La FOTO, il motivo della scelta:

Iraq, Operazione Antica Babilonia, Lagunare in aiuto ai poveri 

Che dire, se non guardare questa immagine che parla da se: amare Dio  servendo i fratelli, servire i fratelli e amare Dio. Nei poveri si scorge meglio il volto di un Dio che ama e che vuole essere amato.

FOTO da: (Cfr.horsemoonpost)

 

Militari nel segno dell’amore – XXX T.O.

 

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Mt 22,34-40

“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

 

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

«Dio quando si rivela personalmente lo fa servendosi delle categorie dell’uomo. Così egli si rivela Padre, Figlio, Spirito di amore; e si rivela supremamente nell’umanità di Gesù Cristo. Per questo, non è ardito affermare che bisogna conoscere l’uomo per conoscere Dio; bisogna amare l’uomo per amare Dio» (RdC 122b).

Bisogna allontanarsi dagli uomini per trovare Dio? E chi ha trovato Dio, può ancora ritornare verso gli uomini e vivere con loro, interessarsi di loro e lavorare con loro e per loro? Sono le domande che potremmo porci leggendo questo vangelo. Le due cose non si possono scindere, per servire Dio bisogna servire l’uomo e per servire l’uomo bisogna saper contemplare Dio, attraverso la preghiera, una educazione del cuore e dello spirito.

La vita cristiana è l’insieme dei due elementi da vivere nel quotidiano con le nostre singole vocazioni.

In questa luce leggo il servizio dei militari al popolo, alla Patria, verso chi è più in difficoltà.

Mille carismi ci sono nell’umanità e ognuno deve essere orientato al bene superiore, verso i fratelli, alla luce della propria fede.

Dio ci insegna ad mare e ad amare uno senza escludere l’altro.

 

Buona Domenica

 

25.10.20-XXXTO@unavoce

La LITURGIA, conoscere per partecipare:

Il segno della Croce, quindi, invitati dal sacerdote, tutti si fanno il segno della croce. Con questo gesto, fatto sul nostro corpo, ci avvolgiamo della Croce. Manifestiamo che siamo discepoli di Gesù crocifisso, che la Croce è la nostra strada, il nostro modello per vivere di vero amore. Il cristiano è qualcuno che vuole imitare l’amorePassione di Gesù, l’amore che non indietreggia davanti alla sofferenza, quando è necessario darsi totalmente a Dio e agli uomini.

La qualità di questo amore è propriamente divina, di natura trinitaria. Noi amiamo il Padre, alla maniera di Gesù, nello Spirito. Per questo, quando tracciamo sul nostro corpo il segno di Croce, lo facciamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Il santo curato d’Ars diceva: “Bisogna farsi il segno della Croce con grande rispetto. Si inizia dalla testa: rappresenta il capo, la creazione, il Padre; poi il cuore che è l’amore, la vita, la redenzione, il Figlio; e le spalle cioè la forza, lo Spirito Santo”.

Non c’è alcun masochismo o morbosità in questo gesto, perché è il segno della nostra salvezza. La Croce di Gesù è la vittoria dell’amore sull’odio, della vita sulla morte.