Catchesi -5,6,7

LA PREGHIERA D’APERTURA

Questa preghiera è chiamata anche “colletta” ed è un vero e proprio modello di preghiera ecclesiale. Si sviluppa in 4 tempi: l’invito, il tempo di silenzio, la preghiera pronunciata dal sacerdote, l’acclamazione “Amen” detta dal popolo. L’invito del sacerdote è espresso dalla parola «Preghiamo», e – secondo le norme prescritte – è seguita da un po’ di silenzio, perché tutti possano raccogliersi e concentrarsi bene nell’ascolto. Dopo questa pausa il sacerdote, nella sua veste di presidente dell’assemblea, legge il testo dell’orazione. È una preghiera indirizzata a Dio Padre, che spesso inizia col ricordare un suo intervento nella storia della salvezza e motivare, con questo ricordo, la domanda che l’assemblea gli rivolge. Così ad esempio, il giorno di Pasqua, il sacerdote ricorda a Dio che “per mezzo del suo unico Figlio ha vinto la morte e ha aperto per noi il passaggio alla vita eterna”; e chiede per noi di essere rinnovati nello Spirito, e rinascere nella luce del Risorto. Chiede grandi cose! L’orazione termina con le parole: «Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli». Vuol dire che Gesù è il nostro “mediatore”, Colui che presenta la nostra preghiera al Padre, a nostro favore. Gesù infatti ha detto: «Se chiederete qualcosa al Padre in nome mio, Egli ve la darà». [Gv 16, 23] L’assemblea risponde “Amen”: l’acclamazione che ribadisce la fede in Dio che non mancherà di esaudire il suo popolo. Potremmo imparare a pregare ripensando nel nostro cuore, domenica dopo domenica, le parole della “colletta” della Messa.  

SI ASCOLTA LA PAROLA DI DIO. 

La Messa è suddivisa in 4 parti: I riti di introduzione – La Liturgia della Parola – La Liturgia Eucaristica – I riti di conclusione. La parola “Liturgia”, spiega il vocabolario, è «l’insieme degli atti attraverso i quali la comunità dei fedeli, unita a Cristo, professa pubblicamente la sua fede e rende culto a Dio». La Liturgia della Parola, parte fondamentale della Messa, è il momento in cui la comunità dei fedeli, riuniti con la presidenza del sacerdote, dà lode a Dio ascoltando la sua Parola. La prima lettura è un brano dell’Antico Testamento, la seconda è tolta dagli Atti degli Apostoli – Lettere di San Paolo – Lettere cattoliche – Apocalisse, e la terza proviene dal Vangelo. Quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura, è Dio stesso che parla al suo popolo e Gesù, presente nella sua Parola, annunzia il Vangelo. Allora non si tratta di un ascolto qualsiasi, più o meno distratto, tanto queste cose le ho già sentite, comunque ho altro per la testa, di più importante. Dovremmo mettere ben chiaro nella nostra mente che l’ascolto della Parola di Dio è essenziale per la nostra vita; la Parola va collocata al primo posto, perché è il nutrimento che la bontà di Dio ci porge affinché possiamo vivere da figli suoi e nella gioia. La Parola è un dono grande, da accogliere con gratitudine e stupore: Dio parla proprio a me, alla mia comunità! È un dono che richiede silenzio, ascolto e riflessione, perché possa scendere nel cuore e, con l’aiuto dello Spirito, divenire luce che addita quali scelte fare nella vita, quali atteggiamenti coltivare, quali risposte dare alla voce di Dio.  

LA PAROLA CI FA VIVERE. 

Oggi siamo abituati a riempire le giornate di tante cose da fare: il lavoro, la TV, lo sport, il divertimento. Così ci preoccupiamo della spesa, dei vestiti, delle vacanze, del successo dei nostri figli … e non ci diamo tempo per riflettere. Però, quando capita una malattia, la morte di una persona cara, un incidente imprevisto, siamo costretti a pensare. Che senso ha la vita? Perché la morte? Chi è Dio? Questi grandi interrogativi prima o poi si presentano davanti ai nostri occhi. Ma c’entrano con la Messa? A Messa di continuo si nomina Dio, suo Figlio Gesù che si è fatto uomo, e lo Spirito Santo. Non solo, ma si dialoga con Dio attraverso il sacerdote, suo ministro. Nella Messa leggiamo, un pochino ogni domenica, brani della Sacra Scrittura: è la Parola di Dio che la Provvidenza divina ci consegna perché sia in noi sorgente di vita. Nelle pagine dell’Antico Testamento noi possiamo capire chi è Dio per l’uomo, e chi è l’uomo per Dio. Non sono testi di storia o scienze umane, ma parola viva da accogliere con grande serietà ed impegno: è attraverso il messaggio di Dio che le grandi domande possono trovare la risposta giusta. Nelle domeniche del Tempo Ordinario, nell’anno A si legge il Vangelo di Matteo, nell’anno B il Vangelo di Marco e nell’anno C il Vangelo di Luca. Seguendo tutta la vita pubblica di Gesù, ascoltiamo i suoi insegnamenti, le parabole, il racconto di guarigioni e di miracoli. Perché sia sicura la comprensione del messaggio, c’è l’omelia del sacerdote celebrante. Gesù, in questo modo, diventa il nostro Maestro che ci insegna a pensare e a vivere come figli di Dio”. (cfr. qumran2.net)