«Se qualcuno mi domandasse dove comincia la vita liturgica, io risponderei: con l’apprendimento del silenzio. Senza di esso, tutto manca di serietà e resta vano… questo silenzio è la condizione prima di ogni azione sacra» (Romano Guardini)

 

Perché durante la santa messa è così importante il silenzio? E la domanda che potreste farmi sulla mia insistenza a vivere questa esperienza nell’insieme dei gesti e delle azioni della liturgia che stiamo imparando conoscendo e vivendo.

“Il silenzio in chiesa e durante il culto santo è questione di prim’ordine in quanto dalla giusta impostazione del “silenzio sacro” dipende non poco l’efficacia spirituale dell’azione liturgica. Non ritengo opportuno, tuttavia, intervenire nelle situazioni concrete, in quanto si presume che ogni sacerdote si comporti nel modo più confacente in contingenze talvolta difficili”. (cfr. aleteia)

“Se la liturgia è preghiera adorante, ciò significa che quando è ben celebrata, con il linguaggio che le è proprio, in diverse sue parti, deve prevedere anche una felice alternanza di silenzio e parola. Si ricordi, in proposito, quanto afferma l’Ordinamento Generale del Messale Romano: “Si deve osservare, a suo tempo, il sacro silenzio, come parte della celebrazione. La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole celebrazioni. Così, durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, il silenzio aiuta il raccoglimento; dopo la lettura o l’omelia, è un richiamo a meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, favorisce la preghiera interiore di lode e di supplica” (n. 45). Se il momento rituale del silenzio, però, non fosse l’espressione di una complessiva “liturgia del silenzio” e non favorisse il realizzarsi di una tale liturgia potrebbe essere solo uno spazio vuoto all’interno della celebrazione. Il silenzio celebrativo, invece, è “sacro” perché porta in sé la presenza onnipotente e misericordiosa di Dio, rispetto alla quale ci si pone in atteggiamento orante, stupito, grato e commosso. E’ un silenzio carico di adorazione e, come tale, volto all’adesione piena del cuore e della vita. Da questo punto di vista, ci è dato di capire meglio il motivo per cui durante la preghiera eucaristica e, in specie, il canone, il popolo di Dio orante segue nel silenzio la preghiera del sacerdote celebrante. Quel silenzio, davvero sacro, è lo spazio liturgico nel quale dire sì, con tutta la forza del nostro essere, all’agire di Cristo, così che diventi anche il nostro agire nella quotidianità della vita”. (cfr. donguido)

Comprendete allora che il clima del silenzio aiuta la preparazione alla messa, da rispetto al luogo e a chi stiamo per incontrare nella preghiera comunitaria della eucarestia ci dispone al ascoltare la Parola di Dio in modo proficuo, diamo senso e importanza e rispetto a Dio distogliendo le nostre parole per dare spazio alla Sua e la Sua la si ascolta nel silenzio interiore che nasce da quello esteriore.

“Il silenzio preparatorio ad una celebrazione; il silenzio rituale per assolvere coralmente i gesti e pronunziare le orazioni stabilite, ma anche per interiorizzare i contenuti della Parola proclamata e dei ‘santi segni’, che velano i santi Misteri; il silenzio successivo alle celebrazioni per non disperdere immediatamente l’intensità del raccoglimento interiore”. (cfr. aleteia)

Il sagrato, portico, della chiesa ha proprio questo scopo di preparare all’ingresso nel tempio del Signore e luogo d’incontro dopo la celebrazione per un momento di fraternità. Ora compreso il significato come ogni cosa nella liturgia ha un senso e uno scopo viviamo anche noi la nostra preparazione partecipazione e il momento dell’andate in pace con questo silenzio esteriore per raccoglier ei nostri pensieri e rivolgerli a Dio nella preghiera.

In quaresima abbiamo scelto nelle proposte delle varie attività di rispettare maggiormente i silenzi previsti dalla liturgia, dopo la prima preghiera per raccogliere i sentimenti di tutti dopo l’invito a “pregare” il silenzio dopo l’omelia per lasciare agire lo Spirto santo nel nostro cuore, il silenzio noi abbiamo aggiunto all’offertorio senza un canto ma per ascoltare le parole del sacerdote  e comprendere meglio il mistero, il silenzio dopo la comunione per ringraziare e rimanere in intimità con il Signore e il silenzio alla fine sciogliendo l’assemblea in silenzio dopo esserci fermati qualche istante per salutare il Signore.

Silenzio che abbiamo aggiunto a quelli previsti dalla liturgia che hanno il loro compimento durante la preghiera di Consacrazione dove con devozione e in ginocchio partecipiamo al momento centrale della S. Messa dove il sacerdote pronuncia le parole della consacrazione e la grande preghiera Eucaristica. Nel vento leggero il Signore pararla al cuore dei suoi figli, riascoltiamo le parole prese dal Primo Libro dei re al capitolo 19, 10-16:

“Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Che cosa fai qui, Elia?». Gli disse: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita». Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto”.

Lasciamoci guidare da Maria, Vergine del Silenzio affinché ci dono il silenzio interiore per ascoltare la Voce di Dio.

@unavoce

 

Foto di Copertina: fonte

In silenzio, sempre in silenzio. La preghiera di Maria è silenziosa. Il Vangelo ci racconta soltanto una preghiera di Maria a Cana, poi non si sa, ma sempre la sua presenza è una preghiera, e la sua presenza tra i discepoli nel Cenacolo è in preghiera. Così Maria partorisce la Chiesa, è madre della Chiesa”. (cfr. Papa Francesco)