Invecchiare è un dono

 

“Quando si pensa agli anziani, si deve imparare a modificare i tempi dei verbi. “Non c’è solo il passato, come se, per gli anziani, esistessero solo una vita alle spalle e un archivio ammuffito”. “Il Signore può e vuole scrivere con loro anche pagine nuove, pagine di santità, di servizio, di preghiera”. Anche gli anziani “sono il presente e il domani della Chiesa”. “Sono anche il futuro di una Chiesa che, insieme ai giovani, profetizza e sogna”. Ed “è tanto importante che gli anziani e i giovani parlino fra loro”. (Cfr. Vatican.va)

“Guardiamo ai valori veri, da noi scelti nella vita, nella professione, nel volontariato. Aderire a un’Associazione significa portare avanti un ideale ispiratore, nel quale tali valori si sintetizzano: un ideale che sostiene scelte importanti e si propone di essere lasciato in eredità alle nuove generazioni. Si tratta di una luminosa testimonianza e di una preziosa opera educativa, necessaria più che mai nell’attuale clima culturale. Oggi, infatti, si soffre per mancanza di ideali”. (Cfr. Mons Marcianò Ordinario Militare per l’Italia)

 

La nostra Chiesa Ordinariato Militare, fatta dalle comunità con le stellette, ha come suoi fedeli i militari e le loro famiglie, ma anche se non più nel servizio attivo, chi ha fatto parte di questa categorie di persone, perché non si va mai in pensione, con il cuore, con il dovere di servire la Patria e i suoi cittadini e difendere le libere istituzioni, nel rispetto delle regole e dei valori che fanno la nostra Nazione, rimane sempre vivo. Queste persone creano così una comunità nella comunità e si raduna, in molti casi e per molte persone, nelle varie associazioni, che non solo tengono vivo lo spirito e il ricordo, ma si impegnano nel settore caritativo e assistenziale di aiuto verso chi ha più bisognoso. Non possiamo, quindi e non vogliamo mai dimenticare i nostri “padri” che hanno creato quelle radi di civiltà e ci assicurano una “tradizione” di valori che non può essere dimenticata. Senza la ricchezza di queste persone il futuro potrebbe risultare più nebuloso di quello che già è saperli ascoltare, aver pazienza è nostro impegno per costruire un futuro sempre migliore.

Così, ho pensato di offrirvi questo spunto di riflessione citandovi e rimandandovi ad alcuni interventi.

Mi tornano alla mente le parole dell’Eneide: “Su via, caro padre, mettiti al nostro collo; io mi sottoporrò con le spalle e questa fatica non mi peserà; Comunque andranno le cose, uno e comune il pericolo, unica salvezza ci sarà per entrambi”. (Cfr. Virgilio, Eneide, Libro II, 1152-1157)

“Penso che molti avranno riconosciuto in queste parole la splendida immagine che Virgilio ci offre nel secondo libro dell’Eneide dove si racconta della rocambolesca fuga di Enea, e del vecchio Anchise da Troia in fiamme; la materia è interpretata anche da una scultura di Bernini con un ampio ricorso a spunti personali e una grande profondità di pensiero. Enea ha sulle spalle il vecchio padre Anchise, paralizzato nelle gambe e con la schiena ricurva, che reca in mano il vaso con le ceneri degli antenati (i Lari Tutelari). Il terzo personaggio è Ascanio, figlio di Enea, che segue il padre stringendo nella mano l’eterno fuoco custodito nel tempio di Vesta che accenderà la nuova vita di Roma. Così capita che il vecchio torna bambino, caricato sulle spalle dal figlio mentre il nipotino coglie, in quell’immagine del padre e del nonno, un insegnamento di vita. L’esperienza spirituale di ogni religione, direi del senso religioso presente in ogni uomo, sta nel riconoscere che, se vogliamo guardare in avanti, anche nel progresso scientifico, siamo chiamati a guardare anche a chi sta davanti a noi, a chi è più avanti in età, rispettando e onorando il cammino di chi ora è anziano, e riconoscendo che se noi siamo qui lo dobbiamo a loro. Questo è il fondamento di ogni cultura, da che mondo è mondo… eppure, in questi ultimi tempi, è facile riscontrare una fatica nell’accettarlo, una tentazione di considerare uno “scarto” chi non è più utile alla società. Se Enea avesse pensato che Anchise fosse un peso, il vecchio sarebbe morto nell’incendio di Troia, ma sarebbe morta anche la sapienza della vita in lui”.

Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo
e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. (Gioele 3,1-5)

Commentando queste parole il Cardinale Martini si espresse così: “È bello che il profeta assegni un compito anche agli anziani, Non ci si può aspettare che siano innanzitutto critici e profetici. Non si deve pretendere dagli anziani che portino pesi, elaborino progetti e li realizzino come la forte generazione di mezzo. Hanno meritato di affidare ad altri il comando e di dedicarsi a qualcosa di nuovo: il sognare”. A che servono i sognatori? “A mantenerci aperti alle sorprese dello Spirito Santo, infondendo coraggio e inducendoci a credere nella pace là dove i fronti si sono irrigiditi. (…) Gli anziani devono trasmettere i sogni e non le delusioni della loro vita”. (Cfr. I vostri anziani faranno sogni)

“E, se è vero che gli ideali sono fondamentali per suscitare l’entusiasmo dei giovani, per spingerli a una vita più carica di significato, non bisogna tuttavia dimenticare che gli ideali sono trasmessi soprattutto dagli anziani, sono un frutto di quella memoria che, seppure viva nel presente, attinge alla storia, sapendola interpretare – potremmo dire – alla luce del “cielo”. Anche la storia di Gesù .. a perseverare nella testimonianza coraggiosa e gioiosa dell’amore di Dio, sorgente e forza di ogni ideale che impreziosisce la vita, rendendola degna di essere vissuta”. (Cfr. Mons. Marcianò)

 

@unavoce

 

Foto di Copertina: Enea, Anchise e Ascanio è un gruppo scultoreo di Gian Lorenzo Bernini, eseguito tra il 1618 e il 1619, conservato nella Galleria Borghese a Roma.