Qualche anno fa, Papa Francesco ci invitò a ricordare la data del proprio Battesimo, non come pura ricorrenza da calendario ma come momento di cambio di vita profondo ed esistenziale. Alla luce di questo, riascoltiamo le sue parole: “Avere sempre nella memoria la data del proprio battesimo, data della nostra santificazione iniziale, data che dobbiamo sempre avere nella memoria perché è una data di festa, è la data della nostra santificazione iniziale, è la data nel quale il Padre ci ha dato lo Spirito Santo che ci spinge a camminare, è la data del grande perdono. Non dimenticatevi: quale è la mia data del battesimo?”…. “Colui che non aveva peccato, si mette in fila con i penitenti per ricevere il battesimo nel fiume Giordano manifestando così la sua disponibilità a “immergersi nel fiume dell’umanità” prendendo su di sé le debolezze degli uomini e condividendo il loro desiderio di superare ciò che allontana da Dio e rende estranei ai fratelli. “Come a Betlemme anche lungo le rive del Giordano Dio mantiene la promessa di farsi carico della sorte dell’essere umano, e Gesù ne è il Segno tangibile e definitivo”. (Cfr. Papa Francesco, Angelus 7 Gennaio 2018)

Alla luce di questo e con l’impegno di far vivere il proprio Battesimo, partendo dal ricordarsi e celebrare quella data, vi propongo questa riflessione, al fine di cercare la propria data di Battesimo e segnarla tra le ricorrenze da celebrare.

“E’ possibile essere buoni cristiani e buoni militari?

Come può un uomo d’armi essere davanti a Cristo, che è mite e umile di cuore? (cf. Mt 11, 29). Come si può servire con le armi la pace interna ed internazionale? Che cosa significa per dei giovani militari celebrare il Giubileo della Redenzione? Una prima risposta sta nel fatto della vostra presenza intorno all’altare in un pellegrinaggio che accomuna militari provenienti da nazioni diverse, affratellati da una medesima fede in un unico Dio e Signore. Voi siete qui convenuti come uomini che desiderano operare per la pace, per dar forza alla giustizia, per vincere la morte con l’amore. Ripeto: la vostra odierna presenza lo conferma nei fatti. Animati da un profondo desiderio di preghiera e di riconciliazione interiore, voi, uniti fraternamente da questa liturgia di lode, diventate una cosa sola, pur nella diversità della provenienza. Voi siete qui convenuti, perché uomini consapevoli che la salvezza viene solo da Cristo e perché siete desiderosi di collaborare alla redenzione per esprimere nel mondo la pienezza della giustizia, dell’equità e della santità. 7. Ma c’è una risposta più profonda ed è che impedire la guerra è già far opera di pace. In questo senso quanti “dediti al servizio della patria, militano nelle file dell’esercito”, osservava già il Concilio Vaticano II, possono considerarsi “come ministri della sicurezza e della libertà dei popoli e, quando rettamente adempiono a tale dovere, concorrono veramente alla stabilità della pace” (Gaudium et Spes, 79)…”.”. (Cfr. Giovanni Paolo II, Omelia per la Messa per il giubileo internazionale dei Militari, aprile 1984

“Molti di noi non hanno il minimo ricordo della celebrazione di questo Sacramento, ed è ovvio, se siamo stati battezzati poco dopo la nascita. Ho fatto questa domanda due o tre volte, qui, in piazza: chi di voi sa la data del proprio Battesimo, alzi la mano. È importante conoscere il giorno nel quale io sono stato immerso proprio in quella corrente di salvezza di Gesù. E mi permetto di darvi un consiglio. Ma, più che un consiglio, un compito per oggi. Oggi, a casa, cercate, domandate la data del Battesimo e così saprete bene il giorno tanto bello del Battesimo.

Conoscere la data del nostro Battesimo è conoscere una data felice. Il rischio di non saperlo è di perdere la memoria di quello che il Signore ha fatto in noi, la memoria del dono che abbiamo ricevuto. Allora finiamo per considerarlo solo come un evento che è avvenuto nel passato — e neppure per volontà nostra, ma dei nostri genitori —, per cui non ha più nessuna incidenza sul presente. Dobbiamo risvegliare la memoria del nostro Battesimo. Siamo chiamati a vivere il nostro Battesimo ogni giorno, come realtà attuale nella nostra esistenza. Se riusciamo a seguire Gesù e a rimanere nella Chiesa, pur con i nostri limiti, con le nostre fragilità e i nostri peccati, è proprio per il Sacramento nel quale siamo diventati nuove creature e siamo stati rivestiti di Cristo. È in forza del Battesimo, infatti, che, liberati dal peccato originale, siamo innestati nella relazione di Gesù con Dio Padre; che siamo portatori di una speranza nuova, perché il Battesimo ci da questa speranza nuova: la speranza di andare sulla strada della salvezza, tutta la vita. E questa speranza niente e nessuno può spegnere, perché la speranza non delude. Ricordatevi: la speranza nel Signore non delude mai. Grazie al Battesimo, siamo capaci di perdonare e di amare anche chi ci offende e ci fa del male; che riusciamo a riconoscere negli ultimi e nei poveri il volto del Signore che ci visita e si fa vicino. Il Battesimo ci aiuta a riconoscere nel volto delle persone bisognose, nei sofferenti, anche del nostro prossimo, il volto di Gesù. Tutto ciò è possibile grazie alla forza del Battesimo!”. (dal discorso sul Battesimo all’udienza generale  in Vaticano, 8 gennaio 2014)

Anche il cristiano e il cristiano in divisa vive il suo Battesimo con serietà e la sua professione come una vocazione, quella comune a tutti, farsi santi, imitando il Signore e servendo i fratelli, così si può essere cristiani e militari, vivendo il proprio Battesimo con autenticità.

 

Foto di Copertina: L’Ordinario Militare Battezza un Allievo Carabiniere