Il Cappellano Militare

“… il presbiterio dell’Ordinariato castrense è formato da quei sacerdoti, tanto secolari che religiosi, i quali, forniti delle necessarie doti per svolgere proficuamente questo speciale ministero pastorale, e con il consenso del proprio Ordinario, svolgono un servizio nell’Ordinariato militare…”. (Cfr. VI. 1 Spirituali Militum Curae)

“Quando parliamo del Sacerdozio e ne diamo testimonianza, dobbiamo farlo con grande umiltà, consapevoli che Dio ‘ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia’. Contemporaneamente ci rendiamo conto che le parole umane non sono in grado di reggere il peso del mistero che il sacerdozio porta in sé”.Questi sentimenti del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II hanno ispirato questo documento del primo Sinodo che la Chiesa Ordinariato Militare ha celebrato per chiarire e verificare in special modo l’identità dei suoi cappellani militari. Sente ora l’urgenza di dover corrispondere fedelmente a quella vocazione e missione particolare che la Chiesa universale le ha affidato attraverso il servizio insostituibile dei suoi sacerdoti”. (Cfr. Sinodo O.M.)

Vorrei soffermarmi, oggi, sulla figura del Sacerdote, nel servizio di Cappellano Militare, non tanto per fare una dissertazione sulle sue caratteristiche o mettermi creare discussione, con chi, è a pro o contro questo ruolo, non spetta a me, ma per offrire una riflessione, per pregare per i Sacerdoti. A me, spetta sicuramente, vivere il mio sacerdozio, con quelle caratteristiche fondamentali di ogni prete, non dimenticando, ovviamente, lo specifico della vocazione, alla singolarità del servizio che svolgo e chiedendo, alla comunità cristiana, di pregare anche per i suoi preti, perché rimangano fedeli alla vocazione e attenti al popolo di Dio, con quello spirito che il “Maestro”, Gesù, ha indicato. La festa del Sacro Cuore di Gesù, nella quale è stata istituita la giornata della Santificazione Sacerdotale, mi porta a riflettere su questo.

Ritengo, di essere una persona con poche doti e di avere dei superiori, di ieri e di oggi, con grande carisma, che hanno saputo guidare il mio cammino. Da parte mia solo un poco di l’umiltà e la disponibilità a seguire le indicazione e la, dove ho sbagliato, correggermi, per crescere nella santità personale e del mio ministero. Come prete, le comunità che ho servito e che servo, sono state l’anima autentica della mia crescita spirituale e umana. Con i militari e nelle loro famiglie, che la provvidenza mi ha dato, ho scoperto la vera identità del sacerdote. Quelle basi di formazione, che il Seminario ci ha dato, sono state perfezionate dal popolo santo di Dio.

Il Cappellano Militare, prete e parroco, come tutti, si trova in sua situazione di autentica condivisione di vita, che ci permette di testimoniare il Vangelo in modo unico e straordinario, attraverso una pastorale adattata alle singole persone e con un rapporto uno a uno, dove il cammino condiviso, a tutti i livelli, ci pone in dialogo e in confronto con la vita ordinaria e straordinaria di queste persone, offrendoci una possibilità in più di servizio e collaborando con le chiese territoriali, poter seguire di più e meglio le singole persone. Una spiritualità, la nostra, che è sempre sul filo del rasoio, ma che ci permette di tenere aperto il dialogo con tutti i credenti e non, offrendo una mano per vivere la vita in modo autentico.

Cosi, oggi, pregando per la santificazione mia e dei miei confratelli sacerdoti, invoco la misericordia del Signore, affinché possiamo crescere nella santità e vivere sempre di più e meglio il Vangelo tra le persone con le stellette della nostra Chiesa Ordinariato Militare, attraverso una vita di preghiera autentica, di continua formnazione spirituale, umana e professionale e di servizio a tutti i livelli con e per le nostre comunità. Nulla di diverso dagli altri sacerdoti, ma sicuramente con una maggiore attenzione, fatta di una condivisione e presenza costante verso queste persone che svolgono un ruolo partioclare per la nostra società e hanno necessità di una particolare attenzione per poter svolgere al meglio il loro servizio alla Pace e alla difesa di quei valori che tutti desideriamo avere e che in alcuni casi sono messi a rischio. La loro professionalità e umanità, coltivata in un clima di autentico servizio, per il quale, il nostro contributo, diventa fondamentale, li pone in una situazione di miglior presenza. Se contribuiamo ad educare, il cuore e lo spirito, allora, il loro lavoro, diventa autentico servizio. Per questo, la nostra presenza di sacerdoti, che cercano, ogni giorno di vivere il vangelo autenticamente,  pur con limiti ed errori, condividendo appieno la loro vita, inseriti in una organizzazione umana, pone la stessa su livelli differenti, elevando la presenza, in testimonianza e dando a noi la possibilità, non solo di guidare il gregge, ma di sporcarci le mani e prendere l’odore del gregge, affinchè seguano con amore la vita che Dio ha pensato per ognuno di loro e di noi.

@unavoce