RACCONTARE POSITIVO

Attraverso le selve oscure di oggi

 

“anche noi potremo arricchirci dell’esperienza di Dante per attraversare le tante selve oscure della nostra terra e compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia”. (Papa Francesco)

 

Da qualche tempo, ormai, vivo in Romagna, per motivi di servizio, che vanno, dalle zone del basso Comacchio, sino alle porte di san Marino, passando per città e luoghi belli per arte e cultura. Ravenna è certamente una delle città, di questa zona d’Italia, dalle caratteristiche uniche per arte, cultura e personaggi, che qui hanno vissuto, o anche solo passandoci si sono fermati. Uno tra tutti, oggi, voglio ricordare, Dante Alighieri, che a Ravenna morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321.

“Nella ricorrenza del settimo centenario della nascita di Dante, Paolo VI con la lettera apostolica “Altissimi cantus”, datata 7 dicembre 1965, evidenziava il profondo interesse della Chiesa per la figura di Dante. La lettera apostolica completava la serie di iniziative attraverso le quali papa Montini volle esprimere l’ammirazione sua e di tutta la Chiesa per il cantore della Divina Commedia. Il 19 settembre dello stesso anno il Papa aveva inviato per la tomba del Poeta a Ravenna la croce d’oro, come segno della risurrezione che Dante professava”. (Cfr.Ravennanotizie

A chi legge dalle pagine di questo sito, potrebbe pensare che centra questo, con le finalità del sito, pensato per servire una comunità e far conoscere ad altri questa realtà? Ma credo che offrire spunti sempre e comunque di riflessione su argomenti di vario genere, possa aiutare tutti noi a godere del bello che abbiamo e alzare lo sguardo soprattutto in quei momenti difficili della vita e non perdere la speranza.

Mi tornano alla mente le parole, che lessi del Motu Proprio, “Altissimi Cantus” di Paolo VI, Papa, che nel 1965, il 7 settembre, scrisse per celebrae il sesto centenario della nascita di Dante Alighieri, scrisse, sono le parole della Chiesa verso un poeta che ha parlato a noi di Dio: “Nell’eccelso coro dei poeti cristiani … l’aurea cetra di Dante, la sua armoniosa lira risuonano con una melodia ammirevole per la grandezza dei temi trattati e per la purezza dell’afflato e dell’ispirazione, meravigliosa per il vigore congiunto a una squisita eleganza”. (Cfr. Altissimi Cantus)

Cosi oggi con questo spirito voglio arrivare a voi e invitarvi a riprendere in mano la bellezza della poesia scoprendola lettura utile alla nostra vita.

I mosaici ravennati, la storia che racchiudono ancora più lontana nel tempo, incorniciata da questa presenza ci a fermarci e a pensare come ha ricordato Papa Francesco: “a ritrovare il senso perduto e offuscato del nostro percorso umano”. (cfr. Vativan.Va

La domanda, che forse i più distratti o i meno capaci di appassionarsi, se non alle cose materiali, potrebbe obiettare, ma all’umana generazione, la poesia, l’arte, la bellezza delle forme… a che serve? Aiuta ad ingentilire l’animo e il cuore e scoprire, stupendosi, della bellezza della vita e della ricchezza di essa e di come custodirla, conservarla  e migliorarla, solo per il bene delle persone. 

Il sonno poeta ci ricorda che il rischio è quello di smarrire la via, altrimenti e perdersi nella selva di questo mondo.

“L’eco secolare della Divina Commedia può anche oggi orientare riflessioni, cammini. “Approfittando di questa risonanza che supera i secoli, anche noi – ha affermato il Santo Padre – potremo arricchirci dell’esperienza di Dante, per attraversare le tante selve oscure della nostra terra e compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia, per giungere alla meta sognata e desiderata da ogni uomo: l’amor che move il sole e l’altre stelle”….”. (Cfr. Vatican.Va)

“Potrebbe sembrare, a volte, che questi sette secoli abbiano scavato una distanza incolmabile tra noi, uomini e donne dell’epoca postmoderna e secolarizzata, e lui, straordinario esponente di una stagione aurea della civiltà europea. Eppure qualcosa ci dice che non è così. Gli adolescenti, ad esempio – anche quelli di oggi –, se hanno la possibilità di accostarsi alla poesia di Dante in una maniera per loro accessibile, riscontrano, da una parte, inevitabilmente, tutta la lontananza dell’autore e del suo mondo; e tuttavia, dall’altra, avvertono una sorprendente risonanza. Questo avviene specialmente là dove l’allegoria lascia lo spazio al simbolo, dove l’umano traspare più evidente e nudo, dove la passione civile vibra più intensa, dove il fascino del vero, del bello e del bene, ultimamente il fascino di Dio fa sentire la sua potente attrazione”. (Cfr. Vatican.Va)

Pertanto, questo piccolo riferimento, – suggeritomi, dalla recente visita dei rappresentanti della città di Ravenna, nelle persone dell’Arcivescovo, il Prefetto e il Sindaco al Santo Padre, per ricordare il  settimo centenario della morte di Dante Alighieri – legato a questa parte della nostra bella Italia, ci aiuta a scoprire sempre e comunque la bellezza che c’è attorno a noi per educare la nostra vita a viverla sapendoci mettere in gioco sempre per il bene comune.

@unavoce

 

Foto di copertina: in secondo piano – Croce doro dono di Paolo VI nel 1965 per la tomba di D. Alighieri  –  in primo piano –  bassorilievo con immagine di Dante (Pietro Lombardo – 1483) e croce donata da Paolo VI