… figlio, fratello, amico, collega…
In questi giorni ricorre il terzo anniversario della morte del Maggiore Pilota Gabriele Orlandi, caduto nell’adempimento del suo dovere. Questo giovane Ufficiale dell’Aeronautica Militare è figlio di questa terra, dove insiste il 15° Stormo e se pur lui faceva servizio presso l’Aeroporto Militare di Patrica di Mare, in questa terra, il suo ricordo è molto vivo, oltre che essere luogo della vita quotidiana della sua famiglia.
La nostra comunità con le stellette pur non conoscendo direttamente il giovane pilota, conosce e ha conosciuto, per questa tragica circostanza, la famiglia e con essa, un legame di stima ed amicizia si è consolidato. La famiglia dell’Arma Azzurra, si stringe, ricorda e vive accanto a questi nostri amici.
Una famiglia, quella di Gabriele, che frequentiamo, ormai, con una certa assiduità, perché loro partecipano, in più occasioni, alla vita della nostra Parrocchia e domenica ci siamo stretti attorno a loro con la Celebrazione Eucaristica in suffragio di loro figlio.
Così, oggi, nel fare memoria di un figlio, vorrei ricordarli tutti, (vai alla pagina dei Caduti) e per fermarci un istante in silenzio vi riporto (qui un richiamo, rimandandovi alla lettura integrale) l’Omelia che il nostro Ordinario fece al funerale di Gabriele nella cattedrale di Cesena.
“ … Così dal nostro pianto, quasi per contrasto, emerge il suo sorriso: vero, autentico, dunque vivo. Il sorriso! Mi ha colpito cogliere dalle varie testimonianze, quelle familiari e quelle istituzionali, questo unanime riconoscimento: il sorriso. Sì. Pur nel nostro sincero e straziato pianto, Gabriele si può ricordare solo con il sorriso! Non si tratta di una descrizione parziale ma di un suo modo di essere, di relazionarsi, di lavorare, di vivere, di credere, che si traduce in un messaggio, in un’eredità che egli lascia ai suoi cari, ai suoi amici, agli uomini delle istituzioni, a noi uomini di Chiesa. Un modo di essere: Gabriele non “aveva” un sorriso: egli “era” sorriso. Era capace, cioè, di cogliere, della vita e della storia, la bellezza che, sempre, è contenuta nelle cose, a volte nascosta nella profondità. Anche nella tradizione biblica il «sorriso» descrive non solo un atteggiamento del volto ma una sorta di sapienza del cuore, centro di tutta la persona. Per cogliere la bellezza delle cose, bisogna essere in grado di non fermarsi alla superficie: il sorriso è prerogativa di chi sa andare in profondità, di chi non teme le domande decisive sulla vita e il suo senso. Può sembrare paradossale ma il sorriso era, in Gabriele, espressione del suo prendere sul serio le cose, pur sapendole semplificare per gli altri. Per gli altri. Perché gli altri erano fondamentali per lui e il sorriso era il suo modo di entrare in relazione con loro. Lo coglie pure chi non lo abbia conosciuto; chi, in questi giorni, abbia visto le sue foto sui media o chi oggi respiri il clima di questa Messa… Il suo sorriso era la capacità di far festa con tutti, di saper scherzare; di essere, nel gruppo, punto di riferimento, forza aggregatrice e unificatrice; era la sua grande disponibilità, il cuore grande di chi sa ascoltare, accogliere, vedere in tutti il bene; di chi sa cogliere il valore di ciascuno, il valore della vita umana che, dicevamo, è unico e irripetibile. E al valore della vita era legato il senso del suo sorriso nel lavoro. Se ci pensiamo bene, la gioia di amare nel profondo il proprio lavoro non sta nel fatto che esso sia piacevole, facile, non faticoso. Con il realismo derivato dalla grande competenza, dagli studi e dall’esperienza accumulata nelle ore di volo, in incarichi di responsabilità in Italia e all’estero, il maggiore Orlandi conosceva bene la complessità dei propri compiti, con la fatica e il rischio connessi. Ma amava il volo, amava il suo lavoro. Il suo lavoro gli dava gioia: percepiva in esso la possibilità di dare gioia a qualcuno (fa pensare il fatto che la morte lo abbia colto proprio durante un momento che doveva essere festoso); al contempo, ne intuiva il bene più grande: sapeva, cioè, che il fine ultimo del suo servizio era difendere la vita, era servire il Paese, il bene comune, l’edificazione della città terrena, la pace. E questo meritava coraggio e dedizione. Tanti di voi, suoi colleghi e amici dell’Aeronautica Militare, tanti di voi, uomini e donne delle Forze Armate, sapete vivere una tale coraggiosa dedizione…”. (Cfr. Omelia per il funerale del Magg. G. Orlandi)
“Per la fede, la speranza e l’amore, che li animarono nel servire la Patria, dona a loro la vita eterna, a noi il conforto, all’Italia e al mondo la prosperità e la pace”. (Cfr. Preghira per i Caduti)
@unavoce
Foto di Copertina: Lungomare di Terracina monumento a ricordo del Magg. Pilota Gabriele Orlandi