Il mondo militare ha alcune “liturgie” che sono alla bse della vita quotidiana, una che le racchiude tutte: La cerimonia dell’Alzabandiera

La Liturgia è alla base della vita di preghiera del cristiano e militare

“La Chiesa Ordinariato Militare in piena fedeltà alla Parola di Dio, alla Tradizione e al Sacro Magistero, in particolar modo alla Costituzione liturgica del Concilio Vaticano II si impegna ad avere in sommo onore la sacra liturgia, a studiarla con intelligenza e comprenderla con fede, a celebrarla con amore e a viverla lasciandosi trasformare in perenne liturgia di lode.

Chiesa Ordinariato Militare: sua Pastorale Liturgica
Cultura Militare e Cultura Liturgica: Culture dei Segni

La Chiesa Ordinariato Militare esprime la sua carità pastorale nel portare la liturgia al popolo militare ed inserire questo popolo nella liturgia. Questa duplice azione, nell’obbedienza dovuta alla legislazione liturgica, comporta adattamenti della liturgia al popolo militare, alla sua cultura e alle sue situazioni, come pure alle sue tradizioni.Detti adattamenti richiedono sapienza pastorale e dottrina, obbedienza all’autorità della Chiesa, vera conoscenza del mondo militare. Spetta perciò all’Ordinario Militare decidere ed approvare quegli adattamenti consentiti dall’autorità ecclesiastica per rendere la liturgia più accessibile.Il mondo militare, così come la liturgia, valorizza i segni e per loro mezzo si esprime simbolicamente.

” … Segni Militari e Segni Liturgici

Nel mondo militare come nella liturgia i segni occupano uno spazio così rilevante da poter parlare di una vera e propria “cultura dei segni”. Attraverso un’adeguata catechesi sarà necessario precisare la sostanziale differenza tra i segni militari e quelli liturgici. I primi infatti, sono segni espressivi e rappresentativi di una realtà, mentre gli altri sono espressivi ma efficaci di ciò che significano: la bandiera rappresenta la Patria ma non è la Patria; l’Eucaristia non rappresenta Cristo, ma è Cristo stesso. Nella catechesi ai militari, la cui sensibilità ai segni è parte integrante della propria cultura, venga chiaramente precisata sia l’analogia che la sostanziale differenza tra lo spirito d’appartenenza alle Forze Armate e lo spirito di appartenenza alla Chiesa universale, famiglia dei figli di Dio. La testimonianza della sublimità della liturgia che esprime il tremendum et fascinosum è affidata alla fede e alla sensibilità dei singoli cappellani militari. Sarebbe grave se coloro che pongono segni efficaci della presenza di Dio fossero superati in dignità e gravità da chi esprime segni solo rappresentativi. Se la Chiesa Ordinariato Militare deve impegnarsi ad avvicinare la liturgia al popolo militare, il suo impegno maggiore è di inserire questo popolo nella liturgia stessa anzi, farlo diventare liturgia di lode. A poco infatti varrebbero le celebrazioni se non fossero espressive di una trasformazione della vita di tutti, nella vita del Cristo. Queste celebrazioni, tesori immensi e perle preziose, non potrebbero arricchire chi non le apprezza o, anzi, le disprezza. È quindi impegno di tutta la Chiesa Ordinariato Militare orientare ogni persona con la predicazione e la catechesi a fare della propria vita un sacrificio vivente, santo, gradito a Dio: è questo infatti, il vero culto spirituale richiesto dal nostro Battesimo…”. (Cfr. La Liturgia, Sinodo Ordinariato Militare)