Foto di copertina: 

Operazione “Antica Babilonia” (Cfr. horsemoonpost.com)

Sembra strano un titolo così a Natale. Solitamente le nostre riflessioni e le nostre emozioni, o la società, anche quella cristiana è attenta alle luci e ai colori che parlano di gioia, di amore, di serenità e queste parole di apertura potrebbero indurci a pensare e riflettere in chiave quaresimale, non è così!

All’ombra della Croce è la vita di tutti i giorni e in quell’ombra c’è la speranza e la resurrezione. In quell’ombra Dio viene in mezzo a noi, in quell’ombra noi dobbiamo vivere la nostra vita con la consapevolezza di essa e la speranza che risorgerà, che la vita, il mondo, la gente, la società, il pianeta può essere migliore perché dalla Croce si risorge.

La croce è una situazione provvisoria, diceva don Tonino Bello e questa situazione anche se tutti dobbiamo viverla è provvisoria, perché Dio, che nasce, ci ricorda che tutto può essere differente e l’ombra della Croce è l’ombra dall’arsura di una vita spesa invano, senza valori. L’ombra ripara dal sole coente del mondo che corre veloce, l’ombra rinfresca, ci offre nuove prospettive.

Carissimi, la nostra fede, la nostra vita, deve essere questa ombra per gli altri.

I nostri militari, sono l’ombra di quella Croce che salva e da speranza là, dove tutto sembra perso. Non è, forse, questo il senso del Vangelo, la vita cristiana, la predicazione di Cristo, del messaggio che la Chiesa tramanda da secoli sull’esempio di Gesù e dei discepoli? I nostri militari, che ogni giorno, feste comprese, sono impegnati sulle strade delle nostre città, nei vari servizi di controllo della vita ordinaria nostra, in cielo, in terra e in mare e anche in quelle terre dove la Croce è più pesante, loro portano l’ombra dell’amore di un Dio che nasce per morire per noi.

Non è triste il messaggio, anzi è dolce e amorevole. Sapersi donare per gli altri e agli altri. Non è triste il messaggio, ma amore puro, donazione vera, quella che dovremmo imparare tutti nel vivere le nostre vite in sintonia con tutto il mondo.

Questa è la pace annunciata dagli Angeli la notte di Natale, annunciano il Regno di Dio, una vita migliore, se sappiamo amare veramente con il cuore e non con la mente di chi è interessato, ma solo di chi sa donarsi. Questa è la luce che dissipa ogni tenebra, questa è la luce che crea l’ombra che ripara e da speranza a quelle croci che viviamo.

Una culla e una Croce sono la sintesi della vita vera. La dolcezza di Maria che culla il bambino e che nella cura della sua crescita non lo perde mai di vista, cercando di soccorrerlo ogni volta che cade, ci anticipa l’amore e la sofferenza di una Madre, l’amore e la fatica di essere parte del progetto di Dio e custode di esso. Così Maria ci è Madre e sorella e anticipa la nostra vita migliore in Dio.

In questi giorni, carissimo amico che leggi, spero avrai tempo per entrare in Chiesa, per fermarti a contemplare il Presepe, per partecipare alle Celebrazioni Liturgiche del Natale, confessarti e partecipare attivamente all’Eucarestia, facendo la comunione. Tu sarai, allora, la culla di Cristo e Lui, in te, sarà ombra che risana e da speranza ai tuoi/nostri limiti e peccati.

Questo il Natale che vi auguro, questo il Natale che imparo ogni giorno dai miei soldati e dalla loro vita e il loro servizio.

Culla e Croce, culla che sa accogliere e Croce che sa donare, accoglienza e donazione. Non è questo Cristo che ci insegna?

Buona preparazione al Santo Natale di Gesù.