Sacerdote l’uomo del sacro

 

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
ascolta la mia voce quando t’invoco.

Come incenso salga a te la mia preghiera,

le mie mani alzate come sacrificio della sera.

Poni, Signore, una custodia alla mia bocca,

sorveglia la porta delle mie labbra. 
(Salmo 140, 1-3)

 

Oggi, nella nostra Chiesa Ordinariato Militare, l’Arcivescovo Santo Marcianò, ordinerà due Allievi del nostro Seminario Maggiore “Scuola Allievi Cappellani Giovanni XXIII”, (sarà trasmessa in Diretta sul Canale YouTube dell’Ordinariato Militare) in unione spirituale con la Comunità del Seminario e il nostro pastore, questa pagina.

Di recente, in una udienza alla Compagnia Carabinieri di san Pietro, il Papa ha confidato che ogni mattina si affaccia alla finestra del suo studio, dal Palazzo Apostolico e guarda Roma e vede i Carabinieri al loro posto nel loro servizio e prega per loro, questo mi ha portato a fare questa riflessione con voi.

“Ogni mattina quando arrivo qui nel mio studio nella Biblioteca, prego la Madonna e poi vado alla finestra a guardare la piazza, a guardare la città e lì, alla fine della piazza, vedo voi. Tutte le mattine vi saluto con il cuore e vi ringrazio”. (Cfr. Vaticannews

Il sacerdote è l’uomo del sacro, della preghiera per il suo popolo.

La mia esperienza trentennale di sacerdozio e sacerdote con e tra i militari è proprio questa: uomo di preghiera più che di grandi iniziative. I nostri confratelli sacerdoti, parroci, oggi, come non mai, sono assorbiti da mille attività e quella poca esperienza che ho fatto, prima di iniziare questo servizio, mi è tornata alla mente come uomo occupato in mille faccende attento alla gente a creare iniziative e attività per coinvolgere, animare, educare la comunità, il rischio però, almeno lo era per me, è quello di ridurre il tempo della preghiera, quella privata intendo, perché preso a correre di qui e di la. Non è sbagliato, almeno credo, ma certamente c’è il rischio di una distrazione maggiore.

Il Signore, aprendomi questa strada di servizio, sicuramente mi ha offerto l’opportunità di avere maggior tempo di pregare e di conoscere maggiormente la mia gente, condividendo anche il loro servizio. Non sono, ne un santo, ne uno migliore di altri, anzi direi proprio il contrario, probabilmente la provvidenza divina ha avuto compassione della mia povertà offrendomi questo servizio dove avrei potuto coltivare la dimensione spirituale attraverso la preghiera, la riflessione e lo studio, questo ovviamente non distoglie dagli errori e dai limiti personali, ma sicuramente è un aspetto che, oggi, che non sono più un novello sacerdote, torna come bagaglio utile per camminare come uomo e sacerdote che accompagna una comunità.

Ogni giorno, la prima cosa che faccio è andare nella mia piccola chiesetta e stare da solo con Dio, prima di iniziare la giornata e un taccuino, che da anni ormai conservo, con i nomi delle persone e delle situazioni che richiedono maggiori preghiere. È la prima cosa che sfoglio e leggo, così facendo, ogni giorno riesco subito a passare in rassegna, nella mia mente, i volti delle persone con cui condivido il cammino, di oggi e anche di ieri, situazioni difficili che richiedono un ricordo particolare, situazioni che si sono sistemate e per le quali devo ringraziare, altre per le quali chiedere perdono e così facendo la mente, che ad un’analisi superficiale, almeno così ho sempre pensato, si distrae, riesce invece a pregare e parlando a Dio, confido la sofferenze e le gioie, le paure e le azioni giuste o sbagliate che ogni giorno si svolgono in me e attorno a me e inizio la mia preghiera.

Questa immagine del Papa, che dalla finestra quasi “sbircia” l’umanità, mi ha fatto pensare alla riservatezza dell’uomo prete, chiamato a dispensare le cose sacre al popolo, la semplicità e l’umiltà della figura del Papa, pensare al vero scopo del prete che è quello di pregare e intercedere presso Dio, benedizioni per il popolo, per il mondo. Così, pur chiedendo a voi, umilmente come ci ha insegnato il santo Padre a pregare anche per lui e per noi sacerdoti, in questa Chiesa che ogni giorno affronta mari tempestosi, non posso non pensare alla gente che su questa nave viaggia con me. La mia giornata quindi inizia con la preghiera personale con la meditazione, seguita poi dalla Liturgia delle Ore di tutta la Chiesa e solitamente la Celebrazione Eucaristica, se non è in altri luoghi o in altri orari per esigenze di servizio e si conclude alla sera con le ore della Liturgia, l’esame di coscienza e la Compieta. Durante la giornata la recita del Rosario e periodicamente l’Adorazione Eucaristica. Nulla di eccezionale, ma ritmata da un orario, rispettato con rigidità ed eleganza di preghiera e di letture meditative.

Amare la Chiesa, servire la Chiesa, questo è il primo pensiero con cui mi alzo e l’ultimo prima di riposare, si! Questa Chiesa che soffre che sbaglia, ma che è sacramento di presenza, di dialogo, di servizio con la tradizione bimillenaria che l’ha posta a volte Madre dell’umanità, a volte sorella dei popoli e nazioni, ma sicuramente figlia sempre di Cristo e aperta con e verso tutti è la Chiesa che amo e che servo e per la quale e nella quale prego.

Con questi pensieri mi unisco questa sera martedì 20 ottobre alle ore 17.00 alla preghiera per i due nuovi Diaconi del nostro Seminario don Giovanni e don Luigi, che affido alla Vergine Maria di Loreto.

 @unavoce

 

Foto di Copertina: In primo piano – Celebrazione in San Pietro, in secondo piano – Papa Francesco