di andare a scuola si esce e si va altrove con la protezione poi dei genitori stessi o se non porti i risultati la colpa non è di chi non studia ma di chi insegna, capite che poi non possiamo stupirci dei fatti di cronaca o scandalizzarci, perchè tutti dobbiamo riprendere questa pratica di educare seriamente e di educarci ogni giorno. Diceva Edmondo De Amicis: “L’educazione di un popolo si giudica dal contegno ch’egli tien per la strada. Dove troverai la villania per le strade, troverai la villania nelle case”.

Dobbiamo ritornare alle basi della convivenza insegnando, educando ogni giorno in tutte le situazioni, affrontando le problematiche con pazienza e intelligenza e facendosi aiutare dalle istituzioni ma ricordando che queste non sostituisco i valori che vengo insegnati in casa. Se in una famiglia non c’ è rispetto tra loro, se non è capace di accorgersi e di condividere di vivere insieme senza lamentarsi, sarà difficile raggiuingere questo obiettivo. E’ ora di riprendere seriamente il ruolo educante da parte di tutti. I genitori invece di andare a giocare la calcetto o a mangiare la pizza con le amiche stiamo con i figli, condividiamo tempo e iniziative con loro quando saranno pronti, cresciuti e maturi ti potrai dedicare a te stessa oppure non fare la scelta della famiglia perché non è un gioco.

La scuola va rispettata e non accusata e i genitori devono interagire positivamente non difendendo e basta i figli che pretendono e basta. La vita scoiale va vissuta con partecipazione nel rispetto delle cose e delle persone, la religione, la fede qualunque essa sia va messa nel piatto delle cose da imparare e non pensare di bastare a noi stessi. Educate al linguaggio, alla decenza, al rispetto, alla buona educazione, all’eleganza, alle parole sane, ai pensieri buoni, a riflettere sui fatti della cronaca in modo serio non solo puntando il dito ma come occasione per confrontarsi con i figli e tra di noi. Educare costa fatica ma è solo così che potremo avere un mondo migliore.

Genitori di oggi siate più presenti, meno lamentosi, meo idealisti e più con i piedi per terra, fate guadagnare le cose, non date tutto perché non deve mancargli nulla, fate confronti continui con i modelli che la società ci presenta non tutto quello che la tv ci offre è buono, non tutto quello che la moda e l’economia ci da è buono. Mantenete un dialogo aperto sempre. Amare non significa diventare fratello se è figlio, amare non significa dare tutto se non si capisce il valore, amare significa esserci, confrontarsi, condividere. Impariamo un po’ di umiltà, di senso concreto della vita, di impegno per ottenere le cose. Teniamo in conto gli anziani, rispettiamo le donne, forse il femminismo potrebbe non essere un valore, ma il rispetto si, la possibilità di fare e di dire le cose si, … e potremmo continuare all’infinto.

Educare alle cose semplici, al buon gusto, ai posti che si frequentano, non puntiamo il dito verso gli extracomunitari mi pare che basta guardare in casa nostra per vedere che non siamo certo migliori. Essere educati è importante è fondamentale per vivere in pace, per raggiungere gli obiettivi, per avere relazioni sane e questo fa bene al singolo e al mondo.

Da una educazione autoritaria siamo passati ad una troppo democratica e la democrazia, che è un valore, va insegnata perché non è fare quello che si vuole ma rispettare e accogliere. “Non cadiamo nell’errore di pensare che le buone maniere siano fuori moda. “Scusa”, “grazie”, “buona giornata”, possono fare la differenza nella nostra vita e in quella di chi ci circonda. Recuperiamo la cortesia e il saper essere educati”. (cfr. lamentemeravigliosa)

Sant’Ignazio di Antiochia, un Padre della Chiesa diceva: “Si educa molto con quello che si dice, ancor più con quel che si fa, molto più con quel che si è”, forse è arrivato il tempo di ritornare al buon esempio. Anche noi cristiani che pensiamo che i comandamenti siano la legge del non fare, del proibire, provate a tornare alla positività dei comandamenti e scorgerete la vita bella ed educata, attenta e capace di fraternità.

@unavoce

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