La campana della Chiesa del 15° Stormo
Una delle otto campane, della Chiesa di San Bernardino, (Sesto Calende) detta “dei bombardieri”.
“Un suono antico che rassicura e tranquillizza e fa riscoprire la bellezza di una cultura profondamente radicata nel Paese”. (Cfr. Vatican.va)
Ogni mattina una piccola campana suona anche nella nostra realtà, per segnare l’inizio della celebrazione Eucaristica a “porte chiuse”, una voce semplice e dolce che ci parla di speranza.Vorrei portare la vostra attenzione sulle campane e il loro suono. Nei giorni difficili, come questi, il rintocco delle campane ci porta con il cuore e la mente ad alzare lo sguardo e a rivolgere un pensiero di speranza e di fede, diventando un “grido di speranza”, si!, perché di speranza dobbiamo parlare e vivere per impegnarci tutti a contrastare il male. Nonostante la situazione, tenere alto lo sguardo, pensare positivo, essere attenti e nello stesso tempo non egoisti è il nostro compito …. tutto questo ci rimette in gioco come persone e ognuno, con la propria vocazione, ad impegnarsi e collaborare insieme.
Anche nel mondo militare – tra i nostri fedeli con le stellette, che in questi giorni, nascostamente, sono attivi nell’emergenza, con le caratteristiche loro proprie – appartiene questa dimensione delle campane. In ogni base, caserma, nave, aeroporto, porto, istituto di formazione, sacrario, cimitero, c’è la campana di una chiesa, che è il riferimento della speranza e della fede.
Così, in questi giorni di silenzio dalle celebrazioni, le campane diventano il suono dolce per dirci che non siamo soli, ma che il Signore è presente e accanto al suo popolo: «Mantenere nelle parrocchie il suono delle campane, per ricordare che l’Eucaristia non viene meno, anche in questo periodo in cui ne è sospesa la celebrazione pubblica» (Cfr. Vescovi della Toscana)
Alla luce di questa esperienza, che forse avevamo dimenticato, o talmente abituati da non sentirla e accorgerci, vi ho voluto parlare di campane.
Ora, una storia che appartiene alla famiglia delle Forze Armate legata alle campane e che in essa voglio ricordare: “…Dal 1932 ad oggi uno stormo di S55 sorvola ogni giorno il centro di Sesto Calende. La flotta di bombardieri, vanto dell’aeronautica italiana dei primi del Novecento, è stata scolpita sulle pareti della campana maggiore del campanile della Chiesa di San Bernardino. Il passato di questi velivoli si intreccia con la storia, e non solo con quella economica, della cittadina sulle rive del Ticino. Un legame fatto di lavoro e sapori – quelli che hanno contraddistinto la presenza della Siai Marchetti a Sesto Calende – che aiuta inoltre a comprendere come ci siano finiti degli idrovolanti da guerra sopra il simbolo sacro per eccellenza, le campane della chiesa parrocchiale…”. (Cfr. varesenews.it)
A tutte quelle campane che abitano le nostre realtà, piccole o gradi, della chiesa, o di un’aula, di un sacrario o di una nave, possano, ad ogni militare, nel sentire i rintocchi, fargli innalzare lo sguardo al cielo e sentirsi unito a tutti.
Chiudo questa, semplice sottolineatura, sulle campane, che appartengono alla cultura e alla tradizione della nostra terra, con le parole di due poeti italiani.
Ogni cosa bella, suono, parole, arte, creato …. ci deve scaldare il cuore per camminare insieme con coraggio e speranza.
Che hanno le campane,
che squillano vicine,
che ronzano lontane?
E’ un inno senza fine,
or d’oro, ora d’argento,
nell’ombre mattutine.
Con un dondolìo lento
implori, o voce d’oro,
nel cielo sonnolento.
(Giovanni Pascoli)
Suono di campane,
voce che trasvola sul mondo,
canto che piove dal cielo sulla terra,
nella città sorda e irrequieta,
e nel silenzio dei colli
(Gabriele D’Annunzio)