Per costruire la Pace

 

Fermati, ascolta, stupisciti, alza lo sguardo, commuoviti, conosci, informati, guarda … al di la dell’ovvio o dell’evidente, dello sguardo o della parola, guarda e ascolta con il cuore e la mente, veglia su te, su chi ti è attorno, su chi incontri, vicino o lontano, amico o sconosciuto, veglia come una sentinella, veglia con pazienza, su te stesso, sulle tue paure, i tuoi limiti le tue ricchezze spirituali, umane, di valore, di conoscenza, veglia per te, per me, per lui che non conosci, veglia con intelligenza, con presenza, con silenzio e con parole, veglia con la tua vita onesta e impegnata, questo, penso come inizio per costruire un cuore di pace che sia laico o religioso, militare o di qualsiasi organizzazione umana in favore della pace, questo è il cuore di chi serve la pace, uniti insieme difendendola prima di tutto, educandola e costruendola giorno per giorno non a parole, ma con la vita.

Tutti parlano di Pace, tutti auspicano la pace, ma di fatto il pianeta è in guerra, uno contro l’altro, in lotta con se stesso.

La pace nasce nella cultura di un popolo e dei singolo, cultura come conoscenza, studio, informazione, non di qualcuno, ma di tutti. Lo studio e la cultura ti renderanno liberi, ma anche qui, mentre scrivo penso a uomini di potere che siano di destra o di sinistra di una chiesa o dell’altra, di una religione o di un’altra, queste persone “intelligenti”, acculturate, che conoscono … poi, alla fine, in modi, chi più espliciti, chi più subdoli o addirittura vestendoli di bene o meglio perbenismo, che risulta già dall’inizio finto, parlano a gran voce di pace, di uguaglianza, di rispetto, di … ma come agiscono poi all’interno del proprio orto?

Ad ognuno la risposta.

Questa, solo una provocazione per parlare di persone che la pace la desiderano, la coltivano, la studiano e la servono difendendola, e quindi basta dire sciocchezze per riempirsi la bocca di perbenismo e falsa carità e carità cristiana.

Per servire la Pace non basta proclamarla, bisogna viverla nel cuore, è come la signora del condominio che viene in chiesa devota e attenta che quasi sembra far scendere Cristo dalla Croce per la sua devozione e impegno e poi litiga e crea litigi e mancanza di armonia nel suo condominio … ipocrita!, il Vangelo ci ricorda che siamo sepolcri imbiancati, questo esempio, ora,  applicatelo in ogni situazione della vita.

Nessuno è perfetto, solo Dio, ma possiamo però impegnarci ad essere migliori, a conoscere le cose, a studiarle, a capirle.

Quindi, siate operatori di Pace, come ci ricorda Gesù nel discorso delle beatitudini, questo ha a che vedere con “la coscienza, la fiducia, il rispetto, la speranza. Non sono cose a buon mercato. Vanno coltivate e devono passare al setaccio della quotidianità. Lo si può fare solo maturando l’umiltà di doverle imparare ogni giorno. “E da insegnare ci sono tante cose, ma quella essenziale è la crescita di una coscienza libera, capace di confrontarsi con la realtà e di orientarsi in essa guidata dall’amore, dalla voglia di compromettersi con gli altri, di farsi carico delle loro fatiche e ferite, di rifuggire da ogni egoismo per servire il bene comune. Troviamo scritto in Lettera a una professoressa: <<Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia>>. Questo è un appello alla responsabilità.“. (Papa Francesco a Barbiana)”. (Cfr.caritasroma)

Premetto che don Milani, non vedeva di buon occhio i Cappellani Militari, basta leggere la sua lettera che invio ai confratelli che svolgevano questo ministero, ma al di la del suo pensiero,  nel quale non entro nel merito, voglio citarlo per un altro aspetto “che affascina non solo per la forza e la lucidità della sue visione educativa. La sua capacità di scegliere un percorso di servizio liberante e proiettato nel futuro è evidente. Quello che non sempre viene sottolineato è come tutto questo nonostante sia avvenuto in uno sperduto paesino del Mugello abbia avuto una rilevanza e un impatto tale da provocare e interrogare, ancora oggi in termini di contenuti e di metodo, i nostri tentativi di vivere una cittadinanza responsabile. A Barbiana la scuola era una scuola che affrontava i temi con coraggio e onestà. Non si fermava ai titoli, agli slogan e alle soluzioni facili. Si preoccupava di far crescere cittadini responsabili. Non si educa senza entrare in relazione con la storia della che si incontrano. E’ l’incontro che genera nuove storie e nuove visioni. Don Lorenzo e la scuola di Barbiana sono lì a dirci che quando questo avviene, in qualunque posto questo avvenga, si avvieranno processi capaci di rendere le persone libere, solidali e responsabili. E su questa memoria abbiamo la certezza che vale la pena costruire il nostro futuro”. (Cfr. caritasroma)

Quindi, cari amici, per dire qualche cosa, bisogna saperla, conoscerla e non parlare per dare aria ai polmoni, attività molto diffusa in tutte le categorie di persone, “chi non sa insegna”, diceva ironicamente un anziano signore, dalla saggezza che viene dal cuore. 

Leggi, informati, conosci, chiedi, studia… si!, costa fatica, ma tutto quello che è serio nella vita è impegnativo, il problema è che pensiamo che non ne abbiamo bisogno, che non ci serve, che ci sono cose più importanti, che vale la pena fare senza perdere tempo a …  cose che non ci interessano, senza togliere, che poi una volta che le libertà singole vengono minacciate, come un “lockdown” allora parliamo tutti e da esperti, ovviamente, su come fare o come lamentarsi sulla base di questo o di quello, solo interessi personali, ovviamente.

Questa è la nostra società moderna, attratta da mille cose e distratta da tutto, anche da quello che l’attrae e questo, allora, capite crea veramente un individualismo che non porterà da nessuna parte o solo a: io basto a me stesso, io non ho bisogno di nessuno, se non solo per emergere, da qui nascono i conflitti, i litigi, le guerre…

Allora, cari lettori, costruire il cuore di pace, il cuore di un operatore di pace, va al di la delle chiacchiere dei pacifisti, sia di destra che di sinistra, ma è di chi conosce la paura e il pericolo e nonostante questa la difende e non solo, difendendola educa a costruire, sulle ceneri, un mondo nuovo, una vita nuova.

Questa la citta che vorrei, il mondo, la società, le persone … che vorrei e per raggiungere, allora, bisogna partire dal rispetto, dalla cultura, dal dialogo, bisogna iniziare a coltivare questo cuore.

Iniziamo ora, non rimandiamo a domani quello che può essere fatto oggi, perché l’oggi non tornerà più e il domani è lontano, quindi ora e adesso, questo sarà il futuro di Pace che tutti ci auguriamo.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Missione dei soldati Italiani in Libano, terapie per bambini disabili