Con queste parole il Twitter dell’Aeronautica Militare, lo scorso anno, festeggiava i Papà. Oggi ve lo ripropongo per fare festa per loro e con loro e vi lascio tre rimandi di scritti di figli di militari. Possano, le parole di queste persone, onorare i nostri papà con le stellette
“ … Quando fai parte di una famiglia militare, c’è una piccola parola che può cambiare radicalmente la tua vita: trasferimento. A 16 anni ti ritrovi a svuotare la tua camera, insieme a tua sorella, mettendo le cose in uno scatolone. A 16 anni ti ritrovi a riunire i tuoi amici e le tue amiche per dire loro che “hanno trasferito mio papà e dobbiamo andare via”. A 16 anni la mia vita si è come fermata, congelata. Da quel momento in poi ho sentito di aver perso un pezzo importante di me stessa, della mia identità. Nella nuova casa ti senti un’estranea e questa sensazione te la trascini ovunque. Ero arrabbiata con mio padre ma non potevo dirglielo, che colpa ne aveva lui? Volevo solo ritrovare me stessa e l’unica cosa che mi faceva veramente sentire a casa, in un paesino che mi era sconosciuto, erano i film in cui ci fossero degli aerei e delle divise…”. (Cfr. L’altra metà della divisa)
“ … Mio papà è un soldato, un soldato italiano. Eroe per pochi, eroe per me, ma lo sarebbe comunque anche senza divisa…
ogni padre in fondo lo è”. (Cfr. la vita con un militare)
“ … Alcuni anni fa, mi trovavo ad una “conferenza pacifista” in occasione di un campo di lavoro con gli Universitari Costruttori in provincia di Bologna. Il relatore, un sacerdote “simil-pacifista” e “vagamente fazioso”, parlando degli Stati Uniti e dell’allora Presidente Bush “padre”, si lasciò scappare: “…vedete, tutti i soldati vogliono solo la guerra,… è il loro lavoro e non vedono l’ora di combattere…” Come un toro nell’arena iniziai a sudare. Cosa?, ma se il mio papà che è un soldato dice che la guerra è sbagliata?… Mi calmo, cerco di riorganizzare le idee e chiedo la parola: “…Carissimo Don (…), non si permetta, e lo ripeto, non si permetta di generalizzare…!!! Non si permetta di offendere tutti quei soldati che hanno perso la vita per fare vivere a lei ed a noi tutti qui presenti la libertà di cui godiamo oggi…! Mio padre è un Ufficiale dell’Esercito ed ha combattuto nella II° Guerra Mondiale per consentire a lei di vivere da uomo libero…!”. Il sacerdote ovviamente cercò di correggersi… ma comunque non fece una bella figura…
Ecco, chi era con me in chiesa questa mattina, ha capito cosa volevo dire quando, descrivendo la carriera del mio papà, ho voluto concludere con un pensiero dedicato a noi “uomini liberi!”…
Perché… “Il mio papà è un soldato… e ama la pace !!!!”…”. (Cfr.stefanostella)
Foto di Copertina: Festa del papà 2019